“QUELLA DI DON MARTINELLI ERA UNA TENDENZA OMOSESSUALE TRANSITORIA LEGATA ALL’ADOLESCENZA” – IL VESCOVO DI COMO OSCAR CANTONI È STATO SENTITO COME TESTIMONE AL PROCESSO PER LE PRESUNTE VIOLENZE AI CHIERICHETTI DEL PAPA. E DIFENDE L’IMPUTATO, DON GABRIELE MARTINELLI: “DA QUANDO È A COMO HA TENUTO UNA CONDOTTA INECCEPIBILE…”
Roberto Canali per www.ilgiorno.it
È stata e lunga e dettagliata la deposizione fornita dal vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni, ascoltato ieri in Vaticano come testimone al processo per le presunte violenze ai chierichetti del Papa, consumate all’interno del Preseminario San Pio X gestito dall’Opera don Folci che dipende proprio dalla diocesi.
Una brutta storia di abusi, silenzi e complicità iniziata a settembre 2006 e proseguita fino al giugno nel 2012, quando a reggere la diocesi di Como c’era monsignor Diego Coletti, ma venuto alla luce solo più tardi grazie alla denuncia di una delle vittime e all’inchiesta compiuta dalla trasmissione tv "Le Iene".
Tra i tanti aspetti ancora da chiarire i 20mila euro chiesti dal vescovo di Como a don Gabriele Martinelli, imputato per i presunti abusi, da corrispondere a titolo di risarcimento al ragazzo che ha denunciato le violenze.
"Non una condanna perché il processo canonico non è mai iniziato – ha risposto monsignor Cantoni al collegio giudicante diretto dal magistrato Giuseppe Pignatone – Si tratta di una decisione presa al termine di un’indagine "votum episcopi" che diventerà esecutiva solo all’esito di questo processo".
gabriele martinelli in basso a destra
Il vescovo ha proseguito confermando che c’erano state segnalazioni su don Martinelli "per la sua condotta sessualmente inappropriata". "Una tendenza omosessuale transitoria legata all’adolescenza – ha spiegato – Don Martinelli da quando è a Como, prima come diacono poi come sacerdote, ha tenuto una condotta ineccepibile".
Da chiarire anche la posizione di don Enrico Radice, rettore del collegio e anche lui imputato per aver coperto l’operato di don Martinelli. Una sorta di terra di nessuno il Preseminario, nel cuore stesso del Vaticano, ma fuori dalla giurisdizione della Santa Sede come ha avuto modo di chiarire il vescovo con il vicario generale monsignor Angelo Comastri e il Segretario di Stato, il cardinale Parolin. Per anni sotto l’esclusivo controllo di don Radice e dell’Opera don Folci ora commissariata. "La diocesi è responsabile non solo delle questioni economiche ma anche di quelle pedagogiche – ha concluso monsignor Cantoni - sono molto preoccupato".
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