IL MIGLIO AL VERDE - SCHIACCIATA DA 30 MILIARDI DI DEBITI E CON LA TAGLIOLA “DOWNGRADING” SUL COLLO, TELECOMITALIA TRATTA L’INGRESSO DELLA CASSA DEPOSITI E PRESTITI - L’IDEA DI PATUANO E BERNABE’ CON BASSANINI, E’ UNA SOCIETA’ PER LA GESTIONE DELL’ULTIMO MIGLIO IN RAME (51% A TELECOM, 49% A CDP) - IN BALLO ANCHE AGCOM - MA CHI COMANDEREBBE? BEBE’ BERNABE’ NATURALMENTE PENSA A UNA GOVERNANCE BY TELECOM….

Massimo Sideri per Corriere della Sera

Il tabù è infranto: «La possibilità di raggiungere una societarizzazione è certamente una di quelle a cui si guarda con interesse da entrambe le parti» ha detto venerdì l'amministratore delegato di Telecom Italia, Marco Patuano, commentando il memorandum of understanding con Fastweb e riferendosi alla Cassa depositi e prestiti (Cdp). Il famigerato spin off della Rete, di cui nessuno osa parlare da anni nei corridoi degli uffici del gruppo telefonico, almeno da quando costò il posto con annesso scandalo (vogliono di nuovo l'Iri?) al consigliere dell'allora primo ministro, Romano Prodi, Angelo Rovati.

Ma cosa c'è di vero? Per una volta molto. Telecom sta trattando la separazione societaria dell'ultimo miglio in rame. Il modello che ha in testa il presidente, Franco Bernabè, è quello della vecchia Snam rete gas: il 51% della società a Telecom e il 49% a Cdp. Questa è la condizione che il manager, ex Eni, considera imprenscindibile e che limita il perimetro dell'operazione. Scissione societaria ma non proprietaria.

Come mai un cambio così netto rispetto a solo un anno fa quando l'ingresso di Cdp era visto come uno scippo? Presto detto: le pressioni degli azionisti pressati a loro volta da 30 miliardi di euro di debiti. Standard&Poor's ha confermato la tripla B sull'indebitamento di lungo periodo della società, mentre Fitch ha già fatto capire che anche la cessione di un asset come Telecom Italia Media non avrebbe un grande impatto sul giudizio, in quanto a prevalere è l'esposizione al mercato nazionale.

Il rischio di un downgrade a BBB- non è così peregrino. Il ruolo del falco lo sta giocando Patuano, pronto a dare il via a una nuova era per il gruppo. Bernabè fa un po' la colomba, anche se de facto sta trattando con Franco Bassanini, a capo sia della Cdp che di Metroweb, e con la nuova AgCom di Angelo Cardani.

Solo mettendoli in questa prospettiva si comprendono i messaggi incrociati che i due fronti Telecom e Cdp si sono scambiati pubblicamente per tutta l'estate: mentre si parlava di negoziati sulle 30 città che Metroweb vuole coprire con il fiber to the home, una tecnologia che manda in cantina l'importanza dell'ultimo miglio in rame di Telecom come unico accesso negli appartamenti, in realtà si giocava il braccio di ferro sulla partita vera, la separazione societaria, che emerge solo usando la loro personale macchina Enigma.

Per quanto possa sembrare non al passo con i tempi una partecipazione dello Stato attraverso la Cdp (e dunque il Tesoro) nella società della rete Telecom, il vero nodo non è però la maggioranza assoluta che dovrà restare nella cassaforte del gruppo. Cdp che ha appena venduto una quota dell'Eni per acquistare Snam rete gas sarebbe disponibile al ruolo minoritario. E difatti la trattativa adesso si sarebbe arenata sulla governance. Chi esprimerà il consiglio e, soprattutto, l'amministratore delegato della nuova entità? Bernabè non ha dubbi: maggioranza nostra, consiglio nostro.

Cdp, chiaramente, non sarebbe disposta a cedere su tutto pagando e basta. La palla, dunque, potrebbe passare ai piedi di Cardani. L'Agcom ha un doppio ruolo nella partita: in primis sarà chiamata a svolgere il compito di controllore degli accessi. Ma, oltre a questo, ha in mano la carota-bastone della definizione temporale delle tariffe di unbundling: Bernabè avrebbe chiesto all'autorità certezze per i prossimi anni, cosa che sa di non poter avere. Anche se Cardani potrebbe decidere di fornire delle forchette attendibili dell'evoluzione di questi prezzi. Gli altri operatori concorrenti sulla rete fissa, Vodafone e Wind, si sono sempre lamentati in questi anni della parità di trattamento sull'ultimo miglio.

Una questione annosa che trova una narrativa parallela, mutatis mutandis, anche sul mercato del gas. Ed è per questo che con la separazione societaria l'autorità starebbe ragionando su un comitato di sorveglianza che permetta continui controlli sulla gestione della concorrenza. Cardani, d'altra parte, non avrebbe posizioni preconcette sul modello Snam rete gas per la rete.

Come bocconiano è un liberista nel senso «giavazziano» del termine (Il liberismo è di sinistra). Infine c'è il tema della valutazione delle linee telefoniche da conferire nella newco, ma qui vale il motto: business as usual. Insomma, il dossier di cui tutti sanno ma nessuno parla, come il segreto di Pulcinella, è sul tavolo di tutti. Il risultato non è scontato, ma per Bernabè è comunque una vittoria. Il rame voleva preservare e il rame difenderà con tanto di società.

 

 

MARCO PATUANO E FRANCO BERNABE Bassanini Angelo Rovati ANGELO CARDANI

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