ORSINA? A NOI! – SI AGGIRA DA TEMPO SULLE PAGINE DE “LA STAMPA” UN POLITOLOGO ABILISSIMO A DANZARE SULLE DOPPIE PUNTE DEL CERCHIO E DELLA BOTTE - FINO A IERI: GETTATA VIA LA MASCHERA, CALZATA UNA PARRUCCA BIONDA ALLA MELONI, ORSINA HA SCRITTO CHE LA VERITÀ PROCESSUALE SULLA STRAGE DI BOLOGNA “NON È VERITÀ DIVINA” E QUELLE RADICI NERE E INSANGUINATE SONO SOLO “I RESIDUI FILI EMOTIVI” - PINO CORRIAS LO AZZANNA SUL “FATTO”: “PER ORSINA I CONDANNATI MAMBRO, FIORAVANTI, CIAVARDINI, ETC., FORSE SONO COLPEVOLI O FORSE NO, MEGLIO ATTENDERE IL GIUDIZIO DEFINITIVO, QUELLO UNIVERSALE, STRANO CHE LE DEMOCRAZIE COSTITUZIONALI NON CI ABBIANO ANCORA PENSATO...”
1 - L’ANTIFASCISMO MODERATO E I “FILI” DI BOLOGNA
Articolo di Pino Corrias per “il Fatto Quotidiano”
Numero olimpionico del mite professor Giovanni Orsina – ieri sulla Stampa – che danza sul cerchio e sulla botte per tenersi in equilibrio tra “l’antifascismo radicale” che procede e giudica all’ingrosso la nostra storia e quello moderato, ragionevole, cioè di buona stoffa storiografica che, un punto a croce dopo l’altro, rifiuta le semplificazioni di chi vorrebbe lacerare in due il tricolore e la sua storia.
giovanni orsina foto di bacco (2)
Opponendo da una parte l’esagerazione del doppio Stato stragista, neofascista, piduista mafioso, che ancora ieri evocava il presidente dei familiari delle vittime Paolo Bolognese, come fondale della strage. Dall’altra lo Stato che alla luce del sole, da tre quarti di secolo, e nonostante la permanente insidia estremista e comunista, ci mette a nanna beati, come piace narrare alla sorella d’Italia Giorgia Meloni e al conte zio Ignazio La Russa che si sentono “profondamente e personalmente colpiti” da quel giudizio, poverini.
Scrive Orsina che la verità processuale (dei dieci o forse dodici processi seguiti al boato del 2 agosto 1980 con le sue 85 vittime) “non è verità divina” e che dunque i condannati Mambro, Fioravanti, Ciavardini, Bellini, Cavallini, forse sono colpevoli o forse no, meglio attendere il giudizio definitivo, quello universale, strano che le democrazie costituzionali non ci abbiano ancora pensato.
Che poi gli incerti colpevoli siano i camerati dei molti Fratelli entrati nei Palazzi e che dunque il governo cavalchi quell’incertezza per non fare i conti con le proprie radici, non impensierisce Orsina. Anzi. Chiamando quelle radici nere e insanguinate “i residui fili emotivi” in procinto di essere tagliati, il professore di cucito storiografico ci riporta graziosamente al tombolo di nonna Speranza e a quel mondo di penombra e quieto vivere che crede di coltivare il bene ignorando il male, bastando un po’ di ipocrisia per chiudere gli occhi e sognare in santa pace il sempre sopportabile domani.
2 - L'ANTIFASCISMO RADICALE È PERICOLOSO DIVENTA LO SCUDO IDEALE DELLA DESTRA
Estratto dell’articolo di Giovanni Orsina per “La Stampa”
Fin quando la storia d'Italia sarà interpretata e strumentalizzata politicamente come ha fatto ieri Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione familiari delle vittime di Bologna, non potremo mai sperare di riuscire a metabolizzare il nostro passato. E fino a quel momento ci sarà pure impossibile chiedere con un minimo di credibilità a Giorgia Meloni e al suo partito di recidere i residui fili emotivi che ancora li legano alle vicende del neofascismo, perché sarà loro fin troppo facile sottrarsi accusando i propri accusatori di disonestà intellettuale e faziosità.
L'interpretazione storica che ha proposto ieri Bolognesi rimanda a numerose sentenze giudiziarie. Ne ricava senz'altro forza, ma non ne viene affatto resa incontrovertibile in ogni sua parte. Le sentenze non sono verità divina, in una democrazia si ha il pieno diritto di diffidarne e criticarle. Tanto più quando arrivano al termine di iter lunghissimi, nel corso dei quali sono state montate, smontate e rimontate più volte fra il primo e il terzo grado di giudizio.
Nel caso specifico della strage di Bologna, per altro, non mancano studiosi autorevoli e disinteressati che hanno espresso dubbi fondati sulle ricostruzioni di parte giudiziaria. Dubbi tanto maggiori quanto più quelle ricostruzioni sono, per così dire, salite di livello, passando dagli autori materiali ai loro mandanti.
In un libro uscito di recente in spagnolo e inglese ma non ancora in italiano, uno storico attento come Juan Avilés ha ritenuto provate le responsabilità di Fioravanti, Mambro e Ciavardini – ma molto meno chiare quelle di Licio Gelli.
giorgia meloni e la strage di bologna vignetta by rolli per il giornalone la stampa
Mentre in un documentatissimo volume del 2016 Vladimiro Satta è giunto a una conclusione sconfortata: «L'esame dei procedimenti giudiziari contro Fioravanti, Mambro e Ciavardini nonché di quelli per depistaggio delle indagini mostra che la dichiarazione di colpevolezza dei tre neofascisti non è campata in aria come vorrebbero gli innocentisti ma, purtroppo, non è neppure molto convincente».
Bolognesi non si è limitato a interpretare la storia, però. L'ha pure brandita come una clava […] La clava è la consueta lettura antifascista radicale della vicenda repubblicana. Intollerante, perché chi la sostiene ritiene di essere moralmente prima ancora che politicamente nel giusto e che la propria idea di costituzione e democrazia sia l'unica possibile.
Complottista, fondata com'è sulla convinzione che l'Italia non sia mai stata davvero libera ma sia stata controllata da una combinazione variabile di CIA, mafia, servizi segreti nazionali e poteri forti, con la complicità di pezzi consistenti della Democrazia cristiana. Scopertamente politica, infine, poiché fissa il principio che la Repubblica possa essere legittimamente governata soltanto da sinistra, e che le destre siano quindi illegittime a prescindere.
[…]
GIORGIA MELONI E LA MATRICE FASCISTA NELLA STRAGE DI BOLOGNA - VIGNETTA BY MANNELLI
Col suo estremismo, la sua faziosità, e non di rado col suo spregio del buon senso e della verità storica, l'antifascismo radicale è stato ed è il peggior nemico dell'antifascismo quale strumento di ampia convergenza sui valori fondanti della Repubblica.
Poiché esso ha avuto un'influenza notevole anche sulla magistratura, per altro, bisognerebbe pure chiedersi quanto le sentenze sulle stragi, sui depistaggi, sui tentativi di colpo di Stato ne siano state condizionate, e quanto i dubbi su quelle sentenze nascano proprio dal vederle attraversate da linee ideologiche così evidenti. Ma soprattutto, l'antifascismo radicale è lo scudo ideale di Meloni e di Fratelli d'Italia. Di fronte a un intervento scomposto come quello di Bolognesi, infatti, in quale altro modo avrebbe mai potuto replicare la Presidente del Consiglio?
strage di bolognastrage di bologna soccorsi dopo l'esplosionegiusva fioravanti francesca mambro 2LA STRAGE DI BOLOGNA SECONDO GIORGIA MELONI - VIGNETTA BY ROLLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA STRAGED THINGS - MEME BY EMILIANO CARLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA