“L’AUTONOMIA COMPORTA RISCHI PER LA COESIONE E LE FINANZE PUBBLICHE” – LA COMMISSIONE EUROPEA AZZANNA IL GOVERNO DUCIONI PER LA RIFORMA CARA ALLA LEGA, CHE POTREBBE AUMENTARE LE DISEGUAGLIANZE E AVERE CONSEGUENZE SUI CONTI. ANCHE LA CEI SFERZA LA MAGGIORANZA, CON IL PRESIDENTE, MATTEO ZUPPI (GIÀ FORTEMENTE CRITICO SUL PREMIERATO): “NON CI HANNO PRESO SUL SERIO, CHE DOBBIAMO FARE?”
1. LA COMMISSIONE EUROPEA BOCCIA LA LEGGE SULL’AUTONOMIA: “RISCHI PER LA COESIONE E LE FINANZE”
Estratto dell’articolo di Antonio Fraschilla per www.repubblica.it
«La devoluzione di ulteriori competenze alle regioni italiane comporta rischi per la coesione e le finanze pubbliche del Paese». La Commissione europea boccia senza appello il disegno di legge sull’autonomia differenziata. E lo fa proprio nelle stesse ore del voto finale alla Camera rendendo noto il “Report annuale sulle economie nazionali”. Report che dedica un paragrafo proprio al ddl Calderoli […]
[…] Scrive la Commissione: «[…] Il disegno di legge include alcune tutele per le finanze pubbliche, come le valutazioni periodiche delle capacità fiscali regionali e i requisiti per i contributi regionali per raggiungere gli obiettivi fiscali nazionali. Tuttavia sebbene assegni specifiche prerogative al governo nel processo negoziale, non fornisce alcun quadro comune per valutare le richieste regionali di competenze aggiuntive».
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La Commissione è preoccupata quindi per l’aumento delle diseguaglianze che l’autonomia così progettata rischia di portare al Paese: «Le regioni potranno richiedere competenze aggiuntive […] solo una volta definiti i corrispondenti “livelli essenziali di servizi”. Poiché i Lep garantiscono solo livelli minimi di servizi e non riguardano tutti i settori vi sono ancora rischi di aumento disuguaglianze […]».
Ma è proprio sul futuro dell’architettura istituzionale dell’Italia e sulla tenuta dei saldi contabili che la Commissione ha timori: «La devoluzione di poteri aggiuntivi […] aumenterebbe anche la complessità istituzionale, comportando il rischio di costi più elevati sia per il settore pubblico che per quello privato».
Il report ribadisce l’allarme lanciato da enti di ricerca italiani, come la Svimez, sul tema dei maggiori investimenti che invece sarebbero necessari per consentire al Mezzogiorno di competere con altre aree del Paese […]. La Commissione plaude alle azioni del governo Meloni che vanno invece in direzione opposta all’autonomia: «Alcune iniziative adottate a livello nazionale indicano un maggiore coordinamento centrale dell’azione politica, in particolare per il Sud. In generale una strategia industriale e di sviluppo per il Mezzogiorno migliorerebbe il valore aggiunto degli investimenti».
2. L'AUTONOMIA DIFFERENZIATA È LEGGE. ZUPPI: NON CI HANNO PRESO SUL SERIO
Estratto da www.avvenire.it
A margine di un convegno, di riforme istituzionali ha parlato anche il presidente della Cei. Sul premierato, ha detto il cardinale Matteo Zuppi, «ho risposto io con una raccomandazione per tutti e la ribadirei».
Se vogliamo che le riforme durino «devono avere un coinvolgimento di tutti. Cerchiamo di fare tutti quanti il possibile perché sia così». Quanto all’autonomia differenziata, ha aggiunto il porporato, come Cei «abbiamo fatto un documento ufficiale, quello che dovevamo dire lo abbiamo detto, si vede che non ci hanno preso sul serio, che dobbiamo fare?».
Anche il cardinale Pietro Parolin ha parlato dell'autonomia differenziata. Premettendo che il Vaticano «non ha competenza specifica» per commentare l'approvazione della riforma, il segretario di Stato ha osservato che «tutto è buono ciò che aiuta a far crescere la solidarietà». L’importante, ha aggiunto Parolin, è che l'autonomia differenziata «non crei nella sua attuazione squilibri, sperequazioni e differenziazioni tra una parte e l'altra d'Italia».
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