le foche tifosi atalanta

"ANCHE ATALANTA-VALENCIA DEL 19 FEBBRAIO PUÒ ESSERE STATA UNA DELLE POSSIBILI CONCAUSE DELL'"ANOMALIA BERGAMO". DOTTO INTERVISTA L’IMMUNOLOGO FRANCESCO LE FOCHE DEL POLICLINICO "UMBERTO I" DI ROMA: "L’AGGREGAZIONE DI MIGLIAIA DI PERSONE, DUE CENTIMETRI L’UNA DALL’ALTRA, POTREBBE AVER FAVORITO LA REPLICAZIONE VIRALE. DUBITO CHE IL CAMPIONATO RIPRENDA A GIUGNO. SI PUO’ ESSERE RAGIONEVOLMENTE OTTIMISTI PERCHE’..."

Giancarlo Dotto per il Corriere dello Sport

atalanta tifosi

 

Francesco Le Foche, medico immunologo, responsabile del day hospital di immuno-infettivologia del policlinico Umberto I di Roma. Più che mai in trincea di questi tempi, con i tre reparti attivi per il Covid 19. Una cinquantina di letti a oggi, più le aree di accettazione, decompressione e i reparti di terapia intensiva e rianimazione, fiore all’occhiello dell’ospedale, insieme alla storica e prestigiosa scuola di malattie infettive e tropicali voluta da re Umberto I agli inizi del novecento.

 

Di questi tempi l’assillo di Le Foche, quasi un’ossessione, è uno: quella che lui chiama l’”anomalia Bergamo”. L’incomprensibile e al momento inspiegabile anomalia planetaria rispetto alla sindrome da Covid 19.  

 

Partiamo da qui. La diffusione enorme del virus a Bergamo e provincia e il tasso unico di letalità. Niente certezze. Ipotesi?

“Probabilmente in quel distretto hanno agito più fattori trigger, i catalizzatori che attivano in modo repentino la diffusione del virus, facendolo esplodere in tutta la sua gravità”.

 

coronavirus

Nello specifico?

“Un paio su tutti. Quella bergamasca è un’area molto attiva nel mondo degli scambi economici e sociali. Un terreno ideale per il virus. Secondo fattore, parliamo antropologicamente di gente da sempre molto operosa, spartana, con una grande cultura del lavoro e una tendenza a sottovalutare e dunque trascurare malesseri che sembrano di stagione. L’albero degli zoccoli di Olmi è la  rappresentazione perfetta di questa gente. Aggiungiamo i comportamenti che, specie nei primi giorni, non hanno certo aiutato lo stop del virus”.

 

Un esempio? Da Valencia arrivano espliciti riferimenti alla partita di San Siro del 19 febbraio, l’Atalanta-Valencia andata di Champions.

“Uno di questi episodi, tra i più eclatanti, potrebbe essere stato proprio quello. L’apice in termini di euforia collettiva di una stagione calcistica unica nella storia del club”.

atalanta tifosi

Siamo al paradosso assoluto: il contagio positivo della festa e dell’entusiasmo potrebbe aver favorito il contagio negativo del virus e dunque della depressione e del lutto?

“Ci sta. È passato un mese da quella partita. I tempi sono pertinenti. L’aggregazione di migliaia di persone, due centimetri l’una dall’altra, ancor più associate nelle comprensibili manifestazioni di euforia, urla, abbracci, possono aver favorito la replicazione virale”.

Che intende per “favorito”?

“Intendo un’espulsione di quantità di particelle virali molto alta e a grande velocità dalle prime vie aree, bocca e naso. Stiamo parlando dell’enfasi collettiva di una partita storica, con molti gol. L’afflato di una tifoseria appassionata come poche. Devo immaginare che a quella partita siano andati quasi tutti, inclusi probabilmente asintomatici e febbricitanti”.

Sta dicendo che potrebbe essere una delle concause dell’anomalia Bergamo?

“Potrebbe essere”.

coronavirus, a bergamo l'arrivo dei carri funebri al cimitero e' non stop 1

Una follia giocarla a porte aperte quella partita con il senno di poi?

“Ha detto bene, col senno di poi. All’epoca troppe cose non erano ancora chiare, a cominciare dall’enorme diffusibilità di questo virus. Oggi sarebbe impensabile. Infatti, hanno bloccato tutto”.

 

Riprendere a giugno è realistico?

“Dubito molto fortemente. Un contesto così socialmente aggregante ed empatico come il calcio è l’antitesi dei comportamenti che si devono avere nell’emergenza sociale di un virus. Una minaccia per definizione”.

Se le aggregazioni empatiche sono un fattore fondamentale di contagio, siamo di fronte a un’illusione collettiva delle istituzioni del calcio, quando immaginano di ricominciare entro giugno?

tifosi atalanta

“La Cina docet. Ci vogliono certezze. Che vuol dire una stabilizzazione vera prima di ricominciare. Molto probabile che il virus circoli in modo ridotto da qui all’autunno. Dopo di che potrebbe esserci una ripresa dell’attività virale. Stiamo, ovviamente, ragionando per ipotesi”.

 

Non c’è da essere ottimisti…

“In quanto alla diffusibilità, no. Questo virus continuerà a diffondersi. Noi, grazie anche all’aver studiato quanto accade al nord, l’abbiamo ridotto ai minimi termini, ma non basta per tornare alla realtà di prima. Da qui ai prossimi mesi dobbiamo riorganizzarci in modo diverso”.

Molto improbabile dunque il via libera alle aggregazioni prima della fine dell’anno?

“Di quelle sportive in particolare. Anche perché, se da noi il virus andrà a ridursi, la tendenza è a crescere in Francia, Germania, Spagna e Inghilterra. Tutte nazioni che hanno un ruolo centrale nelle competizioni internazionali”.

 

atalanta valencia

Il rischio è il collasso del sistema. Riprendere a porte chiuse per evitarlo?

“Potrebbe essere una soluzione”.

Da studioso, una sua riflessione su questa pandemia?

“I comportamenti umani hanno modificato l’habitat e dunque le chances di adattamento dei virus. Il virus, se non ha una cellula dove replicarsi, muore. In una situazione di habitat alterato le particelle virali cercano l’ambiente più favorevole. Questo favorisce il salto di specie. È la teoria di Darwin. Si adattano nella trasformazione. Replicarsi è l’unico scopo dei virus”.

 

Scenario più che allarmante.

“Noi abbiamo un’arma in più, importantissima. L’intelligenza. È l’arma che ci ha portato a vincere le battaglie più complicate nella storia dell’umanità. Dobbiamo fare in modo che il contenitore di virus si allontani, distanziando le possibilità di contagio. Dobbiamo evitare che il virus salti da un autobus all’altro”.

coronavirus, a bergamo l'arrivo dei carri funebri al cimitero e' non stop 2

 

L’intelligenza umana sta andando nella direzione giusta?

“Assolutamente sì. Tutto questo percorso virtuoso potrebbe però essere inficiato da comportamenti umani non virtuosi”.

In Paesi come l’Inghilterra sembrano voler privilegiare altre strategie.

“Stanno cambiando strategia. In prima istanza avrebbero voluto vincere la battaglia della nazione in termini economici, anche rischiando vite umane. Nel nostro caso il rispetto della vita è centrale. Sfavorisce la forza della nazione in termini di economia ma la rafforza in termini di solidarietà sociale. Sono due strategie opposte”.

 

Quale la più efficace?

francesco le foche

“La direzione che abbiamo scelto noi, di salvare le vite umane, è quella che appartiene alla nostra storia e alla nostra sensibilità. Non possiamo inventarci diversi da quello che siamo. Questo sì, sarebbe il disastro peggiore”.

Cosa dobbiamo immaginarci da qui in poi?

“Analizzando a fondo questo virus ritengo che si possa combattere in due modi. Quello di prevenzione epidemiologica, distanziando le persone. L’altro, è una terapia congrua”.

Che sarebbe?

 “Bisogna capire bene la patogenesi della Covid 19, vale a dire il danno all’organismo. Il virus, quando degenera, scatena una tempesta citochimica, che si traduce in un’infiammazione acuta. Non bisogna arrivare alla sindrome dell’attivazione macrofagica, cellule del sangue che mangiano altre cellule. Ovvero, la parte terminale del marasma citochimico”.

 

Sarebbe questo il livello di guardia?

“Sì, anche se la complicanza più grave è quella del danno alveolare nel polmone profondo. Quando il sistema immunitario non riesce più, occorre spegnere comunque l’infiammazione con la terapia. L’alternativa è l’intubazione”.

 

coronavirus, a bergamo l'arrivo dei carri funebri al cimitero e' non stop 4

A che punto siamo con i farmaci?

“È un virus nuovo, va studiato bene. Oggi abbiamo dei marcatori sierologici che indicano il paziente a rischio. Su questi, in particolare, concentriamo oggi l’attenzione. La patogenesi a spanne del virus l’abbiamo rappresentata, ora stiamo utilizzando i farmaci che agiscono sulle citochine”.

 

Quanto efficaci?

“È una terapia ancora improbabile, i farmaci vanno affinati e lo faremo in brevissimo tempo. Non dimentichiamo che con la “spagnola”, un virus che uccise più della guerra, ci misero un anno per capirci qualcosa. Con la Sars ci vollero sei mesi. I cinesi hanno isolato e studiato il Coronavirus in tre giorni”,

atalanta

L’unicità di questo virus?

“Che si replica molto rapidamente sulle prime vie aeree, anche durante la fase asintomatica. È la sua arma. Potremmo dire un virus molto democratico che colpisce chiunque, salvo poi seguire percorsi diversi. Una livella, per dirla alla Totò”.

 

La preoccupazione?

“Quella più grande è che si diffonda in Africa dove i sistemi sanitari e di rianimazione sono meno efficaci”.

Quanto è alto il rischio che nel resto d’Italia si ripeta quanto avvenuto al nord?

“Con i comportamenti che abbiamo adesso lo ritengo molto improbabile. A oggi, i numeri  ci confortano”.

Un messaggio finale ragionevolmente positivo?

“Uno su tutti: è molto improbabile che il virus possa vincere la battaglia con l’intelligenza umana. Stiamo dando, a partire dalla Cina, una prova di grande efficienza”.

A partire dal Covis 19, cosa dobbiamo aspettarci in futuro?

“Potrebbero presentarsi vari virus all’orizzonte orientati al salto di specie. I virus, in questo salto, possono potenziarsi o depotenziarsi. Alcuni di loro potrebbero essere molto contagiosi, com’è oggi il Coronavirus, ma anche molto letali e lì sarebbe lo scenario peggiore”.

 

Come possiamo prevenirlo?

francesco le foche

“Dobbiamo evitare il salto di specie in tutti i modi. Ritornando a un equilibrio della natura, alla concezione di una vita biologica utile a tutti, cancellando la necessità per entità così piccole di aggredire l’essere umano, di farne l’ospite ideale”.

Come si arriva a questo?

“Prima cosa, istituire un organo di controllo permanente. Una task force. Dove medici e veterinari lavorino insieme. Non a caso, Ilaria Capua, donna colta e molto preparata, è una virologa veterinaria impegnata anche su questo fronte”.

 

Come cambierà, se cambierà, il genere umano a partire da questo choc collettivo?

“Il comportamento delle persone cambierà in meglio. Ma, soprattutto, devono cambiare le scelte di fondo della classe politica, che negli ultimi anni ha relegato al ruolo di cenerentola anche la salute pubblica. Senza giustizia, istruzione e sanità, la decadenza di una nazione è inevitabile”.

 

La lezione sarà recepita?

“Mi auguro di sì. Sono certo che il politico di domani non può comportarsi come il politico di oggi. La gente non glielo permetterà”.

Possiamo dire che questo flagello inatteso sia stato, in qualche modo, un allarme rosso per l’umanità intera, la risposta del suo sistema immunitario?

“Ha detto bene. Dobbiamo viverlo così. Come un incidente fecondo”.

giorgio goricoronavirus, a bergamo l'arrivo dei carri funebri al cimitero e' non stop

giancarlo dotto

 

Ultimi Dagoreport

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…