
ANIS AMRI, NEMICO PUBBLICO NUMERO UNO - IL TUNISINO ACCUSATO DI ESSERE IL RESPONSABILE DELL’ATTACCO A BERLINO, NEL 2011 SBARCÒ A LAMPEDUSA - PER 4 ANNI È STATO IN CARCERE A PALERMO PER INCENDIO, LESIONI, MINACCIA E APPROPRIAZIONE INDEBITA - L’ESPULSIONE NON ANDÒ A BUON FINE E A SETTEMBRE DEL 2015 E’ ARRIVATO IN GERMANIA
Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”
Li spedite tutti da noi.... Il portavoce del Dipartimento di Polizia criminale che distribuisce la fotografia del nuovo e presunto colpevole dell' attentato al mercatino di Natale accompagna la battuta con un sorriso. Ma tra i colleghi tedeschi in coda nell'atrio degli uffici di Tempelhofer Damm sono pochi quelli che ridono. Non è aria. E nessuno, a cominciare dai servizi di sicurezza della Germania, può scagliare la prima pietra in materia di immigrazione e annessi controlli.
anis amri tunisino ricercato per la strage di berlino
La nuova vita di Anis Amri è cominciata con la primavera araba del 2011 quando saluta, pare non ricambiato, la famiglia con la quale abitava a Oueslatia, nel centro della Tunisia. A quel tempo la strada per l'Europa è obbligata, ne esiste una sola. Lampedusa. L' aspetto fisico dimostra meno di 18 anni, anche se all' epoca probabilmente li aveva già compiuti. Ma con sé non ha documenti.
L'ARRESTO IN SICILIA
Il suo soggiorno nel centro di accoglienza per minori di Belpasso non passa inosservato. Viene arrestato il 24 ottobre insieme a tre connazionali. Incendio, lesioni, minaccia e appropriazione indebita. Condannato a quattro anni. Comincia a scontare la pena a Catania, poi finisce all' Ucciardone di Palermo.
Quando esce, ad attenderlo c'è un decreto di espulsione e il Cie di Caltanissetta. Ma la Tunisia non ha alcuna intenzione di riprendersi un cittadino che già nella natìa Ghaza aveva dato parecchi problemi. Le procedure di riconoscimento da parte delle autorità tunisine, necessarie al rimpatrio, non vengono effettuate nei termini di legge.
L'Italia è obbligata a lasciarlo andare, non prima di avere inserito i suoi dati nel database europeo. Se davvero Anis Amri si è radicalizzato nelle nostre carceri, abbiamo un problema, per altro già noto. Ma quel che succede dopo va messo in conto all'imponente struttura poliziesca tedesca, così grande da rivelarsi alla prova dei fatti poco agile davanti alle nuove minacce.
VERSO NORD
Nel settembre del 2015 arriva in Germania, anche se nei database governativi risultano almeno altre tre date di ingresso. Il suo primo e unico domicilio conosciuto è quello dell' ostello per i richiedenti asilo della città Emmerich, nel Nord Reno Westfalia, al confine con l' Olanda. Ma la sua vera città è Berlino, dove a ogni controllo si fa conoscere con un nome e una nazionalità diversa. Una volta è il marocchino Ahmed Z.
Un' altra è l' egiziano Mohamed H. In altre occasioni sostiene di essere libanese. L' unica certezza è che si sceglie la peggior compagnia possibile. Diventa un seguace di Abu Walaa, il predicatore iracheno considerato il numero uno dell' Isis in Germania, arrestato in novembre. Il 2 febbraio del 2016 viene stilato il primo rapporto sulle sue attività. È sospettato di avere legami con l' Isis, viene scritto.
E per questo gli autori delle indagini raccomandano un monitoraggio intensivo sul ragazzo tunisino. Amri e i suoi numerosi alias fanno il loro ingresso nella lista delle 549 persone considerate potenziali minacce terroristiche, ovvero pronte a colpire. Ma per i cinque mesi seguenti diventa un fantasma. I documenti Riappare il 30 luglio, durante un controllo effettuato su un pullman a lunga percorrenza effettuato a Friedrichshafen, sul lago di Costanza. La destinazione finale era Berlino.
anis amri tunisino ricercato per la strage di berlino
Amri viene identificato. La corte di Ravensburg gli notifica l' espulsione e lo spedisce in un centro di detenzione temporanea. Sembra finita. Ma in assenza di documenti, la Germania vale come l' Italia. Il copione è lo stesso. Amri non ha il passaporto e per l'espatrio servono i documenti sostitutivi. All' inizio la Tunisia sostiene che non è un suo cittadino. Poi le procedure vanno al rallentatore. Scadono i termini. I documenti che ad agosto erano stati attesi invano per oltre un mese, sono stati spediti ieri in poche ore.
Quando era ormai diventato chiaro il coinvolgimento di Amri nella strage. Una tessera a suo nome è stata ritrovata nella cabina del tir usato per la strage. L' insistenza con la quale è stata diffusa la foto segnaletica, accompagnata dalla promessa di una ricompensa da centomila euro, lascia pensare che le autorità tedesche abbiano altri elementi sul suo conto. Forse il dna. Ieri Berlino è tornata a essere una città che si prepara al Natale. I mercatini erano affollati, pieni di bambini. Come se nulla fosse accaduto. L' Isis si combatte anche così.