A UN TASSO DAL BARATRO – IN EUROPA UN IMPRESA SU QUATTRO (IL 24,7%) RISCHIA DI FALLIRE, SE LA BCE NON DOVESSE ALLENTARE LE CONDIZIONI FINANZARIE E DECIDESSE DI TENERE ALTI ANCORA A LUNGO I TASSI DI INTERESSE– IL RAPPORTO SULLA COMPETITIVITÀ DELL’ISTITUTO DI STATISTICA: A ESSERE PIÙ COLPITE SAREBBERO LE AZIENDE DI SERVIZI…
(ANSA) - Nello scenario avverso in cui la Bce non dovesse allentare le condizioni finanziarie per le imprese, "fino a un quarto delle società di capitali potrebbe andare sotto la linea di galleggiamento, specie terziario". Lo ha spiegato Stefano Costa, primo ricercatore presso il Servizio per l'analisi e la ricerca economica e sociale dell'Istat, durante il briefing di presentazione del Rapporto sulla competitività dei settori produttivi dell'Istat. Il rapporto indica che "a seguito del rialzo dei tassi d'interesse, ne 2022-23 il 24,7% delle imprese 'in salute' o 'fragili' potrebbe divenire 'a rischio' o 'fortemente a rischio'.
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L'inasprimento della politica monetaria - si legge nel Rapporto dell'istituto statistico - ha provocato, dal 2022 e per tutto il 2023, "un diffuso peggioramento delle condizioni di finanziamento per le imprese manifatturiere (a fine 2023 la quota di chi lo segnalava era cinque volte più elevata rispetto al periodo 2015-2019), in particolare a causa dell'aumento dei tassi d'interesse, che ha aumentato anche i casi di 'domanda scoraggiata': a fine 2023 quest'ultima spiegava oltre la metà dei casi di mancato ottenimento del credito. Il peggioramento ha riguardato tutte le classi dimensionali e, tra i comparti produttivi, è stato più sentito nella stampa, nel coke e raffinazione e nel sistema moda".
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A differenza della manifattura, nel 2023 nel terziario l'indice del fatturato (+3,9%) è aumentato in tutti i settori, con dinamiche diverse: in rallentamento nei servizi legati al turismo (+14,2% per alloggio e ristorazione, +3,3% per agenzie viaggio, stabile nelle attività professionali (+6,0%), più debole per commercio all'ingrosso (+3,3%, nonostante il +22,4% del commercio di autoveicoli) e trasporto e magazzinaggio (+1,0%). Segnali di peggioramento delle condizioni di acceso al credito sono presenti, ma meno diffusi che nella manifattura; nel 2023 il deterioramento è più marcato per le attività di ricerca e sviluppo, vigilanza e investigazione, attività sportive, di intrattenimento e di divertimento, trasporto terrestre e mediante condotte.
Anche nei servizi, tuttavia, prevalgono attese di peggioramento del ciclo economico: per il primo semestre 2024 preoccupano in particolare l'indebolimento della domanda interna (per il 60% delle imprese dei servizi Ict), il reperimento della forza lavoro (circa il 50% nei servizi turistici) e i rincari energetici (43% per logistica e servizi turistici). Nel 2023 - spiega poi il rapporto - il persistere della dinamica inflazionistica ha aperto un evidente divario tra l'andamento degli scambi in valore e in volume.
A parte il caso degli autoveicoli (+6,5% in volume, a fronte del +15,1% in valore), gli andamenti dei prezzi hanno sostenuto la dinamica delle vendite in valore, a scapito delle quantità, nei macchinari (-2,9%, a fronte del +8,8% in valore) - che confermano una tendenza già emersa l'anno precedente -, nell'alimentare (-3,1% in volume, +7,0% in valore), nelle bevande (-4,4 e +2,1% rispettivamente), nella farmaceutica (-1,5 e +2,9%). Coke e raffinazione (-9,3% in volume, -23,4% in valore), carta (-18,5 e -14,5%), legno (-13,7 e -8,4%) e prodotti da minerali non metalliferi (-14,1 e -6,5%) si segnalano invece per una contrazione delle vendite all'estero sia in valore sia in quantità.