CUORE DI DESTRA – IL VOTO ALLE DONNE? MAI! LE RIVOLUZIONI? SOLO INTRIGHI DI PALAZZO PER OCCUPARE IL POTERE. LA DEMOCRAZIA? NON SI SA CHE SIGNIFICHI – JOSEPH CONRAD ERA FIERAMENTE ANTIDEMOCRATICO, ELITARIO E SNOB

Francesco Perfetti per "Il Giornale"

 

JOSEPH 
CONRAD
JOSEPH CONRAD

Quando la scandalosa ed eccentrica lady Ottoline Morrell - pacifista, femminista, libertina e animatrice del mitico Bloomsbury Group - chiese a Henry James di presentarle Joseph Conrad, questi rimase scandalizzato.

 

Lo scrittore americano, divenuto, malgrado le sue idee conservatrici, amico della brillante e disinvolta nobildonna, cercò di schermirsi: «Mia cara signora - le disse - Conrad ha dedicato la sua vita al mare e non ha mai incontrato donne civilizzate».

 

Naturalmente lady Ottoline insistette e si trovò di fronte un uomo ben diverso da quello immaginato attraverso le parole di James: «L'aspetto di Conrad era di un autentico nobile polacco. I suoi modi erano perfetti, quasi troppo elaborati; così nervoso e sensibile che le fibre del suo corpo sembravano elettriche, cosa che lo rendeva un uomo estremamente raffinato e ben educato».

 

Nelle gustose memorie intitolate I ricordi di una signora meravigliosa (Castelvecchi, pagg. 286, euro 22), ritratto in controluce della Inghilterra tardovittoriana, lady Morrell descrive questo incontro sottolineando i sentimenti contrastanti, di eccitazione e meraviglia, provati nel trovarsi davanti a un «raffinatissimo polacco».

JOSEPH 
CONRAD
JOSEPH CONRAD

 

Il rapporto fra lady Ottoline, icona dell'anticonformismo e del ribellismo politico e sociale, e il gentiluomo Joseph Conrad, conservatore quant'altri mai, è singolare. Tanto più se si pensa che, mentre lei sarebbe diventata paladina delle suffraggette, lui era solito rispondere con un categorico «No!» a chi gli chiedeva se le donne se dovessero avere il diritto di voto. Ma quel rapporto non è il solo che unì il grande scrittore a intellettuali che avevano idee diverse dalle sue.

 

JOSEPH 
CONRAD
JOSEPH CONRAD

Un altro caso - forse più significativo per il fatto che il rapporto con l'autore di Cuore di tenebra non fu limitato a incontri occasionali - è quello dello scrittore Ford Madox Ford. Questi conobbe Conrad nel 1898 e stabilì con lui un legame di amicizia e collaborazione del quale è traccia in un saggio suggestivo, intitolato semplicemente Conrad (Castelvecchi, pagg. 192, euro 17,50) e risalente al 1924, l'anno stesso della morte dello scrittore. Non una biografia né un lavoro esegetico, piuttosto una cavalcata sul filo dei ricordi alla scoperta della personalità e delle idee di uno dei più grandi narratori del '900.

 

Di materiale per scrivere una biografia appassionante ce ne sarebbe stato: Conrad, nato nel 1857 da una nobile famiglia polacca, rimasto orfano e costretto a fuggire per evitare l'arruolamento nell'esercito zarista, cominciò a condurre una vita errabonda per gli oceani come mozzo o marinaio, come ufficiale o contrabbandiere. Questa prima fase della sua esistenza, durata fino al 1894 quando decise di lasciare il mare per dedicarsi alla letteratura, offre un prezioso mix di ingredienti - scenari esotici, vita bohémien, naufragi, tentativi di suicidio, complotti politici - che farebbero la felicità di un romanziere.

joseph conradjoseph conrad

 

Madox Ford non indulge né sui lati aneddotici della vita di Conrad né, tanto meno, sul lavorio di introspezione psicologica e di rinnovamento delle soluzioni linguistiche e delle forme narrative di uno scrittore eccezionalmente dotato.

 

Eppure sembra davvero, a chi ha lo amato attraverso i suoi romanzi, di trovarselo davanti, questo Conrad, «piuttosto basso di statura, robusto di spalle e dalle braccia lunghe; di carnagione scura, neri i capelli e il pizzo ben curato»; questo Conrad che, con il monocolo all'occhio destro, comincia a scrutare il volto dell'ospite «da molto vicino come un orologiaio che esamina i congegni di un orologio». E, sembra, ancora di ascoltarlo mentre rievoca qualche episodio della sua vita avventurosa o trincia qualche giudizio tagliente su altri scrittori o fa trapelare le sue idee politiche.

conrad la linea d'ombraconrad la linea d'ombra

 

Madox Ford, che non la pensava affatto come lui, sottolinea come Conrad fosse, davvero, «un uomo politico» e, meglio, «uno studioso di politica», «incredulo verso la perfettibilità delle istituzioni umane», convinto che le rivoluzioni siano sempre da condannare perché, alla fin fine, sono «nient'altro che intrighi di palazzo, intrighi per il potere all'interno del palazzo o per l'occupazione del palazzo stesso».

 

Il suo personaggio preferito era Napoleone III, sia sotto le vesti di avventuriero prima della conquista del potere sia, poi, come imperatore dei francesi. La sua ambizione segreta era di «essere scambiato per un gentiluomo inglese di campagna del tempo di Lord Palmerston».

 

Forse parlare di «pensatore politico» per Conrad è esagerato. Ma è fuor di dubbio che la «politicità» è una dimensione della sua opera letteraria (anche se, spesso, la trama e il preziosismo stilistico la fanno passare in secondo piano) nel senso che nei suoi racconti è proiettata una ben precisa visione della vita. Più che dai romanzi il «pensiero politico» di Conrad fa capolino dall'immenso epistolario, quattro o cinquemila lettere, con personalità del mondo della cultura dell'epoca.

 

conrad CUORE DI TENEBRAconrad CUORE DI TENEBRA

Ecco che, allora, emerge il nobile polacco che non ama la democrazia - «Non sono un pacifista né un democratico (non so cosa significhi veramente la parola)» - e la cui avversione per le masse è tale da ripudiare persino l'idea di scrivere per tutti: «Non ho mai avuto l'ambizione di scrivere per l'onnipotente popolaglia». I suoi strali polemici sono sferzanti.

 

A proposito della Seconda Internazionale scrive: «Berlino è profondamente disgustata: l'Internazionale Socialista è in trionfo e tutti gli screditati pezzenti d'Europa sentono che si avvicina a gran passo il giorno della fratellanza universale, della depredazione, del disordine e nutrono sogni di tasche ben piene al costo della rovina di tutto ciò che è rispettabile, venerabile e sacro».

 

Alla base del conservatorismo di Conrad ci sono pessimismo e sfiducia nella natura umana (per lui la fraternità altro non è se non la «faccenda Caino-Abele») oltre a un conflitto fra l'impulso romantico e l'incapacità alla speranza. I suoi eroi sono spesso destinati al fallimento e, non a caso, il suicidio di alcuni di essi suggella la irrisolubilità del loro dramma morale. Eppure questi eroi testimoniano la grandezza dello scrittore e il tormento di uno spirito geniale. Per comprendere il quale i ricordi degli amici sono più utili di tanti studi critici.

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?