"NON AVREMO MARGINI DI TRATTATIVA NÉ CON I CLIENTI NÉ CON CHI PRODUCE" - IL SETTORE AUTOMOBILISTICO ITALIANO PIANGE MISERIA E TREMA DOPO L'INTRODUZIONE DEL REGOLAMENTO VBER IMPOSTO DA BRUXELLES, CHE TRASFORMERÀ I CONCESSIONARI IN AGENTI CHE OPERANO IN NOME E PER CONTO DELLA SOLA CASA COSTRUTTRICE - ANDRANNO PERSI TRA I 60 E I 70 MILA POSTI DI LAVORO NELL'ULTIMO ANELLO DELLA CATENA DI DISTRIBUZIONE: "A PERDERCI NON SARÀ SOLO LA NOSTRA CATEGORIA, MA I CONSUMATORI CHE NON POTRANNO PIÙ AVERE SCONTI, MENTRE LE CASE AUTOMOBILISTICHE…"
Estratto dell'articolo di Diego Longhin per “la Repubblica”
L'obiettivo dichiarato dell'Europa? Favorire la concorrenza, rafforzare i canali on line e abbassare i prezzi delle auto. Il pronostico dei concessionari d'auto italiani è molto diverso: le nuove regole imposte da Bruxelles renderanno ancora più difficile un mercato già in affanno. I dealer denunciano che non potranno più fare sconti e campagne promozionali, le vetture alla fine costeranno di più e andranno persi tra i 60 e i 70 mila posti di lavoro nell'ultimo anello della catena di distribuzione.
«I prezzi saranno imposti dalle case automobilistiche e noi non avremo margini di trattativa né con i clienti né con chi produce - sottolinea il presidente di Federauto, la sigla più rappresentativa del mondo dei concessionari, Adolfo De Stefani Cosentino - diventeremo dei meri esecutori di scelte che si prenderanno nei quartier generali dei gruppi».
A creare questa trasformazione il nuovo regolamento Vber, acronimo di Vertical Block Exemption Regulation, che dal 1 giugno ridefinirà i rapporti tra le aziende che producono beni e servizi e la rete di distribuzione. E le case potrebbero decidere di trasformare i concessionari, che hanno margini di libertà e agiscono per nome e conto proprio, in agenti: professionisti che operano in nome e per conto della sola casa costruttrice.
Una trasformazione che per i dealer provocherà effetti importanti fra le oltre 1.200 aziende italiane che operano nella vendita auto e che impiegano circa 120mila persone. Di questi posti il 50-60% verrebbe cancellato e si ridurrebbero pure gli show room , soprattutto fuori dalle grandi città. «A perderci non sarà solo la nostra categoria, ma i consumatori che non potranno più avere sconti, mentre le case imporranno i prezzi e aumenteranno i margini», sostiene il presidente Cosentino. […]