1. SARÀ STATO L’ENTUSIASMO PER LA BELLA FIGURA DEI “CAFETEROS” AI MONDIALI IN BRASILE, FATTO STA CHE BEN DUE FESTE ROMANE PER FESTEGGIARE I 204 ANNI DI VITA DELLA COLOMBIA 2. DA UNA PARTE, ALLE TERME DI CARACALLA, È STATO ALLESTITO UNO SPAZIO PER LE FAMIGLIE, LE COPPIE, I BAMBINI, LE NONNE, MESSA INAUGURALE CON SALUTO DELL’AMBASCIATORE, DANZE FOLKLORISTICHE E PREMIAZIONE ANNESSA, VECCHIETTI IMBANDIERATI, AVANZI DI BALERA 3. DALL’ALTRA, SULLA CASILINA NEGLI SPAZI DI ROMA VINTAGE, C’ERA IL MONDO TRANS-GRESSIVO E SCULETTANTE DELLA BOGOTÀ IN TRASFERTA. TRANSESSUALI CON I LORO DEVOTI PORTABORSETTE, PALESTRATI DA CUMBIA, MINIGONNE ASCELLARI, BISTECCONI DAL BICIPITE FARCITO, FIERA NON CONVENZIONALE DELL’ORMONE IN LIBERA USCITA. QUE VIVA COLOMBIA!
Riccardo Panzetta per Dagospia
festa colombiana all'aranciera
Sarà stato anche l’entusiasmo postumo per la bella figura dei “Cafeteros” ai mondiali in Brasile - visto che l’esaltazione pallonara è l’ultimo residuato del nazionalismo che fu - fatto sta che le due feste romane per i 204 anni di vita della Repubblica Colombiana sono state più calienti del solito.
Le feste, al plurale.
Perché lo sdoppiamento dei festeggiamenti è la grande novità 2014 del Colombia Day. Una scissione che la comunità “cafetera” in Italia ha preteso per creare due habitat distinti: da una parte, alle Terme di Caracalla, è stato allestito uno spazio per le famiglie, le coppie, i bambini, il volto presentabile della Colombia emigrata; dall’altra, sulla Casilina negli spazi di Roma Vintage, c’era il mondo trans-gressivo e sculettante della Bogotà in trasferta. Transessuali con i loro devoti portaborsette, palestrati da cumbia, minigonne ascellari, bistecconi dal bicipite farcito, fiera non convenzionale dell’ormone in libera uscita.
festa colombiana all'aranciera caffe colombiano
Todos colombianos, s’intende (anche se c’erano parecchi sudamericans imbucati), ma con smanie festaiole agli antipodi. All’Aranciera di Caracalla c’era clima da scampagnata della domenica, profumo di brace, di arepas e di bandeja paisa (un piattone con riso, fagioli, platano maturo e carne di bovino).
Festa istituzionale e di maniera: messa inaugurale con saluto dell’ambasciatore, danze folkloristiche e premiazione annessa, anziane imbandierate, avanzi di balera - molti dei quali con la maglietta della nazionale - mamitas con passeggini a rimorchio, tutti a inforchettare granoturco e maiale. Pausa proteica tra un volteggio in pista e uno sbraco sul prato.
Tra gli stand s’aggirava, con abbronzatura doppio grill, il giornalista e scrittore Angelo Mellone, passato - ipse dixit - “a salutare un’amica” e la contessa Rosita Santucci, nota per essere una delle più importanti collezioniste di bambole al mondo.
festa colombiana all'aranciera coppia colombiana
Nello spazio di Roma Vintage, altro copione.
La Colombia godona, più verace e gaudente, non ha risparmiato sudori e calori. Gran carrellata di chiappe rigonfie a quattro atmosfere. Nutrita delegazione di transessuali di tutte le fogge e botulini, comprese le trans-matrone di vecchio conio, molto provate dal logorio della vita moderna.
Le adolescenti colombiane spiattellano la loro femminilità senza risparmio: rossettoni a scoppio, scollature procaci, gonne ombelicali, pantaloncini elasticizzati per insalamare rotondi coscioni. Una rivendicazione di sensualità che per le sudamericane in erba vale l’ingresso ufficiale in società.
Ma le senoritas in tiro hanno subito un brutto smacco: nella truce gara di ballo, imbastita alla meglio dagli speaker-intrattenitori, ha vinto a sorpresa una ragazza italiana. Short raso chiappa e cosce statuarie, la fanciulla ha ancheggiato con tale ardore da lasciare attoniti giuria, concorrenti e il pubblico ancora sobrio.
Non è ancora tramonto quando la “fiesta” rotola rapidamente verso l’ultracafonal. La serata s’attorciglia in un mappazzone di orgoglio bolivariano, culto devozionale al santo laico James Rodriguez, twerking esibito, sbornie malcelate e machismo tatuato.
festa colombiana all'aranciera claudia
Una strapaese del “famo du zompi” al sabor latino, dove la grande famiglia colombiana si compatta sotto la bandiera e si strattona per due Heineken di troppo. A prima sera s’avanzano grappoli di italiani a caccia di rimorchio.
Ma è troppo tardi: lunedì è dietro l’angolo. Fiesta sì, ma con juicio.
Que viva Colombia!