CHI SI CREDE DI ESSERE? - DELLA VALLE ORA VA ROMPERE LE SCATOLE AD ARMANI: “RESTAURI IL CASTELLO SFORZESCO”

Gian Luigi Paracchini per "Corriere.it"

Forse da qualche parte Ludovico il Moro, grande mecenate dell'arte - nonché svelto di spada come di lingua - apprezzerà molto l'ultima disputa, per ora potenziale, che riguarda il Castello Sforzesco, sua ex residenza milanese. La famosa fortezza, ricca di storia nonostante i rifacimenti ma appesantita dagli acciacchi, avrebbe bisogno d'un intervento radicale.

E Diego Della Valle, patron di Tod's nonché impegnato a Roma con il restauro del Colosseo, ha una precisa idea sul facoltoso personaggio che dovrebbe farsene carico: Giorgio Armani. L'invito, senza ricorrere ad ampollose formule rinascimentali, parte in modo diretto alla presenza di qualificati testimoni come il sindaco Giuliano Pisapia, tra le statue di Dante Ferretti (ambasciatrici di Expo 2015) che presto raggiungeranno diverse metropoli straniere.

«Alle mie spalle - butta lì Della Valle - c'è il Castello Sforzesco e mi piacerebbe se Armani domani mattina si svegliasse e dicesse: "Debbo tanto all'Italia e a Milano, voglio dare il mio contributo" e decidesse di finanziarne il restauro». Non una frecciata a freddo, ma il secondo atto della risposta a una domanda sul finanziamento del suo gruppo per il Colosseo, impresa accompagnata da plausi ma anche da qualche polemica.

E Armani? «Il signor Armani è occupato a ultimare la collezione che sfilerà lunedì - fa sapere una fonte dello stilista - e si riserva di rispondere in un secondo tempo. Per lo stesso impegno non ha potuto presenziare all'appuntamento con le statue di Ferretti che stima molto e di cui è amico».

Notoriamente molto schivo, è improbabile che Armani abbia apprezzato l'esplicito messaggio di Della Valle, ma non mancherà di fare sapere la sua opinione. Che sia l'avvio d'una vibrante polemica? Tutto è possibile. Di certo il discorso sul possibile coinvolgimento del sistema moda nel dare una mano a recuperare certi gioielli italiani è reale e già in movimento.

A parte Della Valle con il Colosseo, fra gli altri sono già scesi in campo la Fondazione Prada per il restauro di Cà Corner della Regina, squisito edificio barocco di Venezia, Renzo Rosso, patron di Diesel sul Ponte di Rialto, una perla veneziana. E ancora, il progetto Fendi su Trevi e altre fontane romane.

Per la verità contestualmente all'avvio del suo monumentale hotel in via Manzoni, Giorgio Armani è intervenuto nella dirimpettaia chiesa di San Francesco di Paola, costruita da Marco Bianchi nel 1728 e ritenuta forse l'esempio più importante di barocco-rococò che ci sia a Milano.

Anche a proposito di dove trovare gli investimenti necessari per salvaguardare il Duomo, all'inizio dell'estate si era guardato verso il mondo della moda, uno dei pochi a veleggiare bene anche in questi tempi non brillanti, se non altro grazie all'accumulo in periodi migliori di patrimoni importanti. E sicuramente nell'elenco in questione non manca Giorgio Armani.

 

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