paramonov mattarella

“MOSCA LASCIA APERTA LA PORTA ALLE INIZIATIVE DIPLOMATICHE E RITIENE POSSIBILE CAMBIARE SITUAZIONE IN UCRAINA CON MEZZI DIVERSI DA QUELLI MILITARI” - ALEXEI VLADIMOROVIC PARAMONOV, NUOVO AMBASCIATORE RUSSO IN ITALIA, SCRIVE UNA LETTERA A “REPUBBLICA” PER FARCI SAPERE CHE LA RUSSIA ACCETTA "CON RISPETTO QUALSIASI PROPOSTA DI PACE DA CHIUNQUE PROVENGA: IL VATICANO, UN GRUPPO DI STATI AFRICANI, INDONESIA, BRASILE O CINA" - "NEGLI AMBIENTI DIPLOMATICI SI RICORDA CHE NEL PASSATO ROMA HA DIMOSTRATO FLESSIBILITÀ E CREATIVITÀ DELLA PROPRIA DIPLOMAZIA PER SUPERARE PROBLEMI PIÙ DIFFICILI…”

Da “la Repubblica”

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento di Alexei Vladimorovic Paramonov nuovo ambasciatore della Federazione Russa in Italia, che riflette le posizioni del suo governo.

 

Aleksej Paramonov

Vorrei iniziare con un’affermazione che non dovrebbe sollevare alcuna obiezione: la Russia e l’Italia sono due Paesi europei con una lunga storia e una ricca esperienza di relazioni diplomatiche e di fattiva cooperazione tra loro. L’Italia, la cui storia risale all’antichità, è la culla della civiltà europea e ne rimane oggi uno dei pilastri più importanti. Alla Russia, che ha acquisito la sua statualità alla fine del primo millennio d.C. e ha riunito entro i suoi confini vaste aree dell’Europa e dell’Asia, è riconosciuto un ruolo straordinario nella diffusione del modo di vivere europeo fino alle sue coste del Pacifico.

 

Avendo assorbito tutto il meglio dall’Occidente, per molti secoli della sua esistenza come Stato nazionale, la Russia ha pure raccolto in sé l’enorme patrimonio storico, culturale e spirituale dei territori e dei popoli che la componevano, diventando essa stessa una civiltà, per essenza eurasiatica, capace di coesistere con i vicini occidentali e orientali senza antagonismi.

 

PARAMONOV MATTARELLA

Le prime serie divergenze dell’epoca contemporanea tra Russia e Italia sono emerse a partire dal 2014, a seguito del colpo di Stato in Ucraina che ha portato al conflitto civile armato nel Donbass e all’ingresso con referendum della Crimea nella Federazione Russa. Dopo che la Russia ha lanciato l’operazione militare speciale per proteggere gli abitanti del Donbass, il panorama dei rapporti bilaterali è cambiato fino a diventare irriconoscibile.

 

Oggi la politica italiana nei confronti della Russia praticamente non si discosta in nulla dall’approccio conflittuale degli Stati Uniti e degli altri partner della NATO, del G7 e della UE. In fondo c’è una radicale divergenza di valutazione delle cause che stanno alla base dell’attuale crisi del sistema di sicurezza europeo e del conflitto in Ucraina.

 

ALEXEI PARAMONOV - PASQUALE TERRACCIANO

Checchessia, è ovvio, che non ci si può aspettare che la politica estera di Roma possa cambiare, poiché l’Italia è saldamente inserita nel sistema delle strutture euro-atlantiche. In quanto tale, l’Italia diventa volente o dolente coinvolta in azioni ostili contro Mosca e nella fornitura di armi all’Ucraina, che la trascinano sempre più nel conflitto e allontanano le prospettive di una sua conclusione.

 

Si chiede pertanto se nelle stanze del potere a Roma, Parigi, Berlino e altrove, si rendano conto del pericolo rappresentato dalla linea politica che porta al rafforzamento del conflitto con la Russia e alla trasformazione dell’Ucraina in uno Stato-mercenario che, mantenuto e armato dall’esterno, è già arrivato a organizzare attacchi terroristici contro intellettuali, opinion leader, cittadini e infrastrutture civili, tra cui ponti, gasdotti, centrali elettriche e nucleari della Russia e minaccia pubblicamente di infliggere alla Russia una sconfitta strategica, di organizzare un “cambio di regime” e smembrare il paese in tanti pezzi.

ONORIFICENZA A ALEXEI PARAMONOV

 

Lo scontro geopolitico non è mai stato fine a se stesso per Mosca che, in qualità di membro permanente e responsabile del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite come tale non ha mai mancato ad adempiere alla sua particolare responsabilità nel mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. L’operazione militare speciale della Russia in Ucraina è un passo obbligato che non aveva alternative. È una decisa, calibrata e legittima reazione tecnico-militare alle insidiose sfide lanciate allo sviluppo sovrano, agli interessi nazionali e alla sicurezza.

 

Non va dimenticato che nel dicembre 2021 gli Stati Uniti e la Nato hanno respinto le proposte di Mosca di negoziare seriamente garanzie di sicurezza reciproche. E perché?

Perché era già avviata l’assimilazione militare del territorio ucraino.

 

razov paramonov

Sono di dominio pubblico dati esaustivi su come Stati Uniti, NATO e Unione Europea abbiano strappato l’Ucraina, che non esisteva prima del crollo dell’URSS del 1991, alla Russia e all’Unione degli Stati Indipendenti, tramutandola gradualmente in un’enorme testa di ponte anti-russa, su come abbiano partecipato all’indottrinamento di massa degli ucraini nello spirito di un nazionalismo aggressivo, dell’eccezionalità e della superiorità rispetto alle nazioni vicine e fraterne, con l’obiettivo di trasformare l’Ucraina in un paese anti-russo e poi, con il pretesto della restituzione della Crimea, di aizzarla contro la Russia.

 

ALEXEI PARAMONOV - COMMENDATORE DELL'ORDINE DELLA STELLA D'ITALIA

Un’interpretazione a posteriori, molto diffusa tra leader occidentali in pensione, dei negoziati diplomatici in formato di Normandia rivela inequivocabilmente chi e come preparava l’Ucraina al ruolo del principale ariete militare e geopolitico contro la Russia. Nonostante tutto, ancora oggi Mosca lascia aperta la porta alle iniziative diplomatiche, ritiene tuttora possibile cambiare situazione in Ucraina con mezzi diversi da quelli militari e accetta con rispetto qualsiasi proposta di pace da chiunque provenga: il Vaticano, un gruppo di Stati africani, Indonesia, Brasile o Cina.

 

Bakhmut guerra russia ucraina

Purtroppo, ogni giorno che passa, e soprattutto dopo il vertice Nato di Vilnius, diventa sempre più evidente che l’Occidente persevera nella sua sconsiderata e ostinata intenzione di sconfiggere o indebolire ad ogni costo la Russia, di espellerla dal novero delle grandi potenze, di compromettere sua leadership nel movimento per la costruzione di un nuovo ordine mondiale multipolare, più democratico e giusto. L’intransigenza e la rigidità del posizionamento geopolitico e geoeconomico dettano l’agenda a tutti i livelli decisionali sia in Russia che in Italia.

 

assalto dei soldati ucraini in una trincea russa

Al contempo, negli ambienti diplomatici si ricorda che nel passato Roma ha potuto dimostrare la flessibilità e creatività della propria diplomazia nella messa a punto dei formati di interazione per superare problemi più difficili. Nelle circostanze attuali, sembra che si avanzi la necessità di un nuovo modello di coesistenza con gli Stati europei, tenendo conto del principio di indivisibilità della sicurezza, della prossimità geografica, della complementarietà economica.

 

Ci potrebbero essere d’aiuto anche i persistenti interessi reciproci nell’ambito del clima, spazio, sanità, nuove sfide, cultura. In Russia c’è un grande rispetto per il popolo italiano, insieme al quale, nel corso di oltre cinque secoli è stato creato un invidiabile patrimonio comune. Questo non può essere cancellato, così come non può essere cancellata la richiesta di convivenza e cooperazione pacifica tra cittadini comuni russi e italiani.

assalto dei soldati ucraini in una trincea russa 9

 

Naturalmente, l’uscita dalla “comfort zone” che per molti anni è stata la condizione abituale delle relazioni russo-italiane, l’ “autoisolamento” dell’Occidente dalla Russia, genera un sentimento di delusione. Oggi più che mai i Paesi dell’Europa continentale possono perdere completamente la Russia se non riprendono coscienza dei propri interessi e non acquisiscono una visione più indipendente ed equilibrata dei processi geopolitici.

Ultimi Dagoreport

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...