TELECOM-MEDIE – BERNABE’ BRINDA: LA7 NON E’ PIU’ IN VENDITA - LE COMPAGNIE TELEFONICHE EUROPEE STUDIANO COME REAGIRE INSIEME ALLO STRAPOTERE DI FACEBOOK E GOOGLE - ALTRO CHE CONCORRENZA! ALMUNIA BENEDICE IL “CARTELLO” - RETI UNIFICATE? BERNABE’ RINUNCIA ANCHE ALLO SPIN OFF - L’INCUBO SONO LE TELEFONATE ON LINE: ANCHE FB SI PREPARA ALLO SBARCO - GOOGLE ASSOLTA DALL’ANTITRUST USA…
Roberto Sommella per Milano Finanza
Telecom Italia accantona per ora i piani di cessioni domestiche e si lancia assieme alle big europee in una campagna senza precedenti: rispondere allo strapotere degli over the top americani, Google e Facebook in testa, con un vero cartello delle reti europee. E il bello è che la nascita di una società delle infrastrutture tlc nel Vecchio Continente è stata benedetta dalla Commissione Europea e dal titolare della Concorrenza, Joachin Almunia.
La notizia, rilanciata ieri dal Financial Times e confermata dal commissario spagnolo, ha però un duplice effetto, tutto italiano, che taglierà la testa al toro a tante diatribe degli ultimi mesi: secondo quanto può anticipare MF-Milano Finanza, il colosso telefonico guidato da Franco Bernabè annuncerà a breve (forse già il 17 gennaio, giorno di un cda informale) la sospensione delle procedure di vendita de La 7 e più avanti prenderà ancora più tempo per lo spin-off della rete per il quale sono in corso contatti con la Cdp, superando la primavera e forse arrivando al 2014.
La ragione è molto semplice. Nel momento in cui Telecom Italia, assieme a France Telecom, Deutsche Telekom, Telefonica e Vodafone (tutte effervescenti ieri in borsa, rispettivamente con rialzi dell'8,84%, 4,61%, 3,42%, 4,17% e 1,94%) si apprestano a provare a condividere le rispettive reti per opporre un sodalizio robusto ai giganti Usa che sfruttano le loro infrastrutture, ogni dismissione infrastrutturale va in secondo piano.
Per i vertici delle tlc europee è arrivato il momento di attuare «una politica comune nelle telecomunicazioni» a fronte delle difficoltà di un settore che occupa 1,2 milioni di persone e perde fatturato ogni anno proprio per via della politiche aggressive e senza freni regolatori di Google & C, hanno riferito alcune fonti aziendali europee.
Il messaggio deve essere stato così convincente che, complice anche la crisi, Almunia, che questi cartelli dovrebbe vietare, è stato più che comprensivo. Una rete infrastrutturale paneuropea in cui riunire gli operatori di tlc, attivi in mercati nazionali attualmente frammentati (100 operatori in Europa, solo due negli Stati Uniti), è «realmente al centro di una discussione tra i ceo delle maggiori compagnie europee e sarebbe auspicabile», ma un piano del genere «sarebbe un'iniziativa solo delle imprese e non della Commissione Europea», ha detto Almunia.
Il piano anti over the top (in Francia Google e altri sono state invitati a investire nella rete) è stato affrontato nel corso di un incontro tra i leader delle più grandi compagnie telefoniche europee, Bernabè incluso, e Almunia il 28 novembre scorso nell'ambito di una riunione con Etno, l'associazione europea degli operatori di telecomunicazioni. Perché i grandi incumbent europei, gli ex monopolisti, hanno deciso di non farsi più la guerra?
Sono due i detonatori che li hanno spinti a mettere a punto una strategia comune con il benestare di Bruxelles: l'assoluzione di Google da parte dell'Antitrust americano dopo oltre un anno di indagini sulla sua posizione dominante e l'ingresso di Facebook nel business delle telefonate online: campanelli d'allarme troppo forti per ignorarne i possibili effetti devastanti.
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