tajani nouy sofferenze

SDENG! RESPINTE CON PERDITE LE RICHIESTE DI PADOAN DI MITIGARE IL NUOVO SISTEMA DI CALCOLO DELLE SOFFERENZE BANCARIE – LA BCE VA AVANTI ED A TAJANI SPIEGA: RIGUARDANO SOLO I BUCHI FUTURI – LOTTA A QUATTRO PER IL PRESIDENTE DELL’EUROGRUPPO: IL FRANCESE BRUNO LE MAIRE IN POLE

 

Marco Bresolin per La Stampa

 

DANIELLE NOUY

Pier Carlo Padoan ci ha provato anche ieri. Durante la riunione dell' Eurogruppo, il ministro ha manifestato i dubbi che l' Italia continua ad avere sul piano della Bce per la riduzione dei crediti bancari deteriorati. Ma davanti a Danièle Nouy, capo della Vigilanza della Banca centrale Europea, in pochi lo hanno seguito. Chi ha assistito alla riunione dei ministri economici della zona euro racconta che ieri pomeriggio solo Cipro, Portogallo e Grecia si sono schierati al fianco dell' Italia. E infatti Jeroen Dijsselbloem, presidente (non più ministro) dell' Eurogruppo, a un certo punto ha preso la parola e ha confermato a Nouy che la maggioranza dei governi approva il piano.

 

inchino padoan1

Per Francoforte, è un motivo in più per andare avanti. La Nouy lo ha confermato nel suo discorso davanti ai 19 ministri. Ha detto che questo è il momento giusto per affrontare il problema dei crediti deteriorati perché le condizioni economiche sono favorevoli e bisogna evitare nuovi accumuli in futuro. La Vigilanza della Bce non intende dunque fare passi indietro sulle linee guida annunciate il 4 ottobre scorso.

 

IGNAZIO VISCO RELAZIONE 2016

«Vada avanti, ma con prudenza» l' appello del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, che teme ripercussioni sulla stabilità finanziaria. Le linee-guida non sono ancora in vigore, anche perché a dicembre si concluderà la consultazione pubblica avviata un mese fa, che la Vigilanza assicura di voler tenere in considerazione. Ma le nuove regole sono piuttosto chiare: prevedono che i crediti non garantiti debbano essere coperti al 100% da accantonamenti nel giro di due anni, che salgono a sette per quelli garantiti.

 

banche

Si tratta del contestato «addendum» che aveva visto gli esponenti del settore bancario italiano sulle barricate, spalleggiati dal presidente del Parlamento Ue: Antonio Tajani aveva reagito spedendo una lettera a Mario Draghi in cui chiedeva di «rispettare le prerogative» dell' Eurocamera. Ma anche ieri Nouy, che aveva già risposto a Tajani, ha ricordato che una tale decisione sarebbe in linea con il mandato della Vigilanza. E comunque ha assicurato che le regole riguarderanno soltanto le nuove sofferenze, non gli stock (ha però aggiunto che prima o poi bisognerà affrontare pure questa questione). Da Francoforte, poi, spiegano che in ogni caso non ci sarà alcun automatismo: in sostanza verrà fatta una sorta di valutazione caso per caso.

 

BANCHE

I risultati sul fronte della riduzione dei «Non performing loans» sono comunque positivi secondo la Bce: tra il secondo trimestre del 2016 e 2017 lo stock si è ridotto di 142 miliardi di euro. Ma ne restano 795 e dunque c' è ancora molto lavoro da fare. Tra gli istituti italiani, fonti della Vigilanza fanno sapere che Intesa Sanpaolo, Unicredit e Mediobanca stanno facendo buoni progressi. Ma ci sono molte altre banche che, al contrario, «rifiutano di vedere la realtà».

 

Salutata la Nouy, i ministri dell' eurozona hanno continuato l' Eurogruppo a 19 e poi si sono riuniti in formato «inclusivo» a 27 (presenti tutti i governi Ue tranne il Regno Unito) per discutere del futuro della governance economica. A margine c' è stato spazio anche per alcuni scambi sulla successione di Dijsselbloem, ma per il nuovo presidente bisognerà attendere il 4 dicembre.

 

BRUNO LE MAIRE PADOAN

Il lussemburghese Pierre Gramegna (liberale) si è detto pronto a candidarsi, idem lo slovacco Peter Kazimir (socialista). Mesi fa si era fatto avanti anche il portoghese Mario Centeno (socialista), che resta in corsa. La poltrona fa gola al francese Bruno Le Maire, che per oggi ha fissato una serie di faccia a faccia proprio con Kazimir, Centeno e il nuovo ministro olandese Wopke Hoekstra. Vengono invece definite «in netto calo» le quotazioni di Padoan e Moscovici.

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