coronavirus licenziamenti

LA BOMBA SOCIALE È SOLO RIMANDATA – IL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI PER TUTTI RIMARRÀ FINO AL 30 GIUGNO, MA DAL GIORNO DOPO LE AZIENDE PIÙ GRANDI POTRANNO PARTIRE CON LE RISTRUTTURAZIONI E GLI ESUBERI. OPPURE POTRANNO MANTENERE LA CASSA INTEGRAZIONE, MA NON PIÙ A CARICO DELLO STATO - PER LE PIÙ PICCOLE BISOGNERÀ INVECE CAPIRE IN CHE DIREZIONE ANDRÀ LA RIFORMA DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI, ATTESA IN AUTUNNO

LICENZIAMENTI CORONAVIRUS 1

Valentina Conte per “la Repubblica”

 

Licenziamenti prima bloccati per tutti, fino al 30 giugno. Poi selettivi: le aziende dotate di cassa integrazione ordinaria torneranno a poter licenziare, le altre no fino alla riforma degli ammortizzatori, attesa entro l' autunno.

 

ANDREA ORLANDO

Il piano in due fasi, illustrato ieri dal ministro del Lavoro Andrea Orlando (Pd) in commissione al Senato, prevede dunque una proroga inevitabile del divieto che scade il 31 marzo, allungato di tre mesi. «Lo stato di emergenza prosegue e non consente di abbandonare il ricorso a strumenti eccezionali».

 

cassa integrazione

Ma offre alle aziende più grandi, a partire dalla manifattura, una fine certa del blocco che dura ormai da un anno. Dal primo luglio potranno ristrutturare anche licenziando. Oppure scegliere di mantenere parte dei dipendenti in Cig, non più gratis come quella Covid a carico dello Stato, ma pagata dai loro contributi.

 

«Dobbiamo evitare di trattare situazioni diverse con strumenti uguali, creando sperequazioni», dice Orlando. Nello stesso tempo «il protrarsi della crisi impone una riforma di sistema», ovvero ammortizzatori «universali e semplici », in grado di coprire tutti i lavoratori di tutti i settori e tutte le aziende. Oggi non è così.

 

CORONAVIRUS LICENZIAMENTI

Al punto che il governo Conte 2 ha dovuto resuscitare la Cig in deroga - abolita dal Jobs Act - per proteggere anche le micro imprese sotto i 5 dipendenti, il commercio e i servizi. Saranno soprattutto queste a beneficiare ancora del blocco dei licenziamenti fino all' autunno.

 

cassa integrazione

«Gli strumenti di protezione dei lavoratori scontano una frammentazione non più giustificabile », aggiunge Orlando. Il tavolo con le parti sociali sulla riforma degli ammortizzatori è partito. Dopo l' incontro sulle procedure da sveltire - «un pacchetto normativo è già costruito» e finirà nel decreto Sostegni - ne rimangono ancora tre. Le protezioni saranno estese anche «ai nuovi lavori, quelli delle piattaforme, le cui tutele appaiono ancora troppo timide, agli autonomi, ai professionisti più vulnerabili», promette Orlando citando i rider.

 

CASSA INTEGRAZIONE PIL

A questa riforma si aggancerà quella «organica» delle politiche attive. L' idea è di «innovare gli strumenti esistenti», come l' assegno di ricollocazione, integrandoli con le politiche della formazione professionale. «Dobbiamo agire sulle competenze di base per i lavoratori più lontani dal mercato del lavoro», spiega Orlando. «E fornire una formazione più avanzata per i lavoratori più qualificati che nei prossimi mesi potrebbero trovarsi in una situazione di transizione e andranno accompagnati».

LICENZIAMENTI CORONAVIRUS

Il ministro, illustrando le linee programmatiche del suo dicastero, indica in giovani, donne e Sud i più dannegg iati dalla crisi e target dei fondi del Recovery. «Dobbiamo scongiurare con tutti i mezzi il rischio di una generazione perduta », dice. Restringere «i gravi divari di genere, le donne sono doppiamente discriminate perché non riescono a concilia re lavoro e carichi familiari». E «rendere il Sud capace di attrarre investimenti».

 

Il Reddito di cittadinanza (percepito da 1,5 milioni di famiglie) e quello di emergenza (altre 300 mila) hanno impedito che crisi economica e sanitaria sfociassero «in modo drammatico in crisi sociale ». Però necessitano di «manutenzione e adattamento», per tenere conto del «lavoro povero» che cresce e del «ceto medio impoverito».

Tra le «questioni aperte» Orlando cita Ilva e Alitalia, «su cui è necessario un salto di qualità». Poi annuncia «un nuovo Piano sociale nazionale» per rafforzare le infrastrutture sociali, oltre a completare la riforma del Terzo Settore.

andrea orlandoandrea orlandoANDREA ORLANDO NICOLA ZINGARETTI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…