flavio cattaneo

LA RIVOLUZIONE CATTANEO IN TIM PRODUCE EFFETTI – RIDOTTI I COSTI PER 400 MILIONI E DOPO DIECI ANNI IL MERCATO DEI CELLULARI TORNA A CRESCERE (ERA FERMO DAL 2007). MA IL TITOLO LANGUE IN BORSA DOPO I BOTTI DI UN ANNO FA (MA ALL’EPOCA ERA IN CORSO LA BATTAGLIA DI PAROLE FRA BOLLORE E NIEL)

 

Sara Bennewitz per “Affari & Finanza - la Repubblica”

 

A 12 mesi dalla sua nomina Flavio Cattaneo ha già fatto una rivoluzione. Nel primo anno del suo mandato in Telecom, gli azionisti possono già raccogliere i frutti del taglio dei costi, e aspettare che quanto seminato sulla nuova rete in banda larga si traduca in maggiori ricavi futuri. Tra successi e imprevisti, come la discesa di Xavier Niel nell' arena delle telecomunicazioni italiche, è tempo di bilanci perché, a prescindere dai risultati superiori alle stime, l' azione ancora langue in Borsa.

 

GIUSEPPE RECCHI FLAVIO CATTANEOGIUSEPPE RECCHI FLAVIO CATTANEO

Quando Marco Patuano lo scorso 19 marzo ha ufficializzato le sue dimissioni, le Telecom valevano oltre 1 euro, oggi invece oscillano da mesi tra 0,8 e 0,7 euro. E mentre l' industria delle tlc europee quotate nell' ultimo anno ha perso il 10%, il gruppo italiano ha segnato un -20%. Se è vero che l' azione era salita sull' onda delle speculazioni di scalate estere e di un cambio al vertice (la nomina di Cattaneo è stata ufficializzata il 30 marzo, con il titolo a 0,95 euro), è anche vero che da mesi le stime degli analisti e i target price fanno sperare in un apprezzamento, che, nonostante il nuovo piano industriale presentato a gennaio, ancora non arriva.

 

marco patuano ad telecom italiamarco patuano ad telecom italia

Mai come oggi Cattaneo ha coagulato aspettative positive sui risultati, ma ugualmente il mercato teme per una concorrenza sia sul fisso che sul mobile, che è senza precedenti. In azienda il rinnovo ai vertici, si dice abbia liberato nuove energie «Era dai tempi di Mauro Sentinelli, Marco De Benedetti e Luca Luciani - dice un esperto conoscitore di Telecom - che nel mobile non si percepiva la frenesia e l' orgoglio di appartenenza all' azienda ». Altri invece fanno notare che all' interno della società regna un clima di terrore, e che molti dipendenti tra tagli, pressioni sui budget e trasferimenti di sedi sono sempre più sfiduciati.

 

I TRAGUARDI DEL 2016

Fatto sta che il 2016 si è chiuso con il mobile in crescita per la prima volta dal 2007 (ma anche i rivali di Wind-3 e Vodafone hanno aumentato i ricavi) e un margine lordo in aumento grazie al taglio dei costi. In pochi mesi Cattaneo ha ridotto di 400 milioni i costi operativi, la metà dell' obbiettivo che si era dato per un triennio. E se analisti e investitori riconoscono al management di essere stato su questo molto bravo, ora qualcuno teme che resti poco ancora da tagliare, o che piuttosto un atteggiamento troppo aggressivo rischi di diventare un boomerang.

VINCENT BOLLORE ARNAUD DE PUYFONTAINEVINCENT BOLLORE ARNAUD DE PUYFONTAINE

 

Anche il debito - grazie al convertendo voluto da Marco Patuano e alla vendita di Telecom Argentina - è tornato sotto i livelli di guardia (25,1 miliardi) e promette di raggiungere finalmente il livello per avere la pagella da Standard & Poor' s. Nonostante i maxi investimenti sulle reti previsti nel prossimo triennio, grazie alla generazione di flussi di cassa e ai minori interessi, il debito dovrebbe scendere a circa 23 miliardi a fine 2018, e quindi pari a 2,6 volte il mol.

 

GLI OBIETTIVI FUTURI

La vera sfida dei prossimi anni di Cattaneo sarà quella di far aumentare i ricavi del fisso, obiettivo conta di raggiungere con un miglior servizio (aumentando la copertura in fibra), con più contenuti (grazie a Vivendi ma anche a Rai e Mediaset Premium), e bloccando l' emorragia di linee. Nel 2016 Telecom ne ha perse 450mila, di cui a detta di Cattaneo solo 90mila sono andate ai concorrenti.

 

xavier  niel  xavier niel

Nello stesso periodo, però, Vodafone ha guadagnato 200mila utenti, Fastweb 155mila e Infostrada 50mila. Secondo l' Agcom dal settembre 2012 al settembre 2016 Telecom ha perso 2,79 milioni di line, di cui 1,26 milioni sono andate alla concorrenza, ma la maggior parte sono state chiuse, magari passando solo al mobile.

 

Questa tendenza secondo gli analisti è destinata a finire, perché orma la penetrazione di internet rende la linea fissa sempre più indispensabile e lo zoccolo duro di chi non usa il web a casa va scemando. L' obiettivo di Cattaneo è quello di fermare la perdita di linee nel 2018 (ma qualcuno scommette che già a fine anno il gruppo potrebbe raggiungere questo traguardo), dall' altra salire da 1 a 5,5 milioni di linee in banda larga, facendo convertire gli utenti del rame e della voce alle reti di nuova generazione su cui sono previsti 11 miliardi di investimenti in tre anni.

 

TIM VISIONTIM VISION

Questo, dicono gli esperti, è la vera mission impossibile : perché farsi pagare di più per un servizio più veloce non è banale in tempi di crisi e di fronte a un pubblico, come quello italiano, pigro e inerte verso il rinnovamento. Tanto più che Open Fiber, la joint venture Enel-Cdp, dopo essersi aggiudicata Metroweb e aver vinto le gare Infratel, potrebbe tendenzialmente davvero essere una minaccia.

 

Sia sul mobile che sul fisso, Cattaneo dovrà infatti prepararsi ad affrontare una concorrenza domestica che l' ex monopolista finora non aveva mai visto. Ma anche qui, gli analisti stimano che il manager si sia mosso bene giocando d' anticipo - preparandosi al lancio di un operatore mobile no frills come Kena per contrastare la Free di Iliad - piuttosto che mettendosi a vender tv e elettrodomestici per fidelizzare la clientela e non farsi rubare abbonati dagli alleati di Open Fiber come Vodafone e Infostrada.

 

IL TASSELLO DELLA GOVERNANCE

operai telecomoperai telecom

Fin qui l' industria, ma Cattaneo insieme a Vivendi starebbe lavorando anche a uno snellimento della governance per accelerare i processi decisionali. Il consiglio, oggi composto da 17 membri, dovrebbe tornare a 12-13 membri con l' assemblea in agenda per il 4 maggio. Se inizialmente si era pensato a una lista del management guidata da Cattaneo, l' idea è tramontata perché il momento di mercato, con Vivendi impegnata in una causa contro Mediaset, è troppo incerto.

 

Qualcuno avrebbe pensato a una lista Cattaneo appoggiata da Vivendi, ma alla fine resta che Vivendi presenterà una sua lista di maggioranza con Cattaneo come amministratore delegato. I soci francesi sarebbero orientati a indicare 4 membri di loro gradimento (tra cui forse dovrebbero esserci anche gli indipendenti e di sicuro delle quote rosa come nell' attuale cda), anche per dimostrare all' Agcom che Vivendi non controlla Telecom, di cui è solo un socio seppur influente.

 

operai telecom2operai telecom2

Tra questi dovrebbe esserci anche il futuro presidente della società. Cattaneo invece si sarebbe premurato di completare la lista con dei nomi di comprovato standing nel panorama italiano, tra cui ad esempio Carlo Cimbri di Unipol e Luigi Roth, ex presidente della Fiera di Milano e suo vice presidente ai tempi di Terna. Ma anche Assogestioni sarebbe determinata a far sentire la propria voce: avrebbe già iniziato a contattare gli investitori e a organizzarsi in vista dell' assemblea Telecom. L' idea sarebbe quella di stilare una lista più lunga (alle minoranze è riservato un terzo dei seggi), confidando che in assemblea coaguli i voti della maggioranza degli investitori arrivando a esprimere - nel caso di un cda di 12-13 membri - fino a 5-6 amministratori contro i 3 oggi rappresentati in consiglio.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…