1. MONDIALE BELLISSIMO. IL PIÙ BELLO DI SEMPRE. PUÒ SUCCEDERE OGNI VOLTA DI TUTTO E TUTTO OGNI VOLTA SUCCEDE. ECCO LE 69 FOTO PIÙ SENSAZIONALI E MOZZAFIATO 2. VIGILIA AGITATA PER ITALIA-URUGUAY: LITIGI, MUSI LUNGHI E CASSANATE: PER LA DELUSIONE FANTANTONIO SPACCA UN BICCHIERE, BALOTELLI SEMPRE PIÙ CHIUSO IN SE STESSO 3. L’ULTIMA POLEMICA ESPLOSA È QUELLA TRA LO STAFF MEDICO E I PREPARATORI ATLETICI 4. C’È BISOGNO DI TENERE COMPATTO UN GRUPPO IN BAMBOLA, E IL SACRESTANO PRANDELLI SI AFFIDA AL BLOCCO JUVE E A UNA RETORICA DEGNA DI VITTORIO POZZO (“GIOCHIAMO ANCHE PER LA PATRIA”). MA IN CASO DI ELIMINAZIONE IL SUO FUTURO È A RISCHIO 5. DOMANI IN BALLO MOLTO PIÙ DEGLI OTTAVI: RIPETERE OGGI IL BOTTO DEL SUDAFRICA SAREBBE LETALE PER L’ITALIA, GIÀ FINITA NELL’ANTICAMERA DEL GRANDE CALCIO EUROPEO
andrea pirlo corre per il campo
1. DISUNITI ALLA RESA DEI CONTI L’ITALIA SI FA BIANCONERA E GLI SCONTENTI AUMENTANO
Massimiliano Nerozzi per "La Stampa"
la danza tra oscar duarte del costa rica e claudio marchisio
Non troppo uniti alla meta, e chissà se è pure per questo che alla fine Cesare Prandelli ricomporrà il telaio Juve, ma con la vernice azzurra: Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Pirlo e Marchisio tutti in campo contro l’Uruguay, duello già decisivo per il Mondiale.
C’è bisogno di tenere compatto un gruppo, non meno di assemblare una squadra. Anche se in pezzi, per ora, c’è andato solo un bicchiere, vittima dello sfogo di Antonio Cassano, deluso per non aver messo piede in campo con l’Inghilterra.
l ombra dell ecuadoriano walter ayovis si avvicina allo svizzero xherdan shaqiri
Se l’aspettava, era stato chiamato in Brasile per questo: niente posto fisso, ma almeno un contratto a tempo determinato, sul prato. È invece toccato ad altri entrare nella ripresa, a lui non è andata troppo giù, e non ha fatto molto per nasconderlo, nel ritiro di Mangaratiba. Ci hanno pensato i più esperti: «Calma, siamo appena alla prima partita, il Mondiale è ancora lungo».
il portiere iraniano alireza haghighi non riesce a parare il tiro di messi
E poi c’è Mario Balotelli, che dopo il gol divorato con la Costa Rica s’è un po’ chiuso in se stesso, quasi isolato. Salvo un po’ discutere ieri con il preparatore atletico, per alcuni esercizi. «Mi piace ridere, anche se a volte non sembra», ha scritto ieri su twitter, e somigliava a un’excusatio non petita. Non basta il bel sorrisone appiccicato su instagram, l’album fotografico del web, c’è anche il mondo reale. «Ridi, ridi», non a caso gli aveva gridato Chiellini, negli abbracci dopo la battaglia d’Inghilterra.
Non giocando, sta ovviamente peggio Cassano, che ha però colpe relative, al massimo ontologiche: è fatto così, da anni, in ogni squadra del pianeta, prendere o lasciare. Lo stesso Prandelli, a tre mesi dalle convocazioni, neppure ci pensava, salvo poi fare inversione, per le giocate in campionato, di Cassano, e quelle mancanti, di Giuseppe Rossi. Ma l’impatto sul gruppo è sempre stato ad alto rischio.
il belgio ringrazia i fan dopo aver battuto la russia
Il problema è che nel caso di FantAntonio, la soglia tra lo scherzo e l’esagerazione è sempre molto labile. Per dire, all’Europeo, un pomeriggio di cattivo umore si mise a tirare pallonate in tribuna, forti, a un paio di persone della Federcalcio. «Gran talento, ma enorme rompiscatole», ammette chiunque sia in ritiro.
Proprio dopo l’Europeo, che pure sportivamente filò alla grande, quasi nessuno avrebbe rivoluto Cassano, neanche in cartolina. Non c’era troppa affinità con parte del gruppo, e l’ammise lui stesso, qualche mese più tardi: «Ho detto di no alla Juventus: mi hanno cercato tre volte, ma io non voglio andarci, perché loro vogliono dei soldatini che vanno diritto, e io invece voglio girare a destra o a sinistra, uscire dai binari». Anche troppo. Rispose Leonardo Bonucci, ma avrebbe potuto essere qualsiasi altro juventino, perché il pensiero è sostanzialmente unico: «Più che soldatini...professionisti!». Nelle squadre, capita.
il ballo di oscar del brasile e di ivan rakitic della croazia
E proprio per questo, spirito di servizio, al suo arruolamento nessuno aveva detto una parola fuori posto, anzi: «Cassano s’è meritato la convocazione». Dopo di che, raccontano a Coverciano, il fantasista già cambiò comportamenti, quando dalla lista dei 30 si passò a quella dei 23, ovvero la certezza del Mondiale. Le chiacchiere s’infilano anche nello staff, se la faccenda del termometro brasiliano, ha alimentato il confronto, diciamo, tra area medica e chi ha invece curato la preparazione: è ovvio che qualcosa non ha funzionato.
Poi, al solito, la vittoria cementerà l’Italia, e tutti saranno sempre andati d’amore e d’accordo. In caso contrario, la Federcalcio ha già previsto il volo di ritorno, alle cinque della sera del giorno dopo, mercoledì. L’unica cosa che gli Azzurri vorrebbero perdere.
gli svizzeri festeggiano mentre il centrocampista granit xhaka sorride esausto per terra
2. CHE COSA CI GIOCHIAMO CONTRO L’URUGUAY
Paolo Brusorio per ‘La Stampa’
Cosa ci giochiamo contro l’Uruguay? D’accordo il passaggio agli ottavi, ma non solo. Fallire due Mondiali di fila è un’«impresa» che non accade dal nefasto Ventennio (calcistico, non quell’altro): dal 1950 al 1966 non svoltammo mai la prima curva, per non dire del ’58 quando nemmeno arrivammo alla fase finale. Ma stiamo parlando del medioevo italiano, il post Superga e non solo. Ripetere oggi il botto del Sudafrica sarebbe letale per il nostro movimento già finito nell’anticamera del grande calcio a livello europeo.
charles itandje del camerun non para il tiro della croazia
Quella che tradotta porta a valutare il marcatore principe della serie A (Immobile) neanche 20 milioni, roba che se avesse giocato nell’Everton sarebbero stati almeno 5 in più. Ma questa è la nostra quotazione, alla Borsa del calcio, inutile girarci intorno. Dopo l’eliminazione del 2010 la Federcalcio decise che era venuta l’ora di rifondare, di progettare e non più di improvvisare, di cambiare i vertici del pallone a cominciare dal ct per finire al settore tecnico. Quel piano ha tenuto eccome a Euro2012, anzi, il fatto che si sia persino rinforzato nonostante la batosta in finale la dice lunga di come fossimo sulla strada giusta. Almeno a livello di mentalità.
Ma uscire da questo Mondiale manderebbe ai rovi il lavoro fatto, lo boccerebbe in toto. Perché se almeno nel 2010 Lippi ebbe un paio di giustificazioni (la scelta di uomini influenzata dalla gratitudine per il 2006, gli infortuni di Buffon e Pirlo), qui le scusanti stanno a zero. L’unica che ci viene in mente è lo scarso livello del nostro campionato, che, però, ci pare essere più un’aggravante. Essere eliminati mette poi in seria discussione il futuro del ct. Prandelli ha prolungato il contratto per altri due anni e l’ha fatto prima di cominciare la spedizione brasiliana. A bocce ferme. Sicuri che l’eliminazione non cambi le carte in tavola? Un ct si giudica da questi particolari, dagli Europei e dai Mondiali. E dove sennò? Quindi perdere con l’Uruguay, oltre a ultra ridimensionare il nostro calcio, rimetterebbe in discussione il suo futuro. Avrebbe ancora senso continuare con Prandelli dopo un altro disastro mondiale? Secondo noi, no. Insomma, a Natal c’è in ballo molto più degli ottavi. Intendiamoci, superare l’ostacolo Uruguay non guarirebbe i nostri mali, ma almeno ci eviterebbe un’ imbarazzante ritorno a casa. E al medioevo
lo stadio visto attraverso un fan della colombia
3. MONDIALI: PRANDELLI, 'URUGUAY SENSO NAZIONE SUPERIORE A NOSTRO,CERCHIAMO EGUAGLIARLI'
(ANSA) ''L'Uruguay ha un senso patriottico che noi non abbiamo: ricordiamoci che siamo l'Italia, giochiamo anche per la Patria''. Cesare Prandelli si traveste da Vittorio Pozzo, e alla vigilia della sfida decisiva contro gli uruguayani fa appello anche ai valori della nazione per motivare gli azzurri.
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