GIUSTIZIA E' SFATTA – UN 29ENNE DI PAVIA HA EVITATO L’ERGASTOLO DOPO AVER UCCISO LA FIDANZATA 49ENNE: PER I GIUDICI SOFFRE DI UN DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITÀ, MOTIVO PER CUI È STATO CONDANNATO A 20 ANNI DI CARCERE. PER IL CONSULENTE LA PATOLOGIA, INSIEME ALL'ALCOL BEVUTO PRIMA DEL DELITTO, "GLI HA IMPEDITO DI CONTROLLARE GLI IMPULSI E LA SUA AGGRESSIVITÀ" – DOPO L’OMICIDIO È RIMASTO CON IL CADAVERE IN CASA PER QUATTRO GIORNI E…
Da Ansa
Alessio Nigro, condannato a 20 anni per l'assassinio della fidanzata Lidia Peschechera, soffre di un disturbo borderline di personalità e questo gli ha evitato l'ergastolo. E' scritto nelle motivazioni della sentenza della Corte d'Assise di Pavia, riportate da 'La Provincia Pavese', con la quale l'uomo ha evitato il carcere a vita. Per il consulente la patologia, insieme all'alcol bevuto prima del delitto, "gli ha impedito di controllare gli impulsi" e la "sua aggressività".
Nel delitto, quindi, ha avuto più peso "la patologia mentale" che la decisione della vittima "di porre definitivamente fine alla relazione affettiva" e di lasciare l'imputato "privo di un tetto e di un sostentamento economico". E' stato riconosciuto il vizio parziale di mente ed è caduta l'aggravante dei futili motivi. Nigro, il 29enne di Sant' Angelo Lodigiano, era accusato di avere strangolato Lidia Peschechera, 49 anni, la sera del 12 febbraio del 2021, e di essere rimasto da solo con il cadavere in casa per quattro giorni prima di essere scoperto, il pubblico ministero Diletta Balduzzi aveva chiesto l'ergastolo.
Per il consulente della Procura e quello del giudice delle indagini preliminari, Nigro non aveva un disturbo psichiatrico tale da condizionare la sua capacità di intendere e volere, né la sua lucidità era stata indebolita dalla dipendenza da alcol. Il perito della difesa aveva invece parlato di una "capacità di volere fortemente scemata" e di un disturbo borderline di personalità i cui effetti sarebbero stati amplificati dall'alcolismo cronico. Conclusione che ha prevalso.