LA GRECIA È VICINA – DICONO SEMPRE CHE SIAMO A RISCHIO CONTAGIO IN CASO DI CRISI GRECA, MA LA REALTÀ È CHE SIAMO IL TERZO CREDITORE DI ATENE CON 40 MILIARDI DI EURO – LA CURA DRAGHI SUI TITOLI DI STATO CI AIUTA A NON RISCHIARE TROPPO

Ugo Bertone per “Libero Quotidiano”

 

il giuramento di alexis tsipras il giuramento di alexis tsipras

Quaranta miliardi di euro. A tanto ammontano i nostri crediti verso la Grecia, cui vanno aggiunti i quattrini investiti dai risparmiatori più ardimentosi negli hellenic bond, tornati sul mercato, dopo una lunga quaresima nello scorso aprile. Tra i grandi creditori di Atene l’Italia figura al terzo posto, dietro la Germania (60 miliardi) e la Francia (46 miliardi). Queste cifre dimostrano che la situazione è assai cambiata rispetto alla crisi del 2010.

 

le promesse di tsipras 1836963c3be4e0f4170c40ee67a654fble promesse di tsipras 1836963c3be4e0f4170c40ee67a654fb

All’epoca, a rischiare di fronte ad un default di Atene erano soprattutto le banche tedesche e quelle francesi, fortemente esposte verso le obbligazioni greche. Ma, sotto la pressione di Berlino, i debiti verso le banche sono stati da allora sostituiti da impegni verso gli Stati, decisi in base al Pil dei vari Paesi.

 

E così, nonostante che le banche italiane avessero un’esposizione modesta verso gli istituti greci, oggi l’Italia vanta: 3,2 miliardi prestati direttamente ad Atene più quelli versati come contributo al fondo Esm e le quote che fanno capo alle partecipazioni alla Banca Centrale Europea e al Fondo Monetario. Alla partecipazione dello Stato (equivalente all’importo di dieci Imu, per usare un paragone corrente) si potrebbero aggiungere gli investimenti dei privati.

mario draghi  6mario draghi 6

 

Dallo scorso aprile la Grecia, che nei confronti dei privati ha solo una trentina di miliardi di debito, ha ripreso ad offrire bond a cinque anni ad un rendimento del 4,95%, raccogliendo l’attenzione di alcune migliaia di risparmiatori, a caccia di alte cedole. Non è stato un grande affare, visto che ieri rendeva il 10,15% contro l’11,34% del triennale, considerato il più rischioso perché il default, se mai avverrà, sarà entro il 2018. Ha poi fatto seguito il decennale, già salito a rendimenti a due cifre, che ieri veniva trattato ad un tasso dell’8,87% abbondante.

 

È senz’altro un investimento vietato ai deboli di cuore. Ma non va taciuto che istituti del calibro di Ubs e di Crédit Suisse si dicono fiduciosi sulla sorte dei sirtaki bond. Infine, ci sono le relazioni tra le imprese, tutto sommato modeste. Il quadro potrebbe cambiare se Terna si aggiudicasse l’acquisto di Admie, la rete di trasmissione elettrica del Paese.

CREDIT SUISSECREDIT SUISSE

 

Ma l’operazione, già avviata dal governo Samaras, sarà probabilmente bloccata dopo la vittoria di Syriza. Insomma, l’Italia figura a pieno titolo tra i creditori, ovvero tra i soggetti che potrebbero essere chiamati a praticare uno sconto al nuovo premier Alexis Tsipras. Ma spesso, per uno strano destino (diciamo così), viene accomunato tra i Paesi a rischio contagio di Atene.

 

Il motivo? Dietro la Grecia, che accusa un rapporto debito/pil pari al 177%,(peggiorato di una quarantina di punti da quando è stata imposta la fallimentare politica di austerità) figura proprio il Bel Paese, con il 131,8%, un’incollatura davanti al Portogallo (131,4%).

 

ANTONIS SAMARAS ANTONIS SAMARAS

Insomma, una condizione scomoda, almeno in teoria perché, per fortuna sui mercati finanziari la situazione dell’Italia è oggi anni luce migliore rispetto a quella del 2010-11 quando i titoli di Stato a 10 anni sono arrivati a rendere l’8% sotto l’incubo del fallimento dell’area euro. Tutt’altra cornice oggi, sotto la spinta del Quantitative Easing.

 

Ieri le turbolenze greche hanno appena sfiorato i nostri titoli: il Btp decennale resta in prossimità del record storico, con un rendimento dell’1,4% ed uno spread verso il Bund pari a 114 punti. In attesa di nuovi record perché oggi il Tesoro italiano con l’offerta dei Ctz dà il via alle aste di fine mese, le prime del 2015, anno in cui sono attese emissioni lorde per 226 miliardi contro 197 miliardi di titoli in scadenza (più 57 miliardi di di interessi). Le prospettive sono buone, ripetono in coro gli esperti.

ANTONIS SAMARAS ANTONIS SAMARAS

 

Grazie a Mario Draghi, soprattutto. Il Quantitative Easing, infatti, comporterà acquisti di “carta” pubblica italiana tra i 7 e gli 8 miliardi al mese cui si aggiungerà la spinta degli investitori istituzionali di tutto il mondo (fondi pensione in testa) a caccia di rendimenti superiori al tasso zero che ormai accomuna Germania, Svizzera ad altri Paesi “schiacciati” dalle decisioni della Bce: grazie a Draghi Atene (per ora) non fa paura.

 

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?