big selfie in auto

ULTIMO SELFIE AL CAMPOSANTO - AUMENTANO DEL 2,5% RISPETTO AL 2014 GLI INCIDENTI MORTALI IN ITALIA (DA 1.587 A 1.627) E LA CAUSA PRINCIPALE È L’USO DELLO SMARTPHONE AL VOLANTE. TRA SELFIE, SMS, FOTO SI PERDE DI VISTA LA STRADA E SI FINISCE AL CIMITERO

Nuviana Arrichiello per il “Corriere della Sera

SETTE ANIME FILMSETTE ANIME FILM

 

Una lista di sette nomi: è il piano di redenzione di un ingegnere che cerca riscatto dopo aver causato la morte di sette persone in un incidente stradale per il banale invio di un messaggio col cellulare. Il suo obiettivo è quello di salvare la vita ad altrettante persone prima di togliersi la sua. La trama del film Sette Anime , diretto da Gabriele Muccino ed interpretato da Will Smith, è di quelle che fanno riflettere.

 

GIORDANO BISERNIGIORDANO BISERNI

Purtroppo il passaggio da una pellicola cinematografica alla realtà, oggi come oggi, è piuttosto breve. Basta dare un' occhiata in giro per capire qual è il rischio che ogni giorno ci si trova ad affrontare sulle strade italiane. Se, infatti, fino a qualche anno fa era facile sorprendere l' indisciplinato di turno mentre parlava, impugnando con una mano il cellulare e con l' altra il volante, la scena ora è decisamente cambiata.

 

Nell' era dei social e delle app di messaggistica istantanea nessuno, o quasi, rinuncia a inviare risposte immediate, controllare in tempo reale le notifiche su Facebook e perfino a scattarsi qualche selfie da condividere con il mondo virtuale. Atteggiamenti che non tengono conto dei rischi.

SELFIE IN AUTOSELFIE IN AUTO

 

I numeri sono spietati: gli incidenti provocati da distrazione in auto sono stati 37.197 nel 2014, pari al 16,9% del totale degli incidenti (fonte Aci-Istat). E nel 2015 la situazione non è certo migliorata. L' incidentalità rilevata da polizia e carabinieri ha evidenziato, infatti, un aumento dei sinistri mortali del 2,5% (40 in più del 2014, da 1.587 a 1.627). Tra le cause principali, sul gradino più alto del podio, c' è proprio lo smartphone.

 

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Complessivamente, le forze dell' ordine hanno rilevato ben 48.524 infrazioni commesse nel 2015 per il mancato utilizzo di apparecchi a vivavoce o dotati di auricolare, il 20,9% in più rispetto al 2014.

 

Una tendenza che, secondo una web survey condotta da Skuola.net, in collaborazione con l' Università Niccolò Cusano, si manifesta soprattutto tra i giovani della iGeneration.

Su un campione di 1.600 studenti di età compresa tra i 14 ed i 21 anni in possesso di patente A, AM o B, uno su cinque confessa di parlare allo smartphone senza usare il vivavoce, uno su tre prende il cellulare per controllare gli sms, uno su 4 dà una spulciata alle notifiche.

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E la mania dei selfie? Tutt' altro che trascurabile: uno su dieci ammette di scattare foto in maniera compulsiva, anche in movimento. «L' uso sconsiderato degli smartphone alla guida può uccidere più di alcol e droga - spiega il presidente di Asaps, Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale, Giordano Biserni - ma si tratta di una condizione che è quasi impossibile dimostrare in caso di incidente in quanto tutto rientra nella categoria generale delle distrazioni».

 

«La legge che riguarda l' uso del cellulare - spiega ancora Biserni - prevede una multa di 161 euro ed una decurtazione di 5 punti dalla patente. Nel 2015, la sola polizia ha contestato ben 34.807 sanzioni, oltre seimila in più rispetto a quelle dell' anno precedente che si attestavano a quota 28.521 (+22%)».

 

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Ma c' è dell' altro. «Forse non tutti sanno che in caso di duplice infrazione in un biennio, la legge prevede la sospensione della patente da uno a tre mesi». Nel mare magnum delle strade italiane, però, dove la burocrazia varia da paese a paese e dove le attrezzature in alcune zone sono pressoché inesistenti, fare una verifica risulta davvero un' impresa titanica e finisce così che il trasgressore seriale resta spesso impunito.

 

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Ma allora cosa fare per arginare questo fenomeno? Ben vengano le campagne di prevenzione, ultima quella promossa da Anas e polizia #GUIDAeBASTA che fa del claim «se non rispondi non muore nessuno» il suo cavallo di battaglia. Ma «occorrono maggiori controlli sulle strade -spiega ancora Biserni - .

 

Bisogna avanzare un contrasto efficace se non si vuole arrivare ad un sequestro temporaneo del cellulare. La legge dovrebbe consentire all' organo di polizia di accertare l' utilizzo dello smartphone nelle verifiche degli incidenti dalla dinamica incerta». Un po' come accade per gli americani, che non essendo imbrigliati nell' intricato dedalo burocratico - tutto italiano - fatto di ricorsi, contestazioni e sentenze dei giudici di pace, stanno studiando il textalyzer, un dispositivo capace di misurare il tasso di messaggistica dei conducenti.

 

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In Canada invece, la polizia si è dotata di un teleobiettivo per individuare da 1,2 chilometri di distanza chi manda sms e usa il cellulare per navigare. E in Italia?

L' unica idea arriva da Torino dove vigili urbani e Siti, Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per l' Innovazione, propongono una sorta di «telefonino poliziotto», che registra l' attività della messaggistica del cellulare senza rivelarne i contenuti.

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