AGGIUNGI UN POSTO A TAV - GRILLO TORNA AD ATTACCARE L’OPERA “CHE APPARTIENE AL SECOLO SCORSO” MA DI MAIO FRENA: "SI RIDISCUTE" –– IL FORZISTA GASPARRI MENA DURO: "TAV, TAP, FLAT, CON QUESTO GOVERNO È TUTTO UN FLOP" - L’ OPERA È A RISCHIO MA È ENTRATA NEI PACCHETTI TURISTICI DEGLI OPERATORI DI TUTTO IL MONDO...
«Si è tornato a parlare di Tav, un' opera che appartiene allo scorso secolo, al passato, che rappresenta un mondo che non c' è più, un modo di fare economia e creare posti di lavoro che non ha più senso».
Beppe Grillo torna ad attaccare la Tav, lo fa con ben due post nel giro di poche ore e nel giorno in cui Luigi Di Maio frena sulla guerra pentastellata all' opera con la Francia.
Quello che Di Maio vuole evitare è dare l' idea al proprio elettorato che i Cinque Stelle siano disponibili ad una sorta di scambio - Tav no, Tap sì - un baratto che l' elettorato non capirebbe. Quindi ribadisce in una intervista al Corriere che Tav e Tap sono «opere non in correlazione». «La Tav - osserva il vicepremier - è nel contratto di governo e c' è scritto che va ridiscussa e il ministro Toninelli a breve incontrerà il suo omologo francese proprio per ripensare un progetto ideato 30 anni fa e non ci sono penali in caso di revisione.
Mentre sul Tap - aggiunge - bisogna ascoltare le comunità». Sul gasdotto in Puglia, conclude Di Maio «bisogna parlare con il sindaco di Melendugno e con i cittadini». Contro questi distinguo si scatenano le opposizioni: Andrea Mandelli di Forza Italia definisce i no M5s a Tav, Ilva e Tap «una follia», che oltre a provocare «un danno economico distrugge la credibilità italiana all' estero». «Chi vorrà più - si chiede Mandelli - investire in Italia? Obiettivo decrescita felice? No grazie!». Ancora più duro Maurizio Gasparri: «Tav, Tap, Flat, con questo governo è tutto un flop. La lista dei disastri che prepara il governo vale 60 miliardi».
BEPPE GRILLO - DI MAIO - DAVIDE CASALEGGIO
2. TAV, IN ITALIA LA BOICOTTANO PER GLI ALTRI È DA GRAND TOUR
Mario Ajello per il Messaggero
Non è il primo caso, e purtroppo non sarà l' ultimo. Perché l' autolesionismo italiano ha una storia plurisecolare. Il caso è questo. È mai possibile che la Tav venga considerata nel mondo un' eccellenza italiana, e insieme europea, agli occhi del mondo e noi invece ce ne vergogniamo e vogliamo eliminarla, oltretutto pagando, autolesionismo chiama autolesionismo, penali con cifre astronomiche? Ma quale maledizione, la Tav è un' attrazione. Ma soprattutto per gli stranieri, che vogliono vedere il tunnel più lungo del mondo (57 chilometri e mezzo).
Tour operator giapponesi, compagnie di viaggio americane, torpedoni europei: dove i No Tav si assiepano per tirare sassi al cantiere e distruggere quello che dovrebbe essere un orgoglio nazionale, amanti del Belpaese - quelli che magari poi andranno a vedere il Colosseo o sono appena reduci da un tra le antichità siciliane della Magna Grecia - si spingono parlando tutte le lingue a Chiomonte, nel tunnel ferroviario della Maddalena, per ammirare come la nostra tecnologia scava le montagne, costruisce le piste su cui correranno i super-treni e coniuga l' iper-modernità con l' ambiente. Anche se gli antagonisti fanno la guerra e i politici meno avveduti vogliono fermare tutto,
Uno Sugyama, manager dell' Akita Tour, racconta: «Il pacchetto per la Val Susa, con dentro la visita al cantiere Tav, da noi è richiestissimo. Tra i giapponesi c' è molto interesse per il vostro modello di sviluppo economico legato alle infrastrutture». Ma davvero? Non è l' obbrobrio quest' opera, come dice la retorica sinistrese e grillina, e questi ultimi sarebbero capaci di rompere il patto di governo con la Lega pur di assecondare l' ideologia anti-sviluppista di cui sono prigionieri?
GUERRA DI IMMAGINI Non solo la Akita Tour, ma anche Promotur, CulturalWay, Sweetaly, Oneiros, Vertigo, Bus Company e altre agenzie portano gruppetti di 25 persone alla volta - che ormai sono diventate migliaia e le richieste aumentano - dentro il ventre dell' Alta Velocità.
Che è diventato anche un luogo di graffiti e di dipinti, ossia la Tunnel Art Work a 2800 metri nel cuore della montagna, e un circuito pieno di pannelli illustrativi che porta fino a un maxischermo da multisala dove si vede in diretta la scavatrice che procede. Gli americani pensano di stare in un film di fantascienza. I giapponesi godono. Gli europei non vedono l' ora che i lavori finiscano, così l' Europa diventa ancora più Europa.
Mentre fuori dal cantiere i No Tav hanno riempito i piloni dell' autostrada con la loro arte combat - esempio: il treno- mostro che si mangia la montagna cioè la civiltà - dentro il cantiere si può ammirare l' arte opposta.
Quella di chi non guarda indietro ma avanti. E dunque si combatte una battaglia: tra l' arte di fuori e l' arte di dentro. Quelli di dentro sono convinti che alla fine i niet governativi a 5 stelle non vinceranno. E comunque, dice uno degli ingegneri della grande opera: «A un certo punto, dopo un lungo dibattito, abbiamo deciso di sfidare comunicativamente tutti i nemici della Tav. La nostra cultura, che è quella del progresso, prova ad opporsi alla vulgata dominante. Quella che ci descrive falsamente come distruttori e non come costruttori».
IL GIGANTE Lo stupore dei giapponesi, dentro la montagna illuminata dalla tecnologia, si esprime con parole così: «Ma allora gli italiani non sono fermi all' antichità!». Certo, che no. Ovviamente c' è anche il turismo tecnico nel cantiere: studiosi da tutto il mondo, ingegneri, geologi, studenti prenotano e arrivano. Anche perché questo della Tav è uno dei 4 progetti top in Europa. Ma ecco un gruppo di turisti che guardano un gigante spettacolare: è la macchina di scavo, un trapano di 12 metri di diametro con una punta lunga 250 metri e la potenza di dieci motori da Formula uno. Lo guardi per un' ora e vedi che il gigante, in questo lasso di tempo, scava per un metro. Si avanza a una velocità di 15-20 metri al giorno.
Nel 2029 si consegnerà tutto. Se invece si decidesse di attappare, fra gli applausi dei fan della decrescita felice ma costosa, si risparmierebbe qualche euro (non molto) e si finirebbe di chiudere l' ultima galleria nel 2027, cioé con due anni di anticipo rispetto alla fine dei lavori. E non ci sarebbero turisti giapponesi ad ammirare lo spettacolo della solita Italia che attappa se stessa.