SALTA (CON) L'ASTA - ALL'ASTA DELLE FREQUENZE CORRE SOLO IL PARSIMONIOSO CAIRO. IL GOVERNO PUO' SPERARE IN UN INCASSO MASSIMO DI 30 MILIONI. MA IL BERLUSCONE BEN AMMAR NON CI STA E RICORRE AL TAR...
Aldo Fontanarosa per âLa Repubblica'
Perché un'asta sia un'asta, servono almeno due concorrenti. Se il solo Urbano Cairo guarda (timidamente) alle tre reti di frequenze tv oggi in vendita, vuol dire che la gara si chiude prima ancora di cominciare. Il governo Renzi, quindi, non potrà contare su una sfida a colpi di rilanci e dovrà accontentarsi dei (pochi) soldi che il presidente del Torino ed editore de La7 vorrà eventualmente pagare.
Eventualmente, perché Cairo si limita a una semplice domanda di partecipazione alla partita e avrà 30 giorni di tempo per sfilarsi (senza versare un euro) o comprare qualcosa per davvero. Che cosa Cairo voglia acquistare lo si capirà nelle prossime ore quando il ministero dello Sviluppo Economico aprirà le buste - anzi la busta - per decifrare le sue intenzioni. Lo scaltro editore piemontese guarderebbe ad uno solo dei tre lotti in offerta. Il Lotto 3 ha il canale 25 (a lungo corteggiato dalla Rai) che raggiunge quasi tutta la Penisola e il canale 59 che completa il puzzle con Liguria, Sardegna, Toscana.
Costo del bene: appena 31 milioni 625 mila euro. L'acquisto permetterebbe all'editore un salto di status. Oggi i suoi canali (La 7 e La7d) viaggiano sugli impianti di Telecom Italia Media Broadcasting. Una volta scaduto questo contratto pluriennale di fitto, che raccontano blindato, Cairo potrà trasformarsi da affittuario in padroncino. La sua rete proprietaria peraltro avrebbe posto per almeno altri 4 canali. La Borsa non si lascia sedurre: Cairo Communication fa meno 3,67%, ieri.
Una trentina di milioni. Questo può sperare il governo, come incasso. Ma la domanda solitaria di Cairo aiuta il nuovo sottosegretario Antonello Giacomelli - fresco di nomina e senza colpe - a scansare la grana di un'asta senza concorrenti, malinconica e deserta fin da subito. Allo staff del commissario Ue Almunia (garante della concorrenza) il governo italiano può dire che almeno un editore è interessato alle frequenze e che il pluralismo aumenterà se Cairo staccherà il suo assegno.
C'è però un'incognita legale. La firma Tarak Ben Ammar, storico amico di Berlusconi, che ricorre al Tar contro l'intera procedura d'asta, supportato dal principe del Foro Luca Perfetti.
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