CONGELIAMO OGGI, PER FIGLIARE PIÙ FORTE DOMANI – SEMPRE PIÙ DONNE PRESERVANO LA PROPRIA FERTILITÀ CRIOCONSERVANDO GLI OVULI: LE LINEE GUIDA NAZIONALI CONSIGLIANO DI RICORRERE AL CONGELAMENTO TRA I 25 E I 37 ANNI E DI CERCARE UNA GRAVIDANZA ENTRO I 50, MA IN ITALIA SIAMO ANCORA LONTANI DA NUMERI IMPORTANTI – LA PRATICA È POCO DIFFUSA E HA UN COSTO CHE NON TUTTI SI POSSONO PERMETTERE: NON C’È NESSUNA ASSICURAZIONE DI GRAVIDANZA, MA…
Estratto dell'articolo di Caterina Stamin per “La Stampa”
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Serve un modo per fermare il tempo e la medicina, fortunatamente, tende la mano. Sono sempre di più le donne che decidono di ricorrere al social congelamento, letteralmente "congelamento sociale". Un termine che alla professoressa Laura Rienzi, embriologa e direttrice scientifica del gruppo Genera, non piace: «Abbiniamo quasi sempre la parola "social" al divertimento, mentre qui parliamo di un problema importantissimo che riguarda la società».
Si tratta di una pratica diffusa all'estero e sempre più ricercata anche in Italia, che permette di preservare la propria fertilità attraverso la crioconservazione degli ovociti. Nessuna assicurazione di gravidanza, come spesso erroneamente viene descritta, ma un'importante opportunità in più.
[…] La capacità riproduttiva si può perdere per diversi motivi, primo fra tutti un trattamento oncologico sia nell'uomo sia nella donna. […] Il social congelamento, la crioconservazione per motivi non medici ma personali, permette a chiunque di scegliere quando "fermare" le lancette. «Si procede prima con una piccola confezione farmacologica ormonale controllata, della durata di 10-12 giorni, per far maturare il più possibile i follicoli; poi si esegue un intervento chirurgico in sedazione profonda – aggiunge l'embriologa –. Non restano né cicatrici né tagli. Attraverso una sonda ecografica transvaginale e un ago si pungono i follicoli che contengono gli ovociti dopo la confezione. Poi in laboratorio queste cellule vengono crioconservate e possono rimanere così, ferme nel tempo, senza un limite».
I rischi I rischi dell'intervento sono minimi. Il problema è piuttosto legato al pericolo ostetrico di una gravidanza troppo in là nel tempo. È per questo che le linee guida nazionali consigliano di ricorrere al congelamento degli ovuli tra i 25 ei 37 anni e di cercare una gravidanza entro i 50.
[…] Riguardo ai costi, la crioconservazione è prevista all'interno di un percorso pubblico se vi sia indicazione medica, come per la chemioterapia, mentre il desiderio di una donna di congelare gli ovociti per avere l'opportunità di avere figli anche dopo la fine dell'età fertile non passa attraverso la sanità pubblica ma bisogna rivolgersi a un centro privato. «Il costo varia a seconda delle strutture, in genere è tra i 2. 500 ei 3. 500 euro per il prelievo e la conservazione degli ovociti, poi c'è il costo dei farmaci per la patologia, che può variare tra 1. 000 ei 1.500 euro». A questi si aggiunge la custodia degli ovociti all'interno di una bio banca, che oscilla tra i 100 ei 200 euro l'anno.
I numeri Sulla scia degli altri Paesi, anche in Italia il numero di donne che scelgono di preservare la loro fertilità aumenta di circa il 20% di anno in anno. Stando ai dati di Genera, specializzato in procreazione assistita, nel 2021 ci sono stati 189 trattamenti, saliti a 226 nel 2022.
Quest'anno, fino al 30 aprile, sono stati 105, più o meno il doppio rispetto allo stesso periodo 2022.
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Nessuna assicurazione Una possibilità in più, quindi.
«La crioconservazione – specifica l'esperta – non è un'assicurazione di gravidanza perché non è detto che quel lotto di ovociti conservato sia efficace. La possibilità di avere una gravidanza dipende da diversi fattori: in primis il numero di uova che congeliamo. In America, per esempio, si tende a fare tre o quattro cicli di crioconservazione ovocitaria per mettere da parte tanti ovociti. Poi, incide l'età biologica in cui sono stati prelevati gli ovociti, ma anche la qualità del seme del partner. In più, la natura ci riserva sempre sorprese».
In merito al numero delle pazienti che hanno avuto figli dopo la pratica, «i risultati ottenuti con ovociti di donne che preservano la fertilità per un social frozen o per un problema oncologico hanno la stessa resa: con meno di 35 anni, conservando 15 uova, si stima un 85% di possibilità di successo dopo la fecondazione in vitro, che con 10 uova si riduce al 60%. A 39 anni queste percentuali si dimezzano: un dato che fa capire il declino della qualità degli ovociti con l'avanzare dell'età».
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