"ABBIAMO INGOLFATO LA MACCHINA CON AMMORTAMENTI E SOPRATTUTTO LA MERDA..." - ANDREA AGNELLI IL 3 SETTEMBRE 2021 PARLA CON ARRIVABENE: “PERCHÉ È TUTTA LA MERDA CHE STA SOTTO CHE NON SI PUÒ DIRE” - I FINANZIERI HANNO TROVATO DIVERSI FOGLIETTI MANOSCRITTI, APPUNTI CIFRATI PER DARE A TAVOLINO VALORI “ARTEFATTI” AI CALCIATORI, SOSTENGONO GLI INVESTIGATORI, NECESSARI PER RIPIANARE “INVESTIMENTI OLTRE LE PREVISIONI DI BUDGET”, “MERCATI PIROTECNICI” E “ARROGANTI” – IL DS CHERUBINI AL TELEFONO: “GIURO HO AVUTO DELLE SERE CHE TORNAVO A CASA E MI VENIVA DA VOMITARE SOLO A PENSARCI…” – BERTOLA: “NON C'È CRITERIO NEL MODO IN CUI SPENDIAMO I SOLDI. NON C'È DA STUPIRSI SE IN DUE ANNI ABBIAMO CHIESTO 700 MILIONI DI EURO AGLI AZIONISTI”
Federica Cravero e Sarah Martinenghi per “la Repubblica”
«Scusa Fabio, io mi fido di te ma se poi arriva un altro?». «Leo, la Juventus è quotata in Borsa, è della famiglia Agnelli. Vuoi che succeda il finimondo per due stipendi?». La conversazione tra Bonucci e il direttore sportivo Fabio Paratici è del 2020, ma il calciatore ne parla agli investigatori il 4 aprile di quest' anno, quando viene sentito a proposito della "prima manovra stipendi".
Il finimondo a quel punto è già scoppiato, la guardia di finanza ha già perquisito gli uffici della Continassa, analizzato i conti in rosso della società e dalle conversazioni intercettate dei manager bianconeri i pm hanno avuto conferme ai loro sospetti che i bilanci siano stati truccati per arginare le perdite, almeno sulla carta, utilizzando vari stratagemmi. Una è la "manovra stipendi", decurtazione immediata di quattro mensilità giustificata dal lockdown a fronte di una prospettiva per i giocatori di recuperarne tre spalmate in futuro, come ha spiegato ai compagni di squadra il capitano Chiellini in una chat su WhatsApp.
Poi ci sono le plusvalenze gonfiate nella compravendita di giocatori. «Dobbiamo essere aperti su tutto - si lascia andare in un messaggio Paratici con il suo braccio destro Federico Cherubini - La priorità sarà vendere in prima squadra ma allo stesso tempo prepariamo cessioni giovani. Facciamoci trovare pronti, così potremmo scegliere e non essere costretti a restare a piedi. In qualche modo faremo e arriveremo a dama... ne sono sicuro, siamo troppo bravi e troppo allenati».
Ieri le accuse mosse dai pm Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Ciro Santoriello sono state formalizzate in una richiesta di rinvio a giudizio per 13 indagati: l'ex presidente Andrea Agnelli, il vice Pavel Nedved, l'ad Maurizio Arrivabene, il responsabile finanziario Stefano Cerrato, il ds Paratici, i dirigenti Marco Re e Stefano Bertola, l'avvocato Cesare Gabasio, gli ex consiglieri del Cda Francesco Roncaglio ed Enrico Vellano, i revisori dei conti Stefania Boschetti e Roberto Grossi, oltre alla società Juventus come persona giuridica.
Le contestazioni sono di false comunicazioni sociali, ostacolo alla vigilanza Consob, aggiotaggio e false fatturazioni. Rispetto alla prima rosa di indagati sono state invece stralciate le posizioni dei tre componenti del collegio sindacale. Si tratta di Silvia Lirici (difesa dall'avvocato Marco Calleri), Nicoletta Paracchini e del presidente Paolo Piccatti, entrambi assistiti dal legale Luigi Giuliano.
ultrà juve striscione contro andrea agnelli
Le carte dell'inchiesta raccontano di accordi segreti tenuti nei cassetti di avvocati e notai, con la paura che qualcuno possa scoprirli: «È meglio che non ci fosse quel carteggio - si sente nelle intercettazioni -. E ancora grazie che Ronaldo non ha fatto dei pizzini pericolosi». Ma i finanzieri hanno anche trovato diversi foglietti manoscritti, appunti cifrati per dare a tavolino valori «artefatti» ai calciatori, sostengono gli investigatori, necessari per ripianare «investimenti oltre le previsioni di budget», «mercati pirotecnici» e «arroganti». «Giuro ho avuto delle sere - si sfoga Cherubini al telefono - c he tornavo a casa e mi veniva da vomitare solo a pensarci».
C'era, per i pm, una «allarmante situazione economica, patrimoniale e finanziaria» alla Juventus, di cui era a conoscenza anche Agnelli. «Non c'è criterio nel modo in cui spendiamo i soldi - dice Bertola in occasione del rinnovo di Chiellini -. Non c'è da stupirsi se in due anni abbiamo chiesto 700 milioni di euro agli azionisti». Due aumenti di capitale a distanza di così poco tempo e ancora non è bastato.
«In assenza di una seria politica di riduzione dei costi - scrivono i pm nelle 544 pagine di richiesta di misura cautelare (respinta poi dal gip) - quel rafforzamento patrimoniale non solo era insufficiente, ma aprirà le porte a un preoccupante scenario presente e futuro». Lo diceva anche l'ad Arrivabene: «Fatti i conti della serva noi dovevamo fare per star tranquilli, un aumento di 650 milioni, non di 400... per sanare».
ANDREA AGNELLI CON PAVEL NEDVED E MAURIZIO ARRIVABENE
E Bertola aveva commentato: «Siamo andati decisamente in over spending». In più c'erano i debiti extra bilancio con gli altri club e da ultimo la pandemia con gli stadi vuoti e le partite bloccate. Anche se, come aveva detto Re: «Con la favola di dire che il Covid ha mangiato 340 milioni si allunga il naso a chiunque». Il lockdown, secondo l'accusa, era stato il paravento dietro a cui nascondere i guai pregressi.
Andrea Agnelli il 3 settembre 2021 ne parla con Arrivabene: «Non era solo il Covid e questo lo sappiamo bene. Dall'altro abbiamo ingolfato la macchina con ammortamenti e soprattutto la merda... perché è tutta la merda che sta sotto che non si può dire». I pm rilevano: «La crescita dei costi (in particolare degli acquisti e degli stipendi dei calciatori tesserati) non è stata casuale, ma una ben precisa scelta aziendale».
Lo ha sostenuto Cherubini in una conversazione con Agnelli parlando del «progetto che è stato fatto da Higuain in poi» per far fronte a «una rosa che sta tendendo a invecchiare». E Cerrato conferma: «Poi è stato fatto un all in con Ronaldo, De Ligt e così via e subito dopo è arrivato il Covid».