“SONO INNOCENTE. HANNO COLPITO ME PER EDUCARNE MILLE. CHIEDO SCUSA, MA SOLO SUL PIANO MORALE” - IL FILOSOFO PREFERITO DA CHIARA VALERIO LEONARDO CAFFO CONDANNATO A QUATTRO ANNI PER MALTRATTAMENTI ALLA EX COMPAGNA: “LEI HA DETTO DI AVERE PAURA DI ME? NON DEVE AVER PAURA DI NIENTE. NESSUNO PUÒ DUBITARE CHE IO ABBIA UN’ENORME CAPACITÀ DI INCASSARE MERDA SENZA DIRE NIENTE. NE INCASSERÒ ADESSO MOLTISSIMA ANCORA E CONTINUERÒ A INCASSARLA FINO QUANDO NON TOCCHERÀ A ME”
Giuseppe Guastella per corriere.it - Estratti
Si ha difficoltà a riconoscere l’imputato che è stato appena condannato a 4 anni di reclusione per innumerevoli maltrattamenti e violenze nei confronti della ex compagna nell’uomo che, provato dal verdetto, esce dall’aula del tribunale e dice di augurarsi che la sentenza serva ad educarne mille altri. Leonardo Caffo resta incollato al cliché di filosofo quando risponde alle domande, senza però rinunciare a proclamare: «Sono innocente».
Caffo, crede che questa condanna sia ingiusta?
«Sono molto dispiaciuto, rammaricato. Credo che i giudici abbiano fatto quello che era giusto fare secondo la loro coscienza».
(...)
Quattro anni di condanna. Come vede il suo futuro in attesa dell’Appello?
«Pessimo. Lo vedo pessimo. Mi spiace profondamente per tutte le persone coinvolte».
Le dispiace per la condanna o per ciò che è successo?
«Mi spiace di aver fatto una lotta per cercare di stare con mia figlia che è finita male. Tutto quello che ho provato a fare l’ho fatto per lei. Ho sicuramente fallito».
Tornando indietro, c’è qualcosa che vorrebbe cambiare?
«No. Perché se dovessi cambiare la cosa che andava cambiata (aver instaurato un rapporto con la donna che è accusato di aver maltrattato, ndr) non sarebbe mai nata mia figlia. Quindi, sono comunque felice che lei sia in vita e auguro a lei, a sua madre e a tutte le persone a loro vicine la vita migliore possibile, perché il bene non si cancella e il male si affronta».
La sua ex compagna ha detto di avere paura di lei. Cosa risponde?
«Che non deve aver paura di niente».
Lei si è professato paladino della battaglia contro la violenza sulle donne. Come si conciliano con questo il processo e, soprattutto, la condanna?
«Se posso essere sincero, spero ancora che non ci sia mai violenza nei confronti delle donne perché non vedo nessuna ragione di contestare una battaglia così sacrosanta. Va bene colpire uno per educarne mille, io sono stato colpito, speriamo che educhino gli altri mille. La violenza di genere c’è e io non diventerò mai il paladino dell’altro lato, non mi vendo al miglior offerente».
Sente di dover chiedere scusa?
«Siamo su un piano morale o su un piano penale?».
Morale.
«Sul piano morale mi sento di chiedere scusa, sì».
E su quello penale?
«È un piano diverso. Io non sono un belligerante, non lo ero prima, non lo sono stato durante (questa vicenda, ndr), non lo sarò dopo. Direi che nessuno può dubitare che io abbia un’enorme capacità di incassare mer... senza dire niente. Ne incasserò adesso moltissima ancora e continuerò a incassarla fino quando non toccherà a me».
Si sente vittima?
«È una parola che non userei mai. Farò ricorso in Appello per dimostrare la mia totale innocenza perché credo nella giustizia e per il bene di mia figlia».