
TRUMP ERA PARTITO PER TRIVELLARE, FINIRÀ TRIVELLATO – CON IL SUO FOLLE "DAZISMO", HA FATTO TRACOLLARE IL PREZZO DEL PETROLIO SOTTO I 60 DOLLARI AL BARILE. UN LIVELLO SUICIDA PER I PRODUTTORI AMERICANI DI SHALE OIL, CHE HANNO BISOGNO DI PREZZI MOLTO PIÙ ALTI PER GUADAGNARE QUALCOSA. RISULTATO? L’INDUSTRIA AMERICANA POTREBBE TAGLIARE LA PRODUZIONE, E MANDARE IN ROSSO LA BILANCIA COMMERCIALE DI GREGGIO… - LO "SGARBO" DEI SAUDITI E DELL'OPEC: AUMENTO DEI BARILI E E TAGLI AI PREZZI
Estratto dell'articolo di Flavio Bini per “la Repubblica”
https://www.repubblica.it/economia/2025/04/13/news/petrolio_prezzo_usa_economia-424124584/
Drill baby Drill è il mantra con cui Donald Trump vuole rottamare anni di strategia di decarbonizzazione a favore di un ritorno massiccio all’estrazione di petrolio. Letteralmente «trivella baby, trivella ». Ma l’auspicio del presidente Usa, coerente con un Paese che al momento è ancora il maggiore produttore mondiale di oro nero, rischia di rivelarsi un boomerang per il settore produttivo a stelle e strisce.
Lo sanno bene alla Casa Bianca che hanno esentato le loro importazioni energetiche dalle barriere contro Canada e Messico. Ma non basta, perché le ombre di una recessione, che ridurrebbe inevitabilmente la richiesta di petrolio e gas; e quelle di interventi tariffari contro altri Paesi stanno deprimendo le quotazioni dei futures. E prezzi troppo bassi rischiano infatti di non rendere più conveniente trivellare […]
L’allarme ha cominciato a suonare all’indomani dell’annuncio dei nuovi dazi reciproci decisi di Trump […]. Ad affondare è stato anche il greggio Wti, la miscela di diversi tipi di petrolio estratta e lavorata negli Stati Uniti che rappresenta uno dei principali riferimenti per i prezzi, sceso mercoledì a quota 57 dollari e ai minimi dal 2021.
La parziale retromarcia di Trump ha dato un altrettanto parziale ossigeno alle quotazioni, che ora stazionano poco sopra i 60 dollari. Numeri che fanno tremare le gambe all’industria Usa dell’oro nero. La società di ricerca Rystad Energy ha stimato ad esempio che il prezzo medio di breakeven per la redditività del settore petrolifero statunitense è di 62 dollari al barile. Cioè se sul mercato il prezzo è molto più basso estrarre il petrolio negli Stati Uniti costa più di quello che si guadagna vendendolo.
Donald Trump Mohammad bin Salman
Sulla discesa del prezzo - che danneggia anche i conti della Russia, che sugli incassi del petrolio fa ampio affidamento, pesa anche la prospettiva di un incremento della produzione mondiale. Il 3 aprile scorso, incurante dei possibili effetti derivanti dagli annunci di Trump della vigilia, gli otto produttori riuniti sotto l’ombrello dell’Opec+ hanno deciso che da maggio la produzione salirà di 411 mila barili al giorno.
«La decisione, unita alla recente mossa dell’Arabia Saudita di abbassare i prezzi delle esportazioni di petrolio verso l’Asia, indica una visione potenzialmente ribassista del mercato », ha scritto in una nota George Pavel, general manager di Naga.com Middle East. Il tutto senza dimenticare che due tra i principali produttori mondiali, Russia e Venezuela sono oggetto rispettivamente uno delle sanzioni internazionali e l’altro di dazi secondari da parte degli Usa, finalizzati a colpire chiunque acquisti petrolio da Caracas.
Secondo Pavel, a questo punto «il declino del mercato potrebbe imporre un cambiamento nel panorama dell’offerta, in quanto i produttori si trovano ad affrontare prezzi più bassi.
Poiché i produttori statunitensi di shale oil hanno bisogno di prezzi del petrolio superiori a 65 dollari al barile per rimanere redditizi, la produzione potrebbe diminuire» negli Stati Uniti.
[…] Oltre ad avere abbattuto i prezzi, le mosse del presidente Usa rischiano poi di causare un secondo clamoroso autogol. È grazie allo shale oil che gli Stati Uniti hanno potuto invertire a partire dal 2021 il saldo della propria bilancia commerciale di greggio. Cioè ora, grazie alla massiccia produzione shale , esportano più petrolio di quanto ne importino dall’estero. Ma far scendere i prezzi troppo in basso […] rischierebbe di peggiorare ulteriormente il deficit commerciale statunitense, vera e propria ossessione di Trump.
bacini di shale oil in america
Secondo Bloomberg una discesa dei prezzi fino a 50 dollari, abbatterebbe la produzione di un milione di barili al giorno costringendo Washington ad importarne 750 mila barili dall’estero. Il risultato: 14 miliardi di ulteriore sbilancio commerciale verso l’estero. Con buon pace del presidente Usa. Il cui motto andrebbe ora ricalibrato: trivellate, ma fuori dagli Stati Uniti.