facebook zuckerberg

2019, FUGA DA FACEBOOK - SCANDALI, CROLLI IN BORSA, LA QUESTIONE PRIVACY: GLI UTENTI SI STUFERANNO DI MARK ZUCKERBERG? SECONDO GLI ULTIMI DATI GLI UTENTI ATTIVI SONO IN CALO E IL 40% NON RIPONE ALCUNA FIDUCIA NEL SOCIAL NETWORK - MA CHI CAMBIA LO FA PER PASSARE A INSTAGRAM (CHE E' SEMPRE DI ZUCKERBERG...)

Francesco Malfetano per “il Messaggero”

 

insulti su facebook

Scandalo, crollo in borsa, promesse. È la sequenza ritmata che ha scandito il 2018 di Facebook. Un annus horribilis che ha quasi affossato il social network fondato da Mark Zuckerberg causando una perdita di valore di circa 180 miliardi di dollari, più o meno quanto il pil della Grecia.

 

zuckerberg

Dodici mesi che, dopo una partenza a rilento, da marzo in poi hanno scoperchiato il vaso di Pandora social. Prima si è scoperto che una società di consulenza, la Cambridge Analytica, ha utilizzato i dati sensibili di cui Facebook era in possesso per aiutare la campagna elettorale di Donald Trump, sollevando dubbi allarmanti sulla gestione della privacy da parte dei colossi della Silicon Valley.

 

#deletefacebook

Mesi dopo - nuove falle nella sicurezza, multe da parte delle autorità di tutto il mondo, un poco limpido controllo delle fake news e lo scarso interesse a tutelare i diritti umani - si è scoperto che il social di Zuckerberg vendeva ad Apple, Microsoft, Amazon e molte altre aziende, l' accesso esclusivo ai dati degli utenti. Così tra pochissimi alti e molti bassi il team di Menlo Park - la sede californiana del social - si è trascinato alla soglia del 2019 lasciando dietro di sé diversi milioni di utenti in tutto il mondo e soprattutto la fiducia incondizionata di un numero ancora maggiore di iscritti.

 

I DATI

MARK ZUCKERBERG

Secondo gli ultimi dati, infatti, nonostante alcuni picchi di iscrizioni nei paesi in via di sviluppo dal punto di vista del digitale, il numero di utenti attivi giornalieri va via diminuendo. Ad esempio nella sola Europa è calato di circa 1 milione di unità (da 279 a 278 milioni di iscritti).

 

Non solo, stando a uno studio condotto da una società di analisi americana, quelli che invece hanno evitato gesti estremi come la cancellazione dalla piattaforma comunque non ripongono più alcuna fiducia nel social: Facebook infatti, sarebbe l' impresa tecnologica di cui nel mondo ci si fida meno per il 40% degli utenti (al secondo posto Twitter e Amazon, con un ben più moderato 8%).

IL DECLINO DELL'IMPERO DI FACEBOOK

 

Una sfiducia che parrebbe aver contagiato anche i vertici del social network: Portal, l' ultimo dispositivo annunciato da Facebook, è una sorta di tablet con funzioni da assistente vocale da tenere in casa per videochiamare i nostri contatti che sul mercato arriverà con una specie di piccolo tappo per coprire la videocamera.

 

Un rimedio casalingo che a Menlo Park hanno deciso di vendere insieme al proprio prodotto perché sarebbero davvero in pochi a tenere in casa un dispositivo con una videocamera sempre connessa al proprio profilo Facebook.

 

#deletefacebook 1

Nonostante le vicissitudini, più o meno note al grande pubblico, a cancellarsi dal social network più popolare di tutti, non sono in moltissimi. Chi invece scappa dal social, sono i fondatori delle società acquistate da Zuckerberg e soci. A settembre ad esempio, i co-fondatori di Instagram (Kevin Systrom e Mike Krieger) hanno deciso di abbandonare l' azienda e un mese più tardi Brendan Iribe, co-fondatore di Oculus, ha fatto altrettanto. Senza dimenticare l' appello di Brian Acton, co-fondatore di WhatsApp, che a pochi giorni dall' esplosione dello scandalo di Cambridge Analyticainvitò gli utenti a cancellarsi da Facebook.

 

Un attacco interno che mesi più tardi, sempre Acton, continuò a portare avanti addirittura facendo mea culpa peraver venduto la privacy degli utenti WhatsApp quando acconsentì di cedere la sua azienda al colosso di Menlo Park.

 

ZUCKERBERG WIRED

Quello nuovo, quindi, si candida necessariamente ad essere un anno di svolta per l' universo dei social network. Al di là del sicuro spegnimento di Google+ - la piattaforma di BigG chiuderà i battenti a partire dal prossimo aprile - a cambiare saranno soprattutto le aziende riconducibili a Zuckerberg. Mentre per Instagram e Whatsapp si parla solo di aggiustamenti e correzioni principalmente rivolti a una maggiore invadenza delle pubblicità, Facebook nel 2019 dovrebbe apportare numerose modifiche: da un lato spingendo per la personalizzazione delle bacheche e per un rinnovato interesse nei Gruppi, dall' altro per la maggiore rilevanza della parte video.

 

Anche se per il momento le Stories in stile Instagram faticano a sfondare, la videocentrizzazione del social di punta della scuderia ci sarà e permetterà a Zuckerberg di scrollarsi di dosso responsabilità pesanti - su tutte quella per la diffusione di fake news - aggirando il problema piuttosto che risolvendolo.

 

LA TENDENZA

ECONOMIST FACEBOOKBLOOMBERG BUSINESSWEEK FACEBOOK

Per quanto riguarda i gruppi invece non si tratta di una novità vera e propria, piuttosto di una tendenza già iniziata nel 2018. Il rinnovato interesse per la privacy da parte degli utenti sta facendo vivere una seconda giovinezza (+40% lo scorso anno) alle community che condividono un qualche interesse.

 

Un' evoluzione che indica una sorta di ritorno alle origini del social network e cioè a quando la popolarità globale non aveva ancora trasformato degli spazi intimi in vere e proprie giungle piene di profili falsi, bufale e aggressività immotivata.Dopo questo 2018 però, gli utenti sembrano averne avuto abbastanza.

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?