CARTA STRACCIA - SE A “REPUBBLICA” I VECCHI BACUCCHI NON VOGLIONO MOLLARE LA PENNA A SCAPITO DEI PIÙ GIOVANI, AL “CORRIERE” NON VA MEGLIO: CHIUDE I BATTENTI “IL MONDO”
1 - ALTRO CHE GIORNALE DEMOCRATICO A «REPUBBLICA» FAIDE E MINACCE
Andrea Cuomo per "il Giornale"
Patti sconfessati, assemblee roventi, entrate a gamba tesa della direzione, sindacalisti che si dimettono, numeri che cambiano, sfoghi, redazione spaccata e un vero e proprio scontro generazionale. Sono giorni poco democratici nel quotidiano più dem che c'è, vale a dire Repubblica , alle prese con una difficile vertenza interna che si inquadra nello stato di crisi del quotidiano di largo Fochetti, nei conti che non tornano e nella conseguente necessità di sfoltire un corpo redazionale ormai pletorico, che conta quasi 450 unità .
Un esercito diviso in due veri battaglioni l'un contro l'altro armato: quello degli assunti negli ultimi quindici anni, con stipendi lauti e prebende varie; e quello degli «juniores», che magari firmano in prima pagina ma hanno un netto in busta da metalmeccanico o poco più.
L'ultima battaglia di una guerra che va avanti da mesi si è combattuta martedì, secondo giorno di una assemblea iniziata lunedì e talmente incandescente da richiedere i tempi supplementari. Sul tavolo l'intesa sottoscritta a dicembre che prevede il prepensionamento di 58 giornalisti attorno ai sessant'anni e con stipendi pesanti.
Una soluzione scelta con un referendum interno in cui era prevalsa la linea dei giovani rispetto a quella più cara agli anziani, poco propensi a farsi da parte, e soprattutto alla direzione e all'azienda: la cassa integrazione a rotazione di tutta la redazione.
Quest'ultima garantirebbe alla proprietà un maggiore risparmio immediato (laddove i prepensionamenti, conditi da scivoli e buonuscite varie, avrebbero dato i loro frutti sui malmessi conti di Repubblica dopo molto tempo) e avrebbe salvato i big, alcuni dei quali, mormora radiocorridoio, in forza al cerchio magico del direttore Ezio Mauro.
Insomma, l'assemblea si apre con l'obiettivo di ratificare quanto già firmato, ma il clima è cambiato. Tra i giornalisti prima favorevoli ai 58 accantonamenti c'è più d'uno che mormora contro il patto dei prepensionamenti. Vengono presentate due mozioni: una si appiglia ad alcuni cavilli per rimettere in discussione quanto già deciso e invita il Cdr (il Comitato di redazione) a ritornare dall'azienda per ridiscutere tutto. A quel punto è l'inferno: la mozione viene votata per alzata di mano in un clima che i presenti descrivono con parole che vanno da «pressing» a «intimidazione».
A mettere il sale sulla coda di molti giornalisti la presenza- irrituale in questo genere di assemblee - di componenti della direzione (come i vicedirettori Massimo Giannini e Dario Cresto- Dina) e dell'ufficio centrale. Qualcuno racconta addirittura di fotografie scattate a chi vota contro la linea direttoriale.
In questo clima plumbeo l'assemblea finisce per approvare con 170 voti a favore e 130 contrari la mozione, stravolgendo quanto era stato deciso (con voto segreto) un mese prima. Il Cdr si sente sfiduciato e si dimette. La trattativa piomba nel caos. Lo spettro della cassa integrazione di solidarietà si allunga sui giornalisti.
Il clima è plumbeo, come dimostra anche lo sfogo violento di cui si sarebbe reso protagonista pochi giorni prima lo stesso Mauro durante la riunione di redazione (spente le telecamere che riprendono l'appuntamento in diretta per il sito). Il direttore, sotto tiro perché sospettato di trattare alle spalle della redazione il suo contratto, avrebbe mandato a quel paese i suoi uomini, minacciando di mollare baracca e burattini.
2 - GUAI ANCHE IN CASA «CORRIERE»: CHIUDE «IL MONDO»
GDeF per "il Giornale"
Anche l'altro big dell'editoria,Rcs (che pubblica il Corriere della Sera ), continua a soffrire la crisi. Le perdite generate dalla controllata spagnola Unidad Editorial hanno già costretto nel 2013 la società a un aumento di capitale da 400 milioni, mentre un'altra tranche da 200 milioni è in programma entro il 2015.
I giornalisti, inoltre, sono sul piede di guerra dopo aver dovuto «digerire» la cessione della sede storica di via Solferino al fondo Blackstone. Al Corriere non è stata gradita la decisione dell'azienda di aumentare il prezzo di vendita a 1,40 euro in un momento difficile per la carta stampata. Alla Gazzetta dello Sport c'è un gran fermento: sono in arrivo 19 prepensionamenti e per gli altri a breve partirà la cassa integrazione a rotazione, mentre sarà chiusa la redazione Campania e tagliate le collaborazioni.
Al tempo stesso i dipendenti della «rosea» sono contrarissimi alla partenza di un sito di scommesse legato al brand del quotidiano. Oggi, inoltre, è in programma un incontro tra l'azienda e i giornalisti dei periodici. Lo stato di crisi con cassa integrazione sta per chiudersi: alcune testate sono state chiuse o dismesse, altre potrebbero esserlo. Per il settimanale Il Mondo (10 redattori) è probabile un accorpamento con il Corriere Economia . Nei primi nove mesi del 2013 Rcs ha perso 175 milioni di euro.
Corriere e Gazzetta , restano in sostanziale equilibrio economico, ma tutto il resto continua a dare problemi. Per l'ad Jovane le alternative non sono molte:o convince gli azionisti a mettere mano al portafogli (Fiat è salita al 20%, tra gli altri ci sono Mediobanca, Diego Della Valle e Intesa) oppure apre un tavolo di discussione con i soci «dissenzienti ». A ogni uscita pubblica Mister Tod's, infatti, critica la gestione all'insegna del duo Elkann-Bazoli.








