SALOTTO CATTIVO - DAL SILURAMENTO DI GERONZI SONO CROLLATI GLI EQUILIBRI DEI POTERI MARCI: SALINI CONTRO GAVIO, MALACALZA CONTRO TRONCHETTI, MEDIOBANCA CONTRO LIGRESTI - NAGEL L’INDAGATO RACCONTA ANCHE AL “WALL STREET JOURNAL” LA STORIELLA “LIGRESTI MI FACEVA PIETÀ, PER QUESTO HO ‘SIGLATO’ LE RICHIESTE MILIONARIE”, MA MERCOLEDì DOVRÀ RACCONTARLO AL CDA - RCS IN BALIA DELLA SPECULAZIONE (+160% IN 5 GIORNI) DOVRÀ RICAPITALIZZARE, MA SOLO DELLA VALLE E ROTELLI HANNO SOLDI - IL CONVITATO DI PIETRA? L'EX BANCHIERE PASSERA…

1- MEDIOBANCA, PIRELLI, GENERALI, RIZZOLI ARIA DI RIVOLUZIONE NEL SALOTTO BUONO - LA PARTITA UNIPOL-FONSAI HA ROTTO GLI EQUILIBRI. NAGEL SULLA GRATICOLA
Ettore Livini per "la Repubblica"

Mediobanca contro i Ligresti. Salini in guerra con Gavio. Malacalza all'assalto di Tronchetti (e della Pirelli). Più - prossimamente su questi schermi - le fibrillazioni nel "parlamentino" Rcs e le grandi manovre attorno alla rete Telecom e a Piazzetta Cuccia. Il titolo provvisorio del kolossal in programmazione per l'autunno 2012 c'è già: "C'eravamo tanto amati". Protagonisti: gli ospiti del salotto buono della finanza italiana che dopo decenni di convivenza pacifica cementata dai soldi (spesso degli altri) e da un'inestricabile ragnatela di patti di sindacato e di scatole cinesi sembrano improvvisamente essere stati contagiati da un istinto fratricida dagli esiti imprevedibili.

I regolamenti di conti sono iniziati un annetto fa. Prima con il defenestramento di Cesare Geronzi dalle Generali (con lo zuccherino di una liquidazione di 48mila euro per ogni giorno di lavoro a Trieste) poi con il tempestoso licenziamento da ad del Leone di Giovanni Perissinotto, ex pupillo di questo mondo caduto in disgrazia. A far saltare gli equilibri è stata però la partita Fonsai, dove tra tradimenti da telenovela, interventi della magistratura e diktat della Consob sono entrati in rotta di collisione due dei soci "storici" del salotto buono: il management di Mediobanca - impegnato a sostenere Unipol per tutelare il suo miliardo di crediti verso Fondiaria - e i Ligresti, che grazie alla "comprensione" (e ai soldi) degli ex alleati hanno pompato per anni decine di milioni dalle assicurazioni quotate in Borsa verso le aziende di famiglia.

L'agenda degli appuntamenti di settembre rischia ora di "balcanizzare" a tutta la ex galassia del Nord queste scintille. Il 5 settembre Alberto Nagel, indagato dalla procura per il presunto patto sulla liquidazione dell'ingegnere di Paternò, darà la sua versione sul caso Fonsai al cda di Mediobanca mentre il tam tam delle indiscrezioni (spesso interessate) sussurra di richieste di dimissioni e di pressing per uno spezzatino di Piazzetta Cuccia. Rcs, affossata da 427 milioni di perdite nel primo semestre 2012, rischia di dover varare un aumento di capitale che potrebbe far saltare gli equilibri instabili del suo azionariato dove Diego Della Valle preme per salire nell'azionariato mentre Mediobanca e Fiat, sul fronte Corriere, sembrano avere idee diverse da Giovanni Bazoli e da Giuseppe Rotelli.

Un salotto buono diviso e con meno soldi a disposizione (causa crisi delle banche) ha pure meno munizioni per andare in soccorso dei suoi soci onorari in difficoltà. Ne sanno qualcosa i Gavio, sconfitti dai Salini nel primo round della partita Impregilo. Un precedente che ha convinto Malacalza a tentare l'affondo contro Marco Tronchetti Provera per conquistare (con due lire) il controllo di Pirelli. Il manager della Bicocca è stato protetto per ora dalla rete dei suoi alleati storici, che nel suo caso si è dimostrata solida. Ma il miliardo di liquidità del suo partner genovese - merce rara in un momento di crisi di liquidità - potrebbe presto sparigliare le carte.

Il convitato di pietra è Corrado Passera, ex banchiere "prestato" alla politica. Lui questo mondo lo conosce bene. Dalla poltrona di ministro ha già pilotato lo scorporo della Snam da Eni, muove le pedine dell'asta delle frequenze (Fininvest è socia Mediobanca) e lavora sul delicato capitolo della banda larga e della rete Telecom. Altri terreni dove a breve la compattezza del salotto buono potrebbe essere messa alla prova.


2- FONSAI/ NAGEL AL WSJ: LIGRESTI PIANSE NELL'INCONTRO SEGRETO
(TMNews) - L'amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, ebbe un incontro segreto con il finanziere Salvatore Ligresti nel quale quest'ultimo, contrario a passare la mano del suo impero assicurativo Fondiaria-Sai, scoppiò in lacrime usando parole forti. L'episodio è raccontato dallo stesso Nagel, in una intervista pubblicata sulla versione statunitense del Wall Street Journal e sul sito del Wsj, insieme ad altri dettagli sulla vicenda che tra l'altro lo vede indagato per ostacolo all'attività di vigilanza nell'ambito dell'inchiesta del pm Luigi Orsi su Premafin e Fonsai.

Seduti attorno a un tavolo negli uffici centrali di Mediobanca - racconta il quotidiano Usa - i due uomini consegnarono i loro cellulari per essere certi che nessuno avrebbe potuto spiare il tema al centro delle discussioni: Nagel voleva che l'ottantenne finanziere siciliano abbandonasse il controllo del suo impero economico. "Meglio il suicidio", avrebbe detto in quell'occasione Ligresti secondo quanto ricordato nell'intervista da Nagel al Wsj. Sull'episodio, l'avvocato di Ligresti, Gian Luigi Tizzoni afferma, sempre con il Wsj, che il suo cliente non aveva intenzione di suicidarsi e non fa ulteriori commenti su ciò che il suo cliente avrebbe detto. Anche se - aggiunge il Wsj - lo stesso Tizzoni ammette che le emozioni del suo cliente erano molto forti.

Il Wsj scrive che Nagel voleva che la holding dei Ligresti Premafin lanciasse un aumento di capitale preparando così il terreno perchè la maggiore controllata di quest'ultima, Fondiaria-Sai, evitasse il fallimento e si fondesse con due altri assicurativi (Unipol, ndr) formando un colosso assicurativo europeo. Se Fondiaria fosse fallita, ricorda ancora il Wsj, Mediobanca avrebbe rischiato di perdere oltre 1 miliardo di euro che aveva prestato alla compagnia.

Ma l'aumento di capitale avrebbe anche fortemente diluito la quota di controllo dei Ligresti in Premafin. E così - scrive il Wsj - l'ottantenne Ligresti fece la mossa non ortodossa che avrebbe alla fine portato lo stesso Nagel al centro di un'indagine dei magistrati di Milano su un presunto ostacolo all'attività di vigilanza. Ligresti diede al banchiere - si legge ancora sul Wsj - una lista scritta a mano di richieste - incluso il pagamento di 45 milioni di euro per la famiglia Ligresti, lavori di consulenza per i figli di Ligresti e accesso libero a un resort in Sardegna per il signor Ligresti. Nagel - racconta ancora il Wsj - siglò con le iniziali la lista e nessuno lo raccontò alle autorità di controllo. Secondo i magistrati di Milano e secondo la Consob, invece ogni patto avrebbe dovuto essere rapidamente comunicato. Entrambi i finanzieri sono attualmente indagati.

Nell'intervista al Wsj, che è stata effettuata 'momenti dopo che Nagel era stato interrogato dai magistrati all'inizio di questo mese, quest'ultimo ha negato di aver concordato un accordo aggiungendo di aver trovato la lista troppo bizzarra per essere presa sul serio'. E dichiara al giornale Usa: "Ho preso nota della lista dei desideri ma non ha mai portato a nulla". Aggiungendo di aver agito solo per pietà nei confronti di Ligresti. "Le mie iniziali erano - ha aggiunto Nagel - un atto di compassione.

Per Ligresti, secondo quanto detto dal suo legale Tizzoni, le iniziali del banchiere avevano cementato un "gentlemen's agreement" che avrebbe consentito alla fusione di procedere.

 

ALBERTO NAGEL E SALVATORE LIGRESTIMalacalza Davide Marco Tronchetti Provera beniamino gavioPIETRO SALINIpassera al meeting corr_B1AVVOCATO CRISTINA ROSSELLOjonella e salvatore ligrestiLUIGI ORSI PIAZZETTA CUCCIA

Ultimi Dagoreport

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

“QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...