
STARACE, SEARCH AND DESTROY! - L'AD DI ENEL MEGLIO DI UN MISSILE TELEGUIDATO: ''PER CAMBIARE UN'AZIENDA BISOGNA COLPIRE PLATEALMENTE CHI SI OPPONE AL CAMBIAMENTO E DISTRUGGERE I GANGLI. DOPO UN PO' SI ADEGUANO. A NESSUNO PIACE SOFFRIRE'' - LEZIONE DI GUERRA AGLI STUDENTI LUISS (VIDEO)
VIDEO - STARACE: ''CHI SI OPPONE AL CAMBIAMENTO VA FATTO SOFFRIRE. VANNO INSERITI I 'CAMBIATORI' E POI VA DISTRUTTA L'ORGANIZZAZIONE DALL'INTERNO''
Maurizio Di Fazio per www.ilfattoquotidiano.it
Francesco Starace, da due anni amministratore delegato Enel, si racconta agli studenti dell’Università LUISS di Roma (Ateneo in stretto rapporto con Confindustria).”Come si fa a cambiare un’organizzazione come Enel?” domanda uno dei ragazzi dalla platea.
RENZI STARACE BRUGNARO BIANCO DECARO BANDA LARGA
E lui non si fa pregare: “Innanzitutto ci vuole un gruppo di persone convinte su quest’aspetto. Basta un manipolo di cambiatori. Poi vanno individuati i gangli di controllo dell’organizzazione che si vuole cambiare. E bisogna distruggere, distruggere fisicamente questi centri di potere. Per farlo, ci vogliono i cambiatori che vanno infilati lì dentro, dando a essi una visibilità sproporzionata rispetto al loro status aziendale, creando quindi malessere all’interno del ganglo dell’organizzazione che si vuole distruggere”.
ryan o keeffe e francesco starace
La strategia del big manager, da gennaio anche co-presidente della comunità Energy Utilities e Energy Technologies del World Economic Forum e “appassionato di poesia”, non finisce qui: “Appena questo malessere diventa sufficientemente manifesto, si colpiscono le persone opposte al cambiamento, e questa cosa va fatta nella maniera più plateale possibile, sicché da ispirare paura o esempi positivi nel resto dell’organizzazione. Questa cosa va fatta velocemente, con decisione, senza requie – sostiene Starace con fare calmo -. Dopo pochi mesi l’organizzazione capisce, perché alla gente non piace soffrire. È facile (sorride)”.
Applausi dalla platea dei manager del domani. “La paura? – continua Starace – Non la paura: come dire, se il cambiamento siamo convinti, è giusto, e tutto sommato il capo sono io, quindi si fa. E dopodiché la cosa succede”