AGRO-DOLCE DORMIRE - NEI BAMBINI L'USO DI TABLET E SMARTPHONE ACCORCIA IL RIPOSO NOTTURNO - E DORMIRE MALE FAVORISCE UN PEGGIORAMENTO DELLE PERFORMANCE DEL CERVELLO - TRA DISPOSITIVI ANTI-INCUBI E CUSCINI INTELLIGENTI, CI GUADAGNA SOLO IL BUSINESS DELL’INSONNIA
1 - A LETTO SENZA SCHERMI CHI DORME BENE CAMPA CENT' ANNI
Elena Dusi per “la Repubblica”
Non c'è pace per il sonno. «L'uso dei touchscreen impedisce ai bambini di addormentarsi» avverte un sondaggio su Scientific Reports. L'invecchiamento ostacola il sonno profondo, e dormire male a sua volta favorisce un ulteriore peggioramento delle performance del cervello gli fa eco una ricerca su Neuron. Da bambini o da anziani (ma i meccanismi del sonno inizierebbero a perdere efficienza già a 30 anni), il riposo notturno non gode di buona salute. E lo studio su Neuron riconosce: «Sono problemi che non possono essere risolti con le pillole».
«Le medicine sedano il cervello, non lo aiutano ad addormentarsi naturalmente » spiega l' autore, Matthew Walker, neuroscienziato di Berkeley. Le sane, vecchie regole dell' igiene del sonno restano il rimedio preferibile, per grandi e piccini. «Quel che funziona meglio è la terapia cognitivo comportamentale » spiega Federica Provini, neurologa dell' Università di Bologna e della Società italiana medicina del sonno. «Consiste nel parlare per riconoscere e affrontare i problemi e nell' adottare se necessario tecniche di rilassamento. Ma in genere i pazienti insistono per avere soluzioni più facili. Cioè le pillole».
Nei bambini si sa da tempo che gli schermi sono nemici del relax e della secrezione di melatonina (l' ormone che in condizioni naturali viene prodotto dal tramonto in poi). Ma l'uso di smartphone e tablet, calcola Scientific Reports, è diffuso fra 3 bambini su 4 tra i sei mesi e i tre anni di età. E sarebbe la causa, secondo i ricercatori dell'Università di Birkbeck a Londra, della perdita di 16 minuti di sonno al giorno per ogni ora di utilizzo. Riducono il loro riposo notturno, i piccoli abituati al tablet, e aumentano quello diurno.
«I due tipi di sonno non sono equivalenti» spiega Stefano Vicari, responsabile della neuropsichiatria infantile al Bambino Gesù di Roma. «Solo la notte, quando il sonno è prolungato, nel cervello si innescano i processi di consolidamento di quel che si è appreso durante il giorno. Sono dei meccanismi essenziali per lo sviluppo di intelligenza e linguaggio».
«Evita chi dorme male e riconciliati dieci volte con te stesso. Erano alcune delle regole di un saggio citato da Nietzsche in Così parlò Zarathustra. Restano consigli validi oggi, in un'epoca che sta maltrattando il sonno in tutti i modi possibili» lamenta Liborio Parrino, direttore del Centro di medicina del sonno all' università di Parma.
«Ho visto in un negozio a Dubai una crema da applicare al viso quando non si dorme bene. Ma non esiste crema che tenga. Il sonno è come cibo e respiro: non è negoziabile. Ci accompagna da milioni di anni, è un farmaco economico ed ecologico, ci attende tutte le notti senza bisogno di andare in farmacia e ci salva la vita. Smettiamo di distruggerlo con tablet e altro». Ma spegnere i video è solo l' inizio della storia. «Per i bambini le regole devono essere chiare.
All' ora di andare a letto si deve andare a letto» afferma Vicari, che nel suo lavoro vede sempre più spesso piccoli pazienti incapaci di gestire le emozioni, che si lasciano andare a capricci titanici probabilmente proprio a causa della mancanza di regole. «Oltre a questo, la sera, tutti i riti che favoriscono l' addormentamento, le favole, le luci basse e i rumori attenuati, sono benvenuti».
Partire con il piede giusto, confermano le ricerche in medicina, aiuta ad arrivare molto, molto lontano. «All' università di Bologna si fanno ricerche sugli ultracentenari » spiega Provini. «E quasi sempre la buona salute negli anziani è associata fra l' altro alla capacità di dormire bene».
2 - TRA DISPOSITIVI ANTI-INCUBI E CUSCINI INTELLIGENTI: IL BUSINESS DELL’INSONNIA
Jaime d’Alessandro per “la Repubblica”
Kelley Parker sorride. Abito scuro, capelli biondi, trucco leggero. «Prego, lo provi» dice.
Indica il letto a due piazze, poi tocca lo smartphone e fa muovere le zone dei cuscini. Ci stendiamo: comodo, per carità. Ma di dormire non se ne parla, malgrado la stanchezza dovuta al jet lag. Siamo al centro dello spazio espositivo della Select Confort, azienda di Plymouth, in Minnesota, con un giro d' affari da 1,2 miliardi di dollari e poco meno di quattromila dipendenti.
«Questo è il nostro modello del 2017. Si chiama The Sleep Number 360 e del sonno può dire qualsiasi cosa», continua la manager della Select Confort. «Si adatta automaticamente ai movimenti che facciamo di notte e impara dalle nostre abitudini.
Poi fornisce via app le statistiche». Non è ancora disponibile, uscirà a breve negli Stati Uniti a quattromila dollari.
Quello del dormire, soprattutto nella sua declinazione tecnologica, è un mercato difficile da valutare con esattezza. Ci sono i 14 miliardi di dollari del 2016 legati ai dispositivi indossabili, molti dei quali offrono diagnostiche dedicate al sonno. Ci sono anche i sei miliardi di dollari degli oggetti che aiutano a dormire, dai letti ai cuscini 2.0. Ci sono le catene di hotel e negozi alla Coco-Mat che offrono letti in materiali naturali al cento per cento. O i cuscini in trucioli di Cirmolo, che pare aiutino a dormire bene.
La tecnologia, salvo eccezioni, non aiuta a dormire. Pretende però di dire tutto quel che c' è da sapere: sonno profondo, leggero, durata, interruzioni. I più economici fra i vari braccialetti e orologi smart, dai Fitbit al Watch di Apple, passando per i Gear di Samsung o i Jawbone, usano l' accelerometro e dai movimenti del corpo tirano le somme.
Somme che tornano meglio con i modelli più sofisticati che aggiungono il sensore per il battito cardiaco. L' ultima frontiera? Gli apparecchi da piazzare sul comodino o i sensori da inserire nel letto: Sense, Beddit 3.0, S+, Withings Aura fra gli altri. Alcuni usano il microfono per percepire i rumori e avvertono se la temperatura della stanza è troppo alta o bassa per una buona dormita.
«Nuovi strumenti portano a una nuova coscienza », disse sette anni fa Gary Wolf , profeta assieme a Kevin Kelly del movimento quantified self, il "quantificare se stessi". «Sono finestre, anzi sono uno specchio. Aiutano a riflettere, imparare, ricordare e a migliorare ». Ma in tutto questo far di conto gli svantaggi, almeno nel caso del sonno, potrebbero superare i vantaggi. Lo pensa Nicoletta Gava psicologa e direttrice del Milton Erickson Institute di Torino.
«Alcune persone finiscono per controllare sempre le statistiche e sviluppano un pensiero circolare sul non dormire. Non è la quantità di sonno che conta ma la qualità. Bisognerebbe misurare l' umore di quando si va a letto e ci si alza, se si serrano le mascelle o meno. E poi l' accelerazione del battito cardiaco potrebbe corrispondere ad un bel sogno e non ad un incubo». Prima o poi ci arriveranno a misurare anche queste cose. La strada però è ancora lunga.
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