salone parigi 2016

ESPIANDO IL DIESELGATE - AL SALONE DI PARIGI L'INDUSTRIA DELL'AUTO PUNTA (PER L'ENNESIMA VOLTA) SULLE AUTO ELETTRICHE, SULLA SCIA DI TESLA, L'UNICA DAVVERO DI SUCCESSO - LA OPEL AMPERA PROMETTE 500 KM DI AUTONOMIA - A RUBA LA FERRARI LAFERRARI (AVEVANO FINITO I NOMI) NELLA VERSIONE SCOPERTA. A SOLI 1,8 MILIONI

Paolo Griseri per “la Repubblica

 

Come nelle leggende del primo Novecento, quando gli aviatori provavano i prototipi dei primi aerei attraversando l’Atlantico, così un secolo dopo l’impresa è arrivare da Londra alla capitale francese, 417 chilometri, senza ricaricare la batteria. Ci riesce la nuova Opel Ampera totalmente elettrica: «Quando siamo arrivati a Parigi avevamo ancora della carica disponibile» racconta con orgoglio il ceo di Opel, Karl-Thomas Neumann. Ampera, come la Kia Soul, le nuove Smart a due e quattro posti, la Renault Tresor e, ovviamente, le Tesla sono i modelli che fanno da apripista totalmente elettrico.

 

opel amperaopel ampera

A un anno esatto dal dieselgate il Salone di Parigi fa sognare per le suggestioni che offre sul futuro. Pochi costruttori si limitano a proporre modelli a propulsione tradizionale rinunciando a presentare soluzioni che guardano a domani. L’elettrico sta diventando progressivamente realtà.

 

Osservata speciale in questa edizione del Salone europeo d’autunno è, naturalmente Volkswagen. Nello stand di Wolfsburg si respirano ancora le scorie dello scandalo dei test truccati. Mercoledì sera, nella sede della Fondazione Louis Vuitton, in una serata con costi ridotti rispetto alle presentazioni degli anni scorsi, il numero uno di Volkswagen, Matthias Mueller, si è limitato a ricordare: «Molte cose sono cambiate da noi negli ultimi 12 mesi».

toyota prototipo idrogenotoyota prototipo idrogeno

 

Tra queste, la scelta di guardare oltre il diesel. Al centro dello stand c’è uno dei prototipi più originali del Salone: la “Id” è un’auto totalmente elettrica in grado di percorrere circa 500 chilometri con una sola carica. Sarà in commercio tra tre anni. È pensata per trasformarsi in auto che si guida da sola a partire dal 2025: ha il volante che scompare nel cruscotto per passare dalla guida manuale a quella automatica. La questione dell’autonomia è una delle principali difficoltà. Ormai tutti i costruttori propongono modelli che superano i 300 chilometri di autonomia, come la nuova Kia Soul.

 

Rimane da risolvere il problema della rapidità delle ricariche: la nuova Ampera impiega 30 minuti per ricaricare la batteria fino a 150 chilometri di autonomia. Ma ci sono in preparazione prototipi giapponesi che fanno di più: arrivando a casa alla sera si può utilizzare l’eventuale ricarica residua per fornire corrente elettrica all’abitazione.

ferrari laferrari roadsterferrari laferrari roadster

 

L’ulteriore frontiera del futuro è quella che propone la Toyota con Zoe (ma un prototipo analogo lo sta mettendo a punto anche Nissan): le auto a idrogeno con le celle sul tetto. Negli stand Fca non si sono presentati nuovi modelli. Al Lingotto hanno deciso che la prossima novità, il suv Alfa chiamato “Stelvio” e prodotto a Cassino, sarà presentato il mese prossimo in America, a Los Angeles. Al Salone Sergio Marchionne ha deciso di non partecipare, trattenuto in Usa da impegni di lavoro.

 

Al suo posto parlano i responsabili dei marchi. Reid Bigland, nuovo numero uno di Alfa, non fornisce cifre sui primi mesi di vendita della Giulia. I vertici del biscione si limitano a sostenere che «siamo sul podio del segmento B in Italia». Quanto alla febbre elettrica che caratterizza il Salone, la risposta è che «è preferibile parlare delle auto che ci sono piuttosto che inseguire quelle che ci saranno».

 

Un discorso a parte merita Ferrari, che pure da tempo si è dotata di un modello ibrido. Il Cavallino scommette sull’incredibile forza di un marchio che riesce a vendere tutti i 200 modelli della nuova versione roadster de “La Ferrari”, ancor prima di aprire ufficialmente le vendite. Un’auto esclusiva da1,8 milioni di euro che va esaurita in pochissimi giorni.

 

A Maranello erano arrivate 1.000 richieste di acquisto. 800 sono state rifiutate. Compresa quella del magnate americano che aveva mandato un assegno da un milione a Marchionne come caparra per entrare nella lista degli acquirenti: «Abbiamo regole precise, non possiamo superarle» gli è stato risposto.

teslatesla

 

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE STRATEGIA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E GIORGIA MELONI COL CAZZO CHE CE LO MANDA: HA CONFERMATO PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE GESTITO DA MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE FICHES CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER L’ASSOLUZIONE DI SALVINI: SE NE FREGANO DELLA LEGA E VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD…

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...