banca carige carlo cimbri giuseppe castagna guido bastianini

CHI SI BERRÀ L’AMARO CARIGE? - A LUGLIO SI ENTRA NEL VIVO DELLA PARTITA PER LA CESSIONE DELL’EX BANCA DEI MALACALZA: I POSSIBILI PRETENDENTI SONO CREDEM E BANCO BPM. E CIMBRI CHE FA? DOPO LA PRESA DELLA POPOLARE DI SONDRIO, POTREBBE GUARDARE ANCHE LUI VERSO GENOVA PER COSTITUIRE IL TERZO POLO – IL DESTINO INCROCIATO CON SIENA: COME DAGO-RIVELATO, BASTIANINI, EX AD DI CARIGE E ATTUALMENTE NUMERO UNO DI MPS, È FINITO NEL MIRINO DEL MEF: FRANCO E RIVERA LO RITENGONO DEL TUTTO INADEGUATO E…

carige

DAGO-FLASH! - MPS, CHE FARE? SPEZZATINO O FUSIONE? PROSSIMA SETTIMANA IN AGENDA UNA RIUNIONE AL MEF - FRANCO E RIVERA RITENGONO DEL TUTTO INADEGUATO L'AD SENESE BASTIANINI, IN QUOTA M5S, ARROCCATO SU MPS "BANCA PUBBLICA". SELEZIONE DI CANDIDATI PER SOSTITUIRLO. COLLOQUI CON UNICREDIT (ORCEL) E BPM (CASTAGNA)

https://www.dagospia.com/rubrica-4/business/flash-mps-che-fare-spezzatino-fusione-prossima-settimana-agenda-273326.htm

salvatore maccarone 3

 

Tutte le sportellate su Carige (Bastianini nel mirino?)

Emanuela Rossi per www.startmag.it

 

Non solo Montepaschi. A far parlare di sé in questi giorni anche un’altra possibile pedina del risiko bancario ossia Carige. Secondo l’agenzia Radiocor la partita per la cessione dell’ex istituto della famiglia Malacalza starebbe entrando nel vivo e ad inizio luglio si potrebbe chiudere la prima fase con la compilazione di una short list di pretendenti che dovranno bussare alla porta del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, azionista di maggioranza di Carige.

carige 8

 

IL TIMING DEL PRESIDENTE MACCARONE

Lo scorso 22 maggio era stato lo stesso presidente del Fondo Interbancario a dettare i tempi della vendita. In un’intervista a La Repubblica Salvatore Maccarone aveva detto: “Confido in una tempistica non troppo lunga: entro giugno ci aspettiamo le prime manifestazioni di interesse e ritengo che con questo si dovrebbero avere indicazioni su un possibile processo di cessione”.

 

cassa centrale banca 3

E ancora: “Mi aspetto che nella seconda parte dell’anno si arrivi alla formulazione di un’ipotesi concreta. Ritengo però che la cessione definitiva non possa avvenire prima dell’inizio del 2022; per noi prima si fa e meglio è – aveva chiosato – ma non ad ogni costo”.

 

L’ADDIO DI CASSA CENTRALE BANCA

giorgio fracalossi cassa centrale banca 2

L’operazione di cessione si viene peraltro a collocare all’indomani del passo indietro di Cassa Centrale Banca, la capogruppo trentina delle Bcc che deteneva l’8,3% di Carige e che lo scorso marzo ha comunicato di non voler esercitare l’opzione call per acquisire l’80% del capitale della banca, acquistato dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi in seguito al salvataggio del 2019.

giuseppe castagna

 

Nella lettera inviata alle 77 Bcc del gruppo e consultata da Radiocor, il presidente di Ccb, Giorgio Fracalossi, ha parlato di “decisione sofferta e assunta all’esito di un intenso confronto dialettico” ma “improntata al principio di sana e prudente gestione e definita alla luce dell’aleatorietà degli impatti della pandemia sul mercato e della sua imprevedibile evoluzione, con neutralizzazione di ogni possibile ulteriore fattore di rischio per il nostro gruppo”.

 

Peraltro, ha scritto ancora Fracalossi, la scelta di Ccb è stata presa “allo stato degli atti, in base alle informazioni e proiezioni attuali, con urgenza e anticipo rispetto a quanto previsto dai contratti vigenti, per consentire al Fondo interbancario di tutela dei depositi e allo Schema Volontario del Fondo di coltivare, eventualmente, trattative con altri player di mercato e/o trovare una soluzione/partnership alternativa nell’interesse generale e di Carige”.

carige 9

 

I POSSIBILI PRETENDENTI

Secondo quanto rivelato da Il Sole 24 Ore nel weekend, Credito Emiliano starebbe per accedere alla data room e anche Banco Bpm sarebbe interessato a Carige. Qualche settimana fa, però, quando Unipol – primo azionista di Bper  – ha annunciato di voler acquistare circa il 6,62% del capitale sociale della Banca Popolare di Sondrio tramite la sua controllata UnipolSai – per salire a circa il 9,51% dell’istituto – La Stampa ha ipotizzato uno scenario in cui potrebbe rientrare anche Carige: “Al di là delle dichiarazioni ufficiali – scriveva il quotidiano diretto da Massimo Giannini – è difficile non vedere un disegno di più ampio respiro per la costruzione di un polo bancario sotto il controllo della compagnia assicurativa.

 

carlo cimbri

Un disegno che non si ferma a Sondrio ma va verso Carige. Il Fondo interbancario, che controlla l’istituto, deve trovare un acquirente dopo che Cassa centrale banca si è tirata indietro dagli accordi del 2020 e viene indicato da più parti come la preda perfetta per Bper. In questa ipotesi, l’aggregazione intorno a Bper di Sondrio, Carige e dei 587 sportelli ex Ubi Banca acquisiti da Intesa fanno di fatto dell’istituto emiliano il vero terzo polo bancario del paese, distaccato dai colossi Intesa e Unicredit ma davanti a Banco Bpm, a questo punto vera grande esclusa dai giochi in atto”.

 

Credem

Sui possibili futuri partner di Carige, nell’intervista a La Repubblica Maccarone era stato piuttosto evasivo, come d’obbligo: “Il settore bancario mostra una certa vivacità e io sono fiducioso che Carige possa essere parte di una delle operazioni di riassetto che si vanno profilando o ipotizzando sul mercato. Ci sono segnali che ci paiono favorevoli”. Insomma, anche Carige potrebbe essere un tassello del risiko che si sta componendo. Senza dimenticare comunque il possibile interesse dei fondi di private equity.

 

A domanda diretta, il presidente del Fitd aveva risposto: “I fondi sono una presenza costante sul mercato e assolvono una funzione utile; si sono avvicinati a Carige anche in passato” aveva ricordato evidenziando pure – riguardo all’ipotesi di vendita a pezzi – che “se nelle trattative emergesse un interesse del compratore in questo senso potrebbe anche essere valutata l’ipotesi di cedere singoli asset ma non è l’indicazione iniziale”.

 

CARIGE E MONTEPASCHI

vittorio malacalza

Una sorte, quella dello “spezzatino”, che accomunerebbe l’altra – e principale protagonista – del risiko bancario ovvero Mps di cui entro l’anno il Tesoro deve cedere il controllo (64%), come da accordi con Bruxelles.

 

Secondo La Repubblica, infatti, l’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, avrebbe già fatto capire a Via XX Settembre che non è nelle sue intenzioni acquistare l’intera proprietà di Rocca Salimbeni – che ha alle porte una bomba legale da oltre 10 miliardi – ma di limitarsi alle attività in Toscana e nel Nordest. Le filiali al Sud, invece, potrebbero andare a Mediocredito Centrale che ha già fatto sapere, tramite il suo presidente Bernardo Mattarella, di essere pronto a fare la propria parte. A quel punto, Orcel potrebbe voler allargare il raggio d’azione, magari puntando a Banco Bpm e dando così un dispiacere all’ad Giuseppe Castagna, che cerca da tempo di difendere l’autonomia del gruppo lombardo.

cassa centrale banca 2

 

A legare Genova e Siena, ovvero Carige e Montepaschi, anche l’attuale numero uno della Rocca ed ex ad della banca ligure, Guido Bastianini (nominato in quota M5S) che però – secondo indiscrezioni di stampa – non sarebbe ben visto dall’attuale ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, sul cui tavolo campeggia il dossier Mps.

carlo cimbricassa centrale banca 4carige 6carige 4carige 5

Ultimi Dagoreport

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…