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UNICREDIT VERSION - GHIZZONI NON ERA OBBLIGATO A INCOLLARSI LA POP VICENZA: LA LETTERA DI GARANZIA DIMOSTRA CHE SENZA LA QUOTAZIONE, LA BANCA MILANESE POTEVA GIRARE I TACCHI E LASCIARLA SALTARE. PER QUESTO È DOVUTO INTERVENIRE IL GOVERNO COL FONDO ATLANTE

1. UNICREDIT: STAMPA IPOTIZZA RITARDI SU PIANO EST EUROPA

FEDERICO GHIZZONI E GIUSEPPE VITA FEDERICO GHIZZONI E GIUSEPPE VITA

 (ANSA) - Il piano di Unicredit di assumere il diretto controllo delle attività nell'Europa centrale e dell'est da Bank Austria potrebbe subire dei ritardi in quanto la separazione potrebbe rivelarsi più costosa del previsto. Lo scrive il quotidiano austriaco Der Standard, secondo quanto riporta Bloomberg. Unicredit punta a completare la separazione entro settembre in modo da renderla valida a partire dal primo gennaio 2017. Un portavoce di Bank Austria ha affermato a Der standard che la riorganizzazione verrà completata antro quest'anno.

 

 

2. UNICREDIT, ECCO LA LETTERA DI GARANZIA SULL' AUMENTO DELLA POPVICENZA

Fabrizio Massaro per il “Corriere della Sera

conchita wurst volto di bank austria la banca di unicredit conchita wurst volto di bank austria la banca di unicredit

 

A un certo punto della contesa sul salvataggio - cioè se Unicredit fosse o no obbligata a comprare le azioni della Popolare di Vicenza - le due banche hanno cominciato a litigare anche sulle vocali. «Nel contratto c' è scritto che se non va in Borsa la garanzia non vale», diceva Unicredit. «Non è vero», replicava la banca veneta, «nella lettera è scritto "offerta in Borsa e/o aumento di capitale". È stato usato un "o". Quindi resta l' obbligo di garantire un miliardo e mezzo di euro, anche se la quotazione non riesce».

 

«Non è vero! Ai vostri soci in assemblea è stato spiegato che senza la quotazione la nostra garanzia non scatta». «Sì, è vero, l' arrivo in Borsa era la via principale. Ma questo non conta. Dal contratto si intuisce che la garanzia vale anche senza quotazione».

 

BANK AUSTRIABANK AUSTRIA

Il dialogo è di fantasia ma riassume puntualmente il cuore dello scontro legale che tra febbraio e marzo ha visto contrapposte la Popolare di Vicenza, pressata dalla Banca centrale europea per trovare 1,5 miliardi di euro entro fine aprile per evitare il bail-in, e Unicredit, che aveva sottoscritto una garanzia preliminare sulle azioni che sarebbero rimaste invendute nel collocamento in Borsa.

ghizzoni palenzona ghizzoni palenzona

 

È stato anche l' esito di quel contratto ad aver deteriorato la percezione di Unicredit sul mercato. Molti osservatori - compreso il presidente di Quaestio sgr Alessandro Penati, che gestisce il Fondo salva-banche Atlante - sostengono che se Unicredit avesse dovuto farsi carico delle azioni della Popolare di Vicenza avrebbe indebolito in maniera rilevante il suo stesso patrimonio. E dunque Atlante sarebbe nato più per salvare Unicredit che la Vicenza.

 

gianni zonin stefano dolcettagianni zonin stefano dolcetta

«È un equivoco, una leggenda metropolitana», ha replicato venerdì il presidente di Unicredit, Giuseppe Vita, al Sole 24Ore : «Tutti ne parlano ma in pochi sanno come sono andate le cose. Molto semplicemente, è stato siglato, peraltro in ben altre condizioni di mercato, un contratto standard di pre-garanzia che poneva una serie di 14 condizioni per la trasformazione in una garanzia piena, tra cui la quotazione in Borsa. In più c' erano anche le consuete market adverse conditions: quando abbiamo visto che si erano verificate, e che la banca non era libera di far slittare l' operazione per onorare le richieste della Bce, abbiamo informato le autorità competenti e si è avviato il cantiere di Atlante».

francesco ioriofrancesco iorio

 

Vediamo allora questo contratto, che tante polemiche ha suscitato. Formalmente è segreto ma è stato allegato integralmente nel prospetto informativo della Vicenza: chi ha la pazienza di arrivare fino in fondo, lo troverà a pagina 932.

È stato siglato il 17 settembre 2015 dalla branch tedesca di Unicredit e poi girato a fine ottobre alla capogruppo italiana. È una lettera di intenti indirizzata a «Mr. Francesco Iorio, ceo of Popolare di Vicenza», con in coda i pareri degli avvocati che argomentano in «legalese» sulle sue interpretazioni.

 

Tra le condizioni previste nei 14 punti c' è che la Vicenza da popolare diventi una spa, che l' aumento sia senza diritto di opzione, che ci sia l' ok della Bce al piano, che ci siano le condizioni favorevoli alla quotazione. Ma soprattutto che la quotazione riesca. Unicredit, dopo aver sondato gli investitori, ha preso atto che quelle condizioni non c' erano. È stato allora che è partito il braccio di ferro legale tra le due banche: se la garanzia avesse avuto comunque valore anche senza ipo, Vicenza sarebbe finita nella pancia del garante.

ALESSANDRO PENATIALESSANDRO PENATI

 

Ma Unicredit non avrebbe «mai» potuto assorbire la PopVi, ha specificato venerdì Vita: «Lo avrebbero impedito le condizioni avverse del mercato, che non abbiamo comunicato per evitare ulteriori danni al sistema». Era uno scontro che non poteva finire in tribunale. Si è risolto al Tesoro e in Banca d' Italia. Con il varo di Atlante.

 

 

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