SE SOLO 5 ANNI FA LA TECNOLOGIA 3G ERA QUASI FANTASCIENZA, ADESSO RISULTA ADDIRITTURA SUPERATA - È TEMPO PER IL 4G, CHE PERMETTERÀ SCAMBI DI DATI MOLTO PIÙ RAPIDI E CHE CI CONSENTIRÀ DI FARE SUGLI SMARTHONE LE STESSE COSE CHE FACCIAMO SUI PC DA TAVOLO - LE VECCHIE TELEFONATE NON ESISTERANNO PIÙ, ANCHE LE CHIAMATE VOCALI VIAGGERANNO ATTRAVERSO LA RETE DATI – E IL 5G, ANCORA PIÙ VELOCE, E’ GIA’ PRONTO...

Ernesto Assante per "la Repubblica"

Siamo arrivati alla quarta generazione delle comunicazioni mobili, delle tecnologie senza fili che hanno contribuito in maniera determinante a cambiare la nostra vita. E che con l'avvento del 4G la cambieranno ancora. Come? Con la velocità dei collegamenti che se oggi vanno dai 2Mbps ai 20 dell'Adsl e dai 2 ai 14.4 Mbps del 3G (cioè la tecnologia che funziona oggi nella maggioranza dei nostri smartphone), domani arriveranno ai 100 Mbps in movimento e 1 Gbps da fermi del 4G.

Tutto quello che facciamo in casa o in ufficio con i nostri computer o device mobili (guardare video facilmente, giocare online, usare i servizi cloud...) sarà possibile anche mentre siamo in strada. Sarà possibile ovunque. Scaricare un quotidiano o un libro sarà immediato, vedere un filmato su YouTube avverrà senza soste, il trasferimento di foto o file di grandi dimensioni ci porterà via pochi secondi, navigare in Rete sarà un'esperienza immediata e fluida, consentendoci di essere connessi al web in ogni momento e dovunque, con la stessa qualità, anzi con maggiore velocità, del collegamento casalingo.

Insomma, il mondo connesso dal 4G sarà diverso da quello odierno, con terminali che diventeranno sempre di più delle postazioni connesse e sempre meno dei telefoni cellulari. Perché il 4G non significa soltanto velocità, ma anche la possibilità di accedere da qualsiasi posto a un'immensa quantità di dati.

E, siccome milioni di consumatori guarderanno video, aggiorneranno social network, effettueranno transazioni finanziarie, giocheranno, scaricheranno film, vedranno programmi tv, leggeranno giornali o libri, ascolteranno musica in movimento, il 4G finirà non solo per cambiare il modello di business degli operatori (che diventeranno sempre più simili a Internet provider), ma porterà alla nascita di contenuti nuovi, pensati ad hoc per questo tipo di collegamenti e per le macchine in grado di utilizzarli: applicazioni multimediali che oggi sono impensabili o strumenti di lavoro che attualmente sono disponibili soltanto per i computer più potenti da tavolo, spostando sulle "nuvole", vale a dire sui sistemi cloud, tutti i nostri archivi, sempre e immediatamente accessibili in modo rapido.

Il futuro è già iniziato, non solo negli Usa o in Asia, ma anche in Italia, dove i quattro operatori mobili (Tim, Vodafone, Wind e 3) hanno già presentato le loro offerte ai consumatori, sebbene la copertura del territorio sia solo all'inizio e sia concentrata soprattutto sulle grandi città, e solo su alcune frequenze di trasmissione. Ma il passaggio al 4G è cominciato e chi ha uno smartphone o un tablet di ultima generazione può già utilizzare i servizi broadband disponibili, facendo l'aggiornamento software necessario alla ricezione dei nuovi segnali.

Gli standard leader del mercato sono due, il WiMax (Worldwide Interoperability for Microwave Access) e l'Lte (Long Term Evolution), e per entrambi l'Itu (International Telecommunication Union), l'organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di informazione e comunicazioni, ha autorizzato la definizione di 4G, ovvero di tecnologie mobili di quarta generazione.

L'Itu ha "battezzato" ogni nuova tecnologia nel corso degli anni, in un lungo percorso che è partito, ovviamente, dalle comunicazioni esclusivamente vocali. Nei primi anni Settanta furono i Bell Laboratories ad aprire la strada alla telefonia mobile, creando una serie di celle, dotate di trasmettitori e ricevitori, capaci di trasferire le chiamate da una cella a
un'altra mentre l'utente si spostava.

I sistemi di prima generazione, 1G, analogici, furono inaugurati nel 1981 in Scandinavia e resistettero ben dieci anni, fino all'avvento del 2G, che segnava il passaggio al digitale e al primo ampliamento di servizi, dato che il 2G, pur lentamente e limitatamente, consentiva la trasmissione e la ricezione dei dati.

Iniziò il successo degli sms, ma i telefoni erano ancora telefoni e la loro funzione principale restava quella: le chiamate vocali determinavano il mercato. È con il 3G che le cose cambiano in maniera radicale: la velocità dei collegamenti cresce, il sistema di trasmissione a pacchetti per i dati, accanto al tradizionale sistema vocale per le chiamate, consente la nascita degli smartphone, che fanno molte altre cose e non sono più solo telefoni.

Con il 4G le cose cambieranno anche per le chiamate vocali, che diventano completamente digitali: tutte le comunicazioni saranno gestite come dati.
Inizia ora un percorso nuovo, che ci porterà vero il 5G, ovvero l'Imt-Advanced, la prossima tecnologia mobile basata sul WiMax e l'Lte odierni ma in grado di aumentare in maniera esponenziale la velocità di trasmissione, oltre il muro dei 100 megabit, offrendo inoltre meno congestione nelle reti e soprattutto la possibilità di creare servizi oggi letteralmente inimmaginabili.

Possibilità innovative, sia per le applicazioni di "realtà aumentata", come gli occhiali che permettono di vedere immagini e dati al tempo stesso, sia per l'interazione di comunicazioni differenti sullo stesso terminale. Arrivando agli estremi, tutto ciò potrà accadere quasi alla velocità del pensiero, come immaginano i futurologi come Derrick De Kerckhove. Impossibile? Mica tanto, se si pensa che il 4G arriva solo quattro anni dopo il 3G...

 

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