huawei cina usa

DON’T GO HUAWEI – AFFIDARSI AI FORNITORI CINESI NON SOLO È UN RISCHIO GEOPOLITICO (FA INCAZZARE GLI AMERICANI), MA HA ANCHE MOLTI COSTI “NASCOSTI”: IL VALORE DELLE POSSIBILI VIOLAZIONI PUÒ SUPERARE GLI 8 MILIARDI E MEZZO, RIMUOVERLI COSTEREBBE MOLTO MENO (600 MILIONI) SENZA CAUSARE RITARDI SIGNIFICATIVI… – LA SCELTA DI TIM

 

 

JOE BIDEN HUAWEI

BYE BYE CINA, CON DRAGHI SI CAMBIA SPARTITO - TIM HA CHIUSO DEFINITIVAMENTE E UFFICIALMENTE LE PORTE A HUAWEI SULLA REALIZZAZIONE DELLA RETE D'ACCESSO 5G IN ITALIA

https://www.dagospia.com/rubrica-4/business/bye-bye-cina-draghi-si-cambia-spartito-tim-ha-chiuso-definitivamente-268506.htm

 

IL 5G CINESE IN ITALIA? HA COSTI NASCOSTI MILIARDARI. TUTTI I NUMERI DI CEFRIEL

Gabriele Carrer per www.formiche.net

 

HUAWEI

L’Italia può permettersi i “costi nascosti” del 5G dei fornitori cinesi Huawei e Zte? È la domanda che sorge quasi spontanea sfogliando un recente studio condotto da un team multidisciplinare di ricercatori europei, guidati dal tedesco Brandenburg Institute for Society and Security.

 

I risultati italiani dell’indagine (che è stata finanziata da un bando del dipartimento di Stato statunitense) sono stati presentati durante il webinar “Reti 5G: quali sono i costi nascosti dovuti a tecnologia inaffidabile?” organizzato da Cefriel oggi, lo stesso giorno in cui Il Sole 24 Ore ha rivelato che Tim ha chiuso definitivamente e ufficialmente le porte a Huawei sulla realizzazione della rete d’accesso 5G in Italia preferendo all’azienda cinese la svedese Ericsson e la finlandese Nokia.

 

I COSTI NASCOSTI DEI FORNITORI CINESI

Al colosso di Shenzhen è stata inviata una lettera di disdetta di un contratto sottoscritto nei primi mesi del 2020, ha raccontato il quotidiano economico sottolineando gli strascichi del braccio di ferro tra Stati Uniti e Cina, l’avvento di “nuovo governo italiano caratterizzato da un forte atlantismo” (come dimostrano i recenti esercizi dei poteri speciali su 5G, fintech e semiconduttori) e il fatto che “le richieste ai vendor extracomunitari”, ossia la disciplina del Golden power e del Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica con il suo Cvcn (oltre alla toolbox europea), “rappresentano un aggravio non da poco per gli operatori”. “Il dover ovviare a obblighi documentali aggiuntivi in questa fase potrebbe aver convinto Tim a optare per una soluzione più ‘semplice’ e per questo più vantaggiosa”, ha aggiunto Il Sole 24 Ore.

huawei

 

Infatti, Huawei così come l’altra azienda cinese, Zte, – quelle che il governo degli Stati Uniti definisce fornitori high-risk o untrusted mentre per l’Unione europea (e dunque anche per la legislazione italiana) sono fornitori “extra Ue” – appaiono spesso economicamente e tecnologicamente competitive. Tuttavia, “sembra esserci una correlazione tra nazionalità dei fornitori, indice dello stato di diritto e rischio cibernetico”, ha spiegato Enrico Frumento, cybersecurity senior specialist di Cefriel. Ci sono, infatti, costi nascosti: quelli del ciclo di vita delle rete e quelli sostenuti da altri attori.

 

Eccoli.

 

huawei 2

Con una stima comparativa fra le nazioni dello studio, in rapporto al mercato italiano lo studio stima che i costi di collaudo di processi, tecnologie e software del Cvcn possano ammontare a circa 40 milioni di euro l’anno.

 

Quanto, invece, al rischio legato alla violazione dei dati il valore stimato per il 2024 (quando, cioè, si prevede una piena copertura 5G) è di circa 580 milioni di euro (ottenuto stimando le violazione dei dati durante il trasporto nella frazione di rete 5G operata da fornitori untrusted).

 

Tuttavia, il 5G cambia il paradigma (più dati circolano, maggiore è il pericolo di effrazioni): lo studio ipotizza, dunque, un incremento significativo delle violazioni. In quel caso, i costi stanno intorno agli 8,55 miliardi di euro per il 2024.

 

HUAWEI

L’inclusione di fornitori non affidabili nelle reti 5G potrebbe condurre a una perdita precontrattuale di clienti sensibili alla sicurezza per un potenziale spostamento della domanda pari a oltre 929 milioni di di euro sulle infrastrutture critiche. Per i settori ad alta intensità di Dpi (diritti di proprietà intellettuale), invece, lo spostamento della domanda relativo ai diritti di proprietà intellettuale verso operatori con reti “affidabili” sia intorno a 1,259 miliardi di euro.

 

Una soluzione alternativa considerata è di garantire la sicurezza della rete alla quale affidare i servizi critici costruendone una propria affidabile o un modello wholesale. Si stima che saranno impattate da questa scelta alcuni elementi delle reti di protezione civile ed emergenza per un costo di circa 700 milioni di euro. Il valore è calcolato proporzionalmente comparando i sevizi analoghi per Germania e Francia.

huawei

 

Come uscirne? Il Copasir ha stimato i costi di un Rip&Replace esteso a tutti i soggetti regolati dal Golden power in circa 600 milioni di euro e senza ritardi significativi. Un valore, spiegano gli esperti di Cefriel, in linea con i costi dichiarati da altri Paesi (Australia e Stati Uniti) che hanno deciso di rimuovere e sostituire i fornitori ad alto rischio.

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…