coronavirus, l'italia dei nuovi poveri

UN PAESE IN MUTANDE - LA PANDEMIA TRASCINERÀ ALTRI 5 MILIONI DI ITALIANI SOTTO LA SOGLIA DI POVERTÀ, CHE SI AGGIUNGERANNO AGLI OLTRE 8,8 MILIONI GIÀ CERTIFICATI. ALTRO CHE SHOPPING O SETTIMANE SUGLI SCI: QUESTE PERSONE FATICANO A METTERE IN TAVOLA PASTI DECENTI, FIGURARSI BRINDISI E CENONI – I NUOVI POVERI: QUASI DUE TERZI DI QUELLI CHE SI RIVOLGONO ALLA CARITAS SONO ITALIANI, MOLTI “WORKING POOR”, CETO MEDIO IMPOVERITO E IN ATTESA DI CASSA INTEGRAZIONE O BONUS DA 600 EURO

Valentina Conte per “la Repubblica”

 

 

volontari caritas 1

I quasi poveri rischiano di diventare nuovi poveri. Parliamo di 1,9 milioni di famiglie italiane messe da Istat giusto sopra la linea standard che separa chi può permettersi spese per una vita dignitosa e chi no. Erano lì fino ad un anno fa, se la cavavano, un' esistenza sul filo dell' arrangiarsi. Poi la pandemia. E la recessione.

 

Il 2020 potrebbe decretare il loro downgrading, a detta di statistici e sociologi. Farle scivolare giù nell' indistinto del bisogno. Fino ad aggiungersi a chi in quella povertà già ci vive: 3 milioni di nuclei, alla fine del 2019. Un dato anche buono, in leggera discesa. Ora travolto da una crisi devastante.

Coronavirus, l'Italia dei nuovi poveri

 

Il silenzio dei 14 milioni

E qui parliamo di povertà relativa che significa per una coppia non potersi permettere spese per mille euro o poco più al mese. Ma tra i poveri relativi ce sono molti assoluti, non in grado di garantire ai loro cari neanche l' essenziale: il pasto, l' affitto, un telefono, un mezzo per spostarsi. Il 2020 lascerebbe così in eredità al 2021 altri 5 milioni e mezzo di italiani in difficoltà, oltre agli 8,8 milioni esistenti. In totale, oltre 14 milioni.

working poor

 

Il dramma dei piccoli

Tra questi tanti minori, la triste frontiera della nuova povertà. Un milione e 137 mila under 18 già lo scorso anno erano in povertà assoluta: fame vera, poche o zero cure sanitarie, istruzione a intermittenza. Un altro milione potrebbe aggiungersi quest' anno, calcola Save the Children. Il dato impressiona.

 

coronavirus e poverta'

La chiusura delle scuole, la didattica a distanza, ha peggiorato le cose. Molti bambini contano sulle scuole per imparare, ma anche mangiare. Studiare e mettere in pancia un pasto completo. Un' emergenza mondiale, «un impatto catastrofico», si allarma la ong.

 

In attesa del bonus

La situazione in molti casi è drammatica. E i nuovi poveri non somigliano ai vecchi. Lo spiega bene la Caritas nel suo Rapporto 2020. Quasi la metà di chi si è rivolto ai centri d' ascolto e ai 62 mila volontari in questi terribili mesi, specie nei 69 giorni di lockdown ma anche dopo, non lo aveva mai fatto prima.

 

Coronavirus, l'Italia dei nuovi poveri

Nel 2019 i "nuovi" erano neanche un terzo. Tra aprile e maggio la rete Caritas ha registrato 446 mila richieste di aiuto per altrettante famiglie in crisi, scese poi in estate a 176 mila. Un numero pazzesco e pure sottostimato, perché non tutte le diocesi hanno inviato i dati.

 

«Ma già così siamo al 105% in più di persone assistite in aprile, nel Sud a +153%», dice Nunzia De Capite, sociologa e coautrice del Rapporto. Tra un pasto da asporto e una bolletta scaduta, emerge l' Italia dell' economia nera e grigia, quella sfiorata o anche ignorata dai 108 miliardi di aiuti messi in campo dal governo.

working poor 1

 

«Quasi i due terzi dei beneficiari sono italiani, un dato capovolto rispetto all' ordinario», spiega De Capite. Molti working poor, il ceto medio impoverito, lavoratori in eterna e insostenibile attesa della cassa integrazione o dei bonus da 600 euro. Autonomi, irregolari, stagionali, intermittenti, precari.

 

coronavirus poverta' 18

Dipendenti con la busta paga troppo leggera. Età bassa, famiglie giovani, bambini. Problemi con mutui e affitti. Ma anche impedimenti sanitari, psicologici, tecnologici. Manca tutto, non solo il cibo. I portatili per la scuola a distanza dei figli e la connessione a internet. I soldi per le rate e i farmaci di base.

 

«Fronteggiata l' emergenza, dobbiamo evitare che si trasformi in un eterno presente», dice don Francesco Soddu, direttore della Caritas. Il timore, condiviso da chi è in prima linea in quest' altra lotta a un male spesso invisibile ma tangibilissimo, è di una "normalizzazione" della povertà come nel 2008, la sua cronicizzazione. «Chi nel pre-Covid era in una condizione di criticità, vedrà aggravata la sua condizione di partenza. A questi si aggiungerà chi per effetto della pandemia inizierà a sperimentare gravi deprivazioni » .

Coronavirus, l'Italia dei nuovi poveri

 

Rdc e Rem

In Italia l' unico sostegno strutturale in campo è il Reddito di cittadinanza da 500 euro al mese, con tutte le sue ambiguità. In soli nove mesi, tra gennaio e settembre, i beneficiari sono schizzati di un quarto: 600 mila in più, 3 milioni totali.

 

coronavirus poverta' 8

Ma il Reddito ha un difetto: non arriva a tutti i poveri, a volte finisce pure a chi povero non è. Ha requisiti - reddituali, patrimoniali e di cittadinanza - molto stringenti. Il governo lo sa. Ecco perché a pandemia esplosa è corso ai ripari, duplicandolo nel Rem, il Reddito di emergenza: altri 700 mila beneficiari sin qui.

 

coronavirus poverta' 5

Ma siamo all' inizio e il governo stima una platea di 2 milioni di potenziali destinatari, indice di consapevolezza e timore. «In effetti molti dei nuovi poveri hanno poi chiesto e ottenuto il Rem, noi li abbiamo aiutati», ammette Nunzia De Capite.

 

Sommersi e non salvati A conferma del quadro devastante, anche i dati Censis. «Il mondo del sommerso, del lavoro informale, ai margini, riguarda 2 milioni di famiglie, con almeno un lavoratore irregolare», ricorda il direttore generale Massimiliano Valerii. «E nella metà di queste si lavora solo nel grigio o nel nero».

 

Censis prevede per 5 milioni di italiani un Natale in bianco, altro che shopping o settimane sugli sci. E questo perché faticano anche solo a mettere in tavola pasti decenti. Figuriamoci brindisi e cenoni. Almeno 600 mila finiranno in povertà assoluta - calcola ancora il Censis - sommati ai 4,6 milioni esistenti. Chi nel dicembre 2019 aveva un reddito di 900 euro, ora se lo ritrova ridotto di un terzo.

 

coronavirus poverta' 6

Il prezzo più alto lo paga insomma la "street economy". Spiega Luca Bianchi, direttore della Svimez: «Sono lavoratori fuori dal radar di ogni tutela, specie al Sud, i più colpiti dalla pandemia, assieme agli 800 mila giovani che cercano senza speranza una prima occupazione. Solo una parte di questi ha accesso al Reddito di cittadinanza. E questo contribuisce a rafforzare un' Italia diseguale». L' Italia che piange i suoi morti Covid. E si risveglia più povera e sola.

coronavirus poverta' 11coronavirus poverta' 17coronavirus poverta' 15coronavirus poverta' 14coronavirus poverta' 16coronavirus poverta' 10coronavirus poverta' 4coronavirus poverta' 12coronavirus poverta' 13coronavirus poverta' 7

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…