SUPER RETATA PER UNA SUPERTRUFFA NEI CONFRONTI DELL'ENPAM, L'ENTE PREVIDENZIALE DEI MEDICI ITALIANI - LE FIAMME GIALLE HANNO ESEGUITO 47 ORDINI DI PERQUISIZIONE, IMPIEGANDO 150 UOMINI, NELLE PROVINCE DI ROMA, MILANO, GENOVA, FIRENZE, FERRARA E FROSINONE - INDAGATI IL PRESIDENTE DELL'ENTE, EOLO PARODI E ALTRI TRE- L'INDAGINE RIGUARDA GLI INVESTIMENTI IN DERIVATI (PERDITE POTENZIALI PER 500 MILIONI) E TRE OPERAZIONI IMMOBILIARI, CON UN ESBORSO COMPLESSIVO DI CIRCA 590 MILIONI, GIUDICATE “ANOMALE E SOSPETTE” DAI PM…

Sole24ore.com

parodi eoloeolo parodi

Truffa aggravata nei confronti dell'Enpam, l'ente previdenziale dei medici italiani. È queata l'ipotesi di reato per la quale sono indagati dalla Procura di Roma il presidente dell'Ente, Eolo Parodi, Leonardo Zongoli, direttore generale fino al 2005 e poi consulente dell'Ente fino al 2007, Roberto Roseti, responsabile del Servizio gestioni finanziarie dell'Ente.

L'indagine riguarda gli investimenti in derivati dell'Enpam in relazione ai quali gli investigatori del Nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza di Roma stimano perdite potenziali a carico dell'Ente per 500 milioni. Nell'ambito della medesima indagine, le Fiamme Gialle, su disposizione del procuratore aggiunto, Nello Rossi, e del Pm, Corrado Fasanelli, hanno eseguito 47 ordini di perquisizione, impiegando 150 uomini, nelle province di Roma, Milano, Genova, Firenze, Ferrara e Frosinone.

L'inchiesta della procura di Roma sull'Enpam, avviata a giugno dello scorso anno, si allarga dai derivati agli investimenti immobiliari dell'Ente. Questo secondo filone di indagine, al momento ancora senza indagati, riguarda in particolare tre operazioni immobiliari, con un esborso complessivo di circa 590 milioni, giudicate «anomale e sospette» dai Pm.

Si tratta di operazioni concluse dall'Enpam mediante il fondo Ippocrate, interamente partecipato dall'Ente e gestito dalla First Atlantic Real Estate, società che alla fine dello scorso anno si è fusa con Fimit Sgr dando vita a Idea Fimit.

 

Nel mirino degli inquirenti c'è anzitutto l'acquisto, a marzo del 2011, del palazzo della Rinascente a Milano da Prelios per 472 milioni. L'operazione ha fruttato al venditore (Prelios) una plusvalenza del 30% (circa 108 milioni di euro) rispetto al precedente acquisto effettuato il 28 maggio del 2007.

CONTROLLI GUARDIA DI FINANZA jpeg

L'attenzione degli inquirenti è rivolta anche ad altre due operazioni svolte a Roma. In particolare, un immobile in via del Serafico (zona Eur) acquistato il 31 marzo del 2009 dalla First Atlantic per 58 milioni di euro facendo realizzare alla società venditrice, la Belgravia Invest, una plusvalenza del 100% (29 milioni di euro).

Infine, sotto la lente degli inquirenti è finito l'acquisto di un immobile, sempre in via del Serafico, per 59 milioni di euro effettuato il 4 febbraio del 2010 e che ha fatto realizzare alla società venditrice, la Coedimo, una plusvalenza del 62,61% (23 milioni di euro), rispetto al precedente acquisto effettuato il 15 dicembre del 2009. Nel decreto di perquisizione viene spiegato che le due società venditrici degli immobili a Roma «risultano collegate e organiche al cosiddetto Gruppo Pulcini che fa capo» all'imprenditore Antonio Pulcini.

L'inchiesta sull'Enpam era stata avviata nella primavera scorsa e riguardava perdite per circa 500 milioni di euro legate ad investimenti in prodotti derivati (titoli contenenti ampi margini di rischio). Gli accertamenti sono partiti nello scorso giugno sulla base di un esposto presentato a maggio da componenti attuali, ed ex, del cda di Enpam, nonchè dai presidenti degli Ordini dei medici di Catania, Ferrara, Bologna e Latina nel quale si chiedeva di fare luce sulla trasparenza della gestione del patrimonio dell'istituto.

GUARDIA DI FINANZA jpegenpam

Nei mesi scorsi erano state effettuate delle perquisizione presso la sede dell'ente a Roma e di Mangusta Risk (società di consulenza finanziaria dell'ente) che hanno portato all'accertamento dell'ingresso nel portafoglio immobiliare dell'ente di strumenti finanziari di tipo derivato, ad alto tasso di rischio, per un ammontare complessivo di quasi 3miliardi di euro, pari a circa un terzo dell'intero patrimonio della Fondazione. Gli inquirenti hanno verificato che alcuni di questi titoli hanno perduto gran parte del loro originario valore, anche sino all'80%, con perdite potenziali di circa 500 milioni di euro.

 

 

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