1- SENZA VERGOGNA! CAPITAN CODARDO DELLA CONCORDIA VENDE INTERVISTE A 50MILA € 2- IL SUO AVVOCATO PARLA SFACCIATAMENTE DI ESCLUSIVE, MONETE E CAMMELLI COME SE FOSSE L’AGENTE DI UN ATTORE DI HOLLYWOOD E SCHETTINO SI SENTE UN EROE: “E’ STATO IL MIO FIUTO, IL MESTIERE, A FARMI FARE QUELLA STERZATA REPENTINA A DRITTA” 3- IL DOLORE: “SCHETTINO È LIBERO? E ALLORA PREGHI IL SUO DIO, CHE LO FACCIA DORMIRE LA NOTTE, NON SO COME POSSA RIUSCIRCI, CON 32 MORTI SULLA COSCIENZA... MIA MOGLIE E’ ANCORA LI’ SOTTO, SCENDERO’ SOTT’ACQUA E PREGHERO’ ACCANTO A LEI…” 4- CONTRO IL COMANDANTE DEL FOLLE INCHINO, LA PROCURA DI GROSSETO HA FORMULATO LE ACCUSE DI OMICIDIO PLURIMO COLPOSO, NAUFRAGIO, ABBANDONO DI INCAPACI, ABBANDONO DELLA NAVE E OMESSA COMUNICAZIONE ALLE AUTORITÀ MARITTIME

1 - SCHETTINO TORNA LIBERO: "IN TV PER 50 MILA EURO"...
Grazia Longo per "la Stampa"

Libero dagli arresti domiciliari, il comandante della Concordia Francesco Schettino ha tanta voglia di parlare. Di gridare al mondo la sua innocenza sul naufragio, al largo dell'isola del Giglio, costato 32 vite.

Ma c'è un ma. Irrevocabile. Schettino, raccontano i suoi avvocati, concederà interviste solo a selezionati gruppi editoriali. Almeno fino alla prossima settimana. Intanto è partita un'asta, con una base di «offerta intorno ai 50 mila euro». A tanto ammonta «la proposta di un canale televisivo e di un settimanale». E non è escluso che il prezzo salga con lo share, perché il caso della Concordia è un'enorme tragedia ma anche un indiscusso show mediatico.

Inevitabile, quindi, la corsa ad aggiudicarsi l'esclusiva. Ieri sera a Quinta Colonna, su Canale 5, è stato anticipato il memoriale che il capitano ha affidato ai suoi legali. Quisquilie rispetto alle dichiarazioni che il comandante rilascerà in prima persona a chi è pronto a sganciare «intorno ai 50 mila euro». Cifra che potrebbe lievitare se nel corso della settimana arriveranno altre proposte più cospicue, da valutare «nell'interesse del cliente».

L' avvocato Paolo Bastianini, socio di Bruno Leporatti, difensore del capitano è perentorio: «Inutile correre fino a Meta di Sorrento: Schettino non uscirà di casa e non parlerà. Chiunque andrà, rimarrà davanti alla porta». E così dopo l'ipotesi di un libro per una casa editrice americana ora arrivano le interviste a pagamento.

Il carico delle spese sulle spalle di Schettino è certo ingente, chissà a quanto ammonteranno le richieste delle parti civili da onorare nel caso venisse giudicato colpevole, e chissà se l'assicurazione sosterrà tutti i risarcimenti. Contro il comandante, la procura di Grosseto ha formulato le accuse di omicidio plurimo colposo, naufragio, abbandono di incapaci, abbandono della nave e omessa comunicazione alle autorità marittime.

La verità del comandante ha quindi un prezzo. A prova di garanzia. «E' chiaro che il pagamento avverrà solo se l'esclusività dell'intervista sarà mantenuta» prosegue l'avvocato Bastianini. E per assicurarlo, il legale cita il noto proverbio arabo «vedere cammello, alzare moneta». Come dire che il conto verrà saldato solo a promessa mantenuta.

La trattativa è ancora in corso, «Non esistono patti siglati. C'è tempo una settimana: non sono un grande esperto di contrattazioni di questo tipo, ma vogliamo ottimizzare, massimizzare l'interesse del comandante Schettino in modo che le due esclusive escano insieme, cosicché nessuna sminuisca l'altra. Dopo parlerà a ruota libera con tutte le testate giornalistiche».

Ieri intanto, nell'anticipazione del memoriale, il capitano della Concordia si difende: «E' stato il mio fiuto, il mestiere, il saper riconoscere il mare a farmi fare quella sterzata repentina a dritta. In quel momento una mano divina si è sicuramente posata sulla mia testa. Se avessi continuato su quella rotta, avremmo colpito lo scoglio con la prua. Sarebbe stata un'ecatombe. Il mio cordoglio va alle famiglie colpite negli affetti più forti».

Il procuratore di Grosseto, Francesco Verusio ribadisce invece «la forza del nostro impianto accusatorio. Abbiamo espresso parere favorevole alla fine dei domiciliari solo perché sarebbero comunque scaduti il 13 luglio. Il gip Montesarchio ha però accolto la nostra richiesta dell'obbligo di dimora».

2 - «HA MIA MOGLIE SULLA COSCIENZA MA COME RIESCE A DORMIRE?»
Fabrizio Caccia per il "Corriere della Sera"

«Schettino è libero? E allora preghi il suo Dio, che lo faccia dormire la notte, non so come possa riuscirci, con 32 morti sulla coscienza...». Elio Vincenzi, 64 anni, maestro di matematica della scuola media «Danilo Dolci» di Priolo Gargallo, Siracusa, ha esaurito «la rabbia» e anche «la forza di sbraitare, tanto mia moglie non torna...». La notizia della revoca degli arresti domiciliari al comandante lo lascia, perciò, quasi indifferente: «Io adesso sono concentrato su altro», spiega.

Sua moglie, Maria Grazia Trecarichi, 50 anni, è ancora là sotto. Lei e il giovane cuoco indiano, Terence Russel Rebello, sono le uniche due vittime della Costa Concordia che il mare, a quasi sei mesi dal naufragio, non ha restituito.

«Però - racconta il signor Elio - finalmente sono contento, perché tra pochi giorni, il 14 luglio, potrò scendere giù, all'isola del Giglio, con il mio brevetto da sub. La Costa mi ha dato l'autorizzazione. E così potrò portare una targa, con su inciso il nome di Maria Grazia, ai piedi della statua della Madonnina che si trova vicino ai resti dello scafo inabissato. Per me sarà un momento importantissimo, potrò pregare accanto a mia moglie, nella speranza che presto torni a casa».

La sua speranza ovviamente è legata al recupero completo della nave: «Sono convinto - dice il vecchio maestro di Priolo - che Maria Grazia, come il giovane Terence, sia rimasta intrappolata nella scialuppa di salvataggio che fu schiacciata dalla Concordia mentre affondava.

Così, quando rialzeranno lo scafo, anche quei due poveri corpi potranno essere raggiunti». Con lui, a casa, c'è Stefania, sua figlia, alle prese in questi giorni con la maturità: «Dopo il liceo linguistico - dice il padre - studierà medicina all'università, è una vecchia scommessa che lei vuole vincere, da quando sua madre si ammalò di tumore tanti anni fa».

Malgrado tenti di dissimulare in ogni modo la stizza, comunque, il pensiero di Elio va sempre a Schettino: «Lui nella mia mente ormai l'ho archiviato - conclude -. Penso però a sua moglie, a sua figlia, che più o meno è grande come la mia Stefania, e che tra poco, quando comincerà il processo, l'8 luglio, sentiranno parlare di tutto il male che ha fatto. Quello sarà un giorno molto duro per loro. Mentre noi chiederemo solo giustizia».

 

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