jean pierre mustier

UNICREDIT: INIZIA LA CURA MUSTIER, CEDE IL 10% DI FINECO. BREXIT FA SALTARE L’OPERAZIONE CON SANTANDER – MPS, GLI SQUALI CREDONO A RENZI E PADOAN – TIMORI IN EUROPA PER LE BANCHE: I TEDESCHI PARLANO DI UN FONDO DA 150 MILIARDI, MA DIJSSELBLOEM LI RIMBALZA

Camilla Conti per “il Giornale

 

jean pierre mustier jean pierre mustier

Il Monte dei Paschi resta in cima alle preoccupazioni del governo Renzi e continua a rimbalzare a Piazza Affari (ieri +7%) con gli investitori che scommettono su un esito positivo della trattativa fra Roma e Bruxelles mentre, secondo indiscrezioni, la garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze bancarie (Gacs) dovrebbe entrare pienamente in vigore tra fine luglio e inizio agosto.

 

Ecco perchè a salire ieri sono state anche le azioni del Banco Popolare (+3,51%), insieme a Bpm (+2,92%), Bper (4,67%) e Intesa (+2,27%).

 

ghizzonighizzoni

Gli «allarmi» della Borsa sono invece scattati per un'altra big del credito: Unicredit. Nel giorno del debutto in cda del nuovo amministratore delegato Jean Pierre Mustier, che ha preso il posto di Federico Ghizzoni, il titolo ha perso il 2,89 per cento. A listini aperti ha infatti iniziato a circolare l'indiscrezione, rilanciata dal sito internet del Financial Times, secondo cui la banca starebbe per abbandonare le trattative con il colosso spagnolo Santander per creare un polo del risparmio gestito europeo da 5,3 miliardi a causa delle incertezze legate alla Brexit.

 

SANTANDER SANTANDER

Ma Mustier ha subito gettato acqua sul fuoco: «A oggi stiamo lavorando per cercare di trovare una soluzione e andare avanti nella transazione. Questo è oggi lo stato dell'arte su Pioneer», ha spiegato in serata incontrando la stampa. Il cda ha inoltre varato il piano di cessioni che gli investitori chiedono da tempo annunciando a Borsa chiusa la cessione del 10% di FinecoBank (nel 2014 era già stato collocato sul listino il 30%) che ai prezzi di ieri vale attorno ai 340 milioni.

 

Il faro resta, dunque, puntato sulle banche nostrane. Che però non sono le uniche a soffrire nel «così fan tutti» del sistema creditizio del Vecchio Continente. Anche perché su 53 istituti europei sottoposti ai famigerati stress test dell'Eba, il cui verdetto si conoscerà il 29 luglio, soltanto cinque italiane (Mps, Unicredit, Intesa, Ubi e Banco Popolare).

mpsmps

 

Non è un caso se ieri, qualcuno, ha parlato della necessità di varare un fondo di salvataggio da 150 miliardi per ricapitalizzare le banche europee.

 

E a lanciare l'idea non è stato un italiano ma un tedesco: David Folkerts-Landau, capo economista di Deutsche Bank. In un'intervista rilasciata al quotidiano Die Welt spiega: «Gli istituti del vecchio Continente sono minacciati da una lenta spirale di lungo termine verso il basso e devono far fronte a 2mila miliardi di crediti deteriorati, i tassi negativi della Bce, così come le basse quotazioni in Borsa, rendono difficile per gli istituti raccogliere da soli capitale sul mercato».

 

L'economista ricorda, inoltre, che «le norme comunitarie prevedono un sufficiente grado di flessibilità» e che «l'intervento pubblico è possibile a condizione che azionisti e creditori si assumano oneri pari almeno all'8% del passivo della banca».

quartier generale di Deutsche Bank a Francoforte quartier generale di Deutsche Bank a Francoforte

 

Certo, aggiunge subito Folkerts-Landau, bisogna «prestare particolare attenzione all'Italia, le cui banche hanno 350 miliardi di crediti deteriorati». E «probabilmente questo è il punto più basso», dice schierandosi con quelli che «l'Italia è la Cenerentola d'Europa». Ma se, come ha stimato anche Goldman Sachs, al nostro sistema bancario servono almeno 40 miliardi per risanare i bilanci e uscire dal tunnel, di chi sono gli altri 110? Di certo, una è la stessa Deutsche Bank, reduce dalla bocciatura agli stress test americani di qualche settimana fa.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?