CONGELARE OGGI PER CONCEPIRE DOMANI – STA PRENDENDO PIEDE L’ILLUSIONE DI POTER FERMARE IL TEMPO CON IL “SOCIAL FREEZING”, OVVERO PRELEVARE I PROPRI OVOCITI E METTERLI IN UNA BANCA DI GAMETI, IBERNATI NELL’AZOTO LIQUIDO, FINO AL GIORNO IN CUI SI SCEGLIERÀ DI DIVENTARE MADRI – LA PRATICA STA PRENDENDO PIEDE TRA LE STAR VISTO CHE HA UN COSTO DI ALMENO 5MILA EURO PIÙ LE SPESE PER LA CONSERVAZIONE DEGLI OVOCITI – MA E' CERTO LA FORMULA MAGICA PER LA FERTILITÀ…
Estratto dell’articolo di Maria Novella De Luca per "la Repubblica"
[…] C’è però una nuova frontiera, i cui numeri in Italia sono ancora minimali ma in crescita veloce: è la sfida di “congelare” il tempo della fertilità. Riguarda le donne (per adesso), si chiama “social freezing” e ci dovremo abituare a questo termine inglese. Tradotto, non letteralmente, vuol dire prelevare i propri ovociti e metterli in una banca di gameti, ibernati nell’azoto liquido a meno 190 gradi, fino al giorno in cui si sceglierà (o si potrà) diventare madri.
Da noi è un fenomeno marginale assai, negli Stati Uniti è una pratica consolidata e pubblicizzata da testimonial famose, Sienna Miller ad esempio.
[…] Moda? Tecno-estremismo? In tempi di demografia in caduta libera la domanda resta aperta.
La top model Bianca Balti, ad esempio, lo ha già fatto due anni fa e adesso ha deciso di donare un congelamento di ovociti a sua figlia Matilde di 17 anni. «Quando avrai 21 anni ti regalo il social freezing così almeno fai la tua vita e se dovessi avere una gravidanza, gli ovociti li hai già».
[…] Sienna Miller, 40 anni, già mamma di Marlowe che ne ha nove, lo ha fatto perché «la biologia è crudele, non ti consente di scegliere e io vorrei un altro figlio. A 30 anni su una donna ci sono troppe pressioni », dice Sienna, «ora finalmente è sparita dalla mia vita quella minaccia esistenziale». Veronica Ferraro, 34 anni, fashion blogger, il suo rimpianto l’ha voluto invece condividere con un milione e quattrocentomila followers. «Con il mio compagno non riusciamo a concepire naturalmente. Che peccato non aver saputo anni fa che ci fosse la possibilità di congelare i miei ovuli».
Ecco, il cuore è questo. Seppure da una condizione privilegiata e già ben oltre l’età consigliata per il social freezing, Senna Miller e le altre dicono la verità: tra i 30 e 40 anni, l’età nella quale si inizia pensare (forse) alla maternità, la vita delle ragazze è fatta di precariato, aziende ostili alla maternità, carriere stroncate se ci si ferma per una gravidanza. Il rinvio diventa, di fatto, una necessità. Che si trasforma poi in un rimpianto quando il sogno si infrange su una fertilità ormai agli sgoccioli.
Così colossi tech della Silicon Valley come Apple e Meta da anni pagano alle proprie dipendenti il congelamento dei gameti. Beneficenza a dire il vero un po’ cinica per non perdere talenti femminili all’apice della creatività.
Detta così sembra la formula magica per la fertilità perenne. Antonino Guglielmino, ginecologo, invita però alla cautela. «I numeri del social freezing in Italia sono ancora assai limitati […] Però le controindicazioni non sono poche: oggi le donne che chiedono il congelamento degli ovociti hanno intorno ai 36 anni. Troppo tardi: a 35 anni la fertilità crolla in modo drastico. Poi i costi: sono tecniche totalmente private, il prezzo è di almeno cinquemila euro, più il mantenimento delle uova nelle banche dei centri».
Attenzione però alle illusioni facili, aggiunge Guglielmino. «Non si può utilizzare il social freezing come un ammortizzatore sociale per fare i figli a 40 o 45 anni […] Non si deve subordinare la maternità alle regole di un mercato che obbliga a rinviare un figlio, magari pagando alle donne il social freezing […]».
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