manifestazioni peru pedro castillo dina boluarte

PERÙ, CHE BORDELLO! - ALMENO CINQUE PERSONE, FRA CUI DUE ADOLESCENTI, SONO MORTE NEGLI SCONTRI FRA LA POLIZIA E I MANIFESTANTI, CHE CONTESTANO L'ARRESTO DEL PRESIDENTE PEDRO CASTILLO, DOPO IL FALLITO GOLPE DEL 7 DICEMBRE - L'EX VICEPRESIDENTE DINA BOLUARTE HA FORMATO UN GOVERNO TECNICO E ANNUNCIATO LE ELEZIONI ANTICIPATE NELL'APRILE 2024 - CASTILLO, CHE ORA SI TROVA AGLI ARRESTI ACCUSA BOLUARTE DI ESSERE "USURPATRICE" E SOSTIENE DI NON RICORDARE GLI EVENTI DEL 7 DICEMBRE PERCHÉ E' STATO "DROGATO" - VIDEO

Sara Gandolfi per il “Corriere della Sera”

 

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Tensione alle stelle in Perù. Nel fine settimana almeno cinque persone, fra cui due adolescenti, sono morte nei violenti scontri fra la polizia e i manifestanti, che contestano la destituzione e l'arresto del presidente Pedro Castillo, dopo il fallito autogolpe del 7 dicembre. Ieri, le proteste sono proseguite con blocchi stradali in molte zone del Paese, in particolare sulla Panamericana Norte e Sur, con l'occupazione di alcune università e l'invasione dell'aeroporto di Arequipa, la seconda città del Perù.

 

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La pista è stata bloccata con pietre, pneumatici e pire di legname. L'ex vicepresidente Dina Boluarte, che ha sostituito Castillo subito dopo l'impeachment in Parlamento, ha formato un governo tecnico, si è impegnata ad indire elezioni anticipate nell'aprile 2024, «interpretando nel modo più ampio la volontà della cittadinanza», e ha decretato lo stato di emergenza nelle zone «di alta conflittualità sociale», fra cui la sua città natale di Andahuaylas e la provincia di Cusco, dove si trova il celebre sito archeologico di Machu Picchu.

 

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 Anche a Lima, però, domenica oltre duemila persone hanno manifestato davanti al Parlamento urlando slogan come «Castillo non sei solo, il popolo ti sostiene». L'ex presidente, che si trova agli arresti, getta benzina sul fuoco. Dal suo account Twitter, ieri ha accusato Boluarte di essere un'«usurpatrice» e l'ha accusata di fare «un gioco sporco». Sostiene di essere «umiliato, maltrattato, sequestrato» e chiede l'istituzione di un'assemblea costituente.

 

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 Destituito dal Parlamento per «manifesta incapacità morale», Castillo è stato incriminato dalla procura della Repubblica assieme a tre ex ministri per i reati di «ribellione e cospirazione» contro i poteri dello Stato e l'ordine costituzionale. È accusato anche di «associazione per delinquere» e «pregiudizio ai danni della pubblica amministrazione». In sua difesa, lui sostiene di non ricordare gli eventi del 7 dicembre e di essere stato «drogato». I manifestanti, sostenuti da diversi amministratori locali, hanno annunciato «una marcia verso Lima per sciogliere il Parlamento».

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