BOLLORÉ NON MOLLA SENZA FARE LA GUERRA - IL CDA E VIVENDI STUDIANO UN RICORSO D’URGENZA AL GIUDICE CIVILE CONTRO LA MOSSA DEL COLLEGIO SINDACALE, CHE SI È SOSTITUITO A LORO E HA REINTRODOTTO LE RICHIESTE DEL FONDO ELLIOTT ALL’ASSEMBLEA DEL 24 APRILE - IL CDA SI È DIVISO SULLO STIPENDIO DI GENISH E SUL BONUS DI 30 MILIONI DI AZIONI DA DESTINARE AL MANAGER
1. TIM, CDA E VIVENDI PREPARANO I RICORSI
Francesco Spini per la Stampa
Il consiglio di amministrazione di Tim si dà appuntamento al 9 aprile per «discutere delle eventuali azioni» da prendere dopo la mossa del collegio sindacale. L' organo di controllo si è sostituito al consiglio di amministrazione tuttora in carica (degli 8 consiglieri dimissionari targati Vivendi, di cui 7 resteranno in carica fino al 24 aprile, giorno della prima delle due assemblee convocate) e ha ordinato di reintegrare l' ordine del giorno con le richieste di Elliott. Stando così le cose, il 24 aprile il fondo potrà mettere ai voti i suoi 6 candidati guidati dall' ex ad dell' Enel Fulvio Conti con buone probabilità di successo.
L' ultima parola però non è stata ancora scritta. Il cda di Tim ieri si è riunito per deliberare sui premi per i manager relativi al 2017 (Mbo): siccome il «sì» è arrivato a maggioranza e il loro voto è stato determinante, il presidente Arnaud de Puyfontaine come l' ad Amos Genish hanno deciso di rinunciare a tale bonus. Per il resto il cda sulla questione sindaci ha scelto il rinvio: deciderà il da farsi il 9 aprile, l' ultimo giorno utile per recepire l' integrazione (obbligatoria) dell' ordine del giorno e termine per la presentazione delle liste per l' assemblea del 4 maggio, quella che Elliott - in caso di vittoria nella prima assemblea - ritiene ormai inutile.
Il cda di Tim, però, vuole muoversi con cognizione di causa. Prima di far volare le carte bollate - con un ricorso d' urgenza secondo l' articolo 700 del codice di procedura civile - attende di «ricevere dal collegio sindacale la documentazione prevista dalla legge», le motivazioni insomma. Anche i legali di Vivendi stanno lavorando per promuovere un' analoga azione che accerti l' eccesso di «zelo» da parte dei sindaci nel sostituirsi a un cda giudicato «inerte», anziché rivolgersi a un giudice. L' obiettivo è riportare lo scontro decisivo al 4 maggio, con la battaglia tra liste e più favorevole ai francesi.
Il duello tra il fondo attivista Elliott, fondato da Paul Singer, e il gruppo transalpino Vivendi, che fa capo a Vincent Bolloré, approderà nelle aule di giustizia. In ballo c' è anche la strategia futura di Tim che riguarda pure una delle attività che lo Stato considera strategiche: la rete di accesso e la sua societarizzazione. Se l' ad Genish vuole che Tim detenga il controllo anche a seguito della separazione, gli uomini di Elliott invece sono pronti anche a promuovere una vendita della quota di maggioranza.
Fatto curioso, che non è passato inosservato nelle ultime concitate ore, è che il presidente del collegio sindacale di Tim, Roberto Ruggero Capone, tra i più attivi e determinati nella decisione finita sotto i riflettori, ricopre il medesimo ruolo anche in Cdp Equity, la holding di partecipazioni di Cassa Depositi e Prestiti che ha il 50% (l' altra metà è dell' Enel) di Open Fiber, la società concorrente attiva nella banda ultra larga che Elliott vorrebbe fondere proprio con la nascitura società di rete di Telecom.
A proposito di sindaci, ieri Vivendi ha presentato la lista in vista della votazione, il 24 aprile, per il loro rinnovo. Nomi nuovi, tutti italiani, in attesa di vedere le mosse di Elliott e Assogestioni.
La prova generale dello scontro, ben più duro, per ribaltare il cda di Tim.
2. IL CONSIGLIO TIM SI DIVIDE SULLO STIPENDIO DI GENISH
Sara Bennewitz per la Repubblica
Il consiglio di amministrazione di Telecom Italia, che ieri all' unanimità ha votato il piano industriale di Amos Genish, si è spaccato sul bonus milionario da pagare in azioni ai manager al raggiungimento degli obiettivi di quel piano. L' ultima parola sugli 85 milioni di azioni gratuite, di cui 30 milioni riservate a Genish, spetta all' assemblea del 24 aprile, ma ormai è chiaro che il divario tra i consiglieri dimissionari espressione di Vivendi e quelli di Assogestioni è insanabile. Genish e il presidente Arnaud de Puyfontaine hanno inoltre dovuto rinunciare al loro bonus 2017, altrimenti nessun dirigente Telecom l' avrebbe percepito, perché non ci sarebbe stata la maggioranza in cda.
Se è vero che Genish e de Puyfontaine hanno rinunciato a circa 800 mila euro di emolumento, sarebbe stato difficile non retribuire i dirigenti Tim dopo che l' ex ad Flavio Cattaneo, avendo raggiunto i risultati dell' intero anno già a luglio, incassò il bonus 2017 in anticipo andandosene con un assegno da 25 milioni. Ieri il cda ha inoltre convocato un nuovo consiglio il 9 aprile, per fare il punto sull' ordine del giorno dell' assemblea del 24 aprile dove, stando al parere unanime del collegio sindacale, il fondo attivista Elliott avrà la facoltà di chiedere di votare la revoca di 6 consiglieri Vivendi - ancorché dimissionari - e la nomina di 6 nuovi consiglieri.
Gli avvocati di Vivendi ( che ha il 23,9%% di Tim) hanno dubbi al riguardo e si riservano azioni legali, una volta letto il parere motivato dei sindaci. Ieri infine, Vivendi ha stilato la nuova lista per il rinnovo del collegio sindacale, che fa tabula rasa del vecchio organo di vigilanza. I francesi candidano Marco Fazzini, Francesco Schiavone Panni, Giulia De Martino, Pietro Mastrapasqua e Mara Vanzetta, sfiduciando così l' attuale collegio, tra cui la stessa Gabriella Cheriscla, che era stata cooptata in quota Vivendi nella primavera dello scorso anno.