GRANDI MANOVRE IN AUTOSTRADA – SCADE IL PATTO DI SINTONIA, CHE CONTROLLA ATLANTIA (AUTOSTRADE E ADR): IL 10% DI GOLDMAN SACHS FA ROTTA VERSO IL FONDO SOVRANO DI SINGAPORE

Marigia Mangano per “Il Sole 24 Ore

 

luciano benetton 002 lapluciano benetton 002 lap

Due soli soci industriali di lungo periodo, la famiglia Benetton e il fondo del Governo di Singapore, e nessun patto di sindacato. È questo lo scenario che nelle ultime ore starebbe prendendo piede per il futuro di Sintonia, la holding controllata dalla famiglia Benetton (66,4%) e partecipata da Mediobanca (5,95%), Goldman Sachs (9,98%) e Gic, Governo di Singapore (17,68%) a cui fa capo il controllo di Atlantia (45,56%). Il 21 ottobre si è aperta formalmente il termine per inviare le disdette al patto di sindacato, che scade la prossima primavera. Finora non sarebbe stata inviata alcuna missiva formalmente (c'è tempo fino al 21 dicembre).

 

Tuttavia, secondo quanto ricostruito dal Sole 24 Ore, di recente ci sarebbe stato un incontro informale tra gli azionisti in cui sarebbe stata presa in considerazione la possibilità di procedere alla scissione. In particolare Goldman Sachs (9,98%) avrebbe fatto sapere agli altri soci di optare per il disimpegno.

 

LOGO AUTOSTRADELOGO AUTOSTRADE

Questo per diversi motivi. Intanto la natura (e le esigenze) dei grandi soci di Sintonia non è omogenea. Perché se da un lato c'è la famiglia Benetton e Singapore più interessati a una strategia industriale di lungo periodo, dall'altro ci sono partner finanziari più interessati alla valorizzazione della quota.

 

Mediobanca, come è noto, ormai da alcuni anni sta portando avanti una precisa strategia in proposito, ovvero lo smantellamento delle partecipazioni finanziarie a favore di un maggior focus sul core business. Fonti vicine alla banca, tuttavia, fanno sapere che le consultazioni sono ancora in corso e nessuno scenario può essere escluso al momento.

 

Per Goldman Sachs, invece, la scelta di procedere verso un disimpegno risponderebbe principalmente alla constatazione che il vecchio progetto della holding è ormai tramontato e oggi Sintonia è focalizzata sulla gestione di un solo asset. Alla luce di ciò, fonti autorevoli riferiscono che ci sarebbero dei colloqui informali con il partner di Singapore per cedere solo una parte del pacchetto nelle mani di Goldman. In questo modo, dunque, Gic salirebbe dall'attuale 17,68% di Sintonia almeno sopra il 20%. Qualcuno ipotizza anche che la partecipazione possa rilevata interamente.

 

Si vedrà. Il risultato finale, ad ogni modo, vedrebbe Atlantia con due soci chiave: i Benetton che entrerebbero in possesso del 30,25% del gruppo quotato e Singapore che avrebbe una partecipazione (sempre che la quota di Goldman sia rilevata interamente) che potrebbe oscillare dal 9 al 12%.

 

LOGO 
ADR
LOGO ADR

Sembra dunque giungere al termine l'avventura di Sintonia. La maxi fusione tra Atlantia e Gemina-Adr, del resto, ha ridisegnato anche la mission della holding. Il progetto originario era diverso. Nata per fare investimenti internazionali nel settore delle infrastrutture, Sintonia ha dovuto nel corso del suo percorso scontrarsi con una crisi congiunturale assai complessa.

 

Con il risultato finale di un ripensamento della strategia, oggi focalizzata solo sulla gestione dell'unico asset italiano in portafoglio, ovvero Atlantia (45,56%), a cui fa capo, dopo la maxi aggregazione perfezionata lo scorso anno, da un lato Autostrade per l'Italia e dall'altro Aeroporti di Roma.

autostradeautostrade

 

Il nuovo assetto societario vede quindi una holding, non quotata, controllare una società quotata a cui fanno capo due differenti business.

 

Fin qui il fronte più industriale. Sullo sfondo la struttura finanziaria. E qui i numeri, a dispetto della profonda crisi che ha colpito negli ultimi anni tutti i settori, sono a favore dei soci. Lo scorso anno è stata completata la girandola di ricapitalizzazioni che era stata prevista nell'ambito dei patti parasociali.

 

aeroporti di romaaeroporti di roma

In particolare, l'ultimo aumento, perfezionato agli inizi del 2013, è stato fatto da Singapore: 221 milioni che hanno portato il partner estero a detenere il 17,68% di Sintonia. Con quest'ultima operazione l'importo investito dagli azionisti finanziari di Sintonia ha raggiunto i 2 miliardi, di cui 336 milioni investiti da Mediobanca, 700 milioni da parte di Goldman Sachs e un miliardo da Singapore.

 

 A fronte di ciò oggi Sintonia ha in pancia un asset, Atlantia appunto, che vale 15 miliardi in Borsa. Dunque il 45,54% di Sintonia sfiora i 6,8 miliardi. Il tutto a fronte di debiti che oggi sono intorno ai 400 milioni, ma già la prossima primavera dovrebbero azzerarsi. Ricapitolando, dunque, il 10% di Goldman, per esempio, vale oggi più o meno quanto ricapitalizzato (700 milioni) dalla banca d'affari e se si considera il flusso di dividendi dal 2007 in poi l'istituto chiude il bilancio Sintonia in utile.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…