caccia francia

BRINDANO SOLO I PRODUTTORI DI ARMI - DOPO I MORTI DI PARIGI, HOLLANDE HA MANDATO AL DIAVOLO IL RIGORE SUI CONTI ANNUNCIANDO NUOVE SPESE PER LA DIFESA - CHI AFFIANCHERÀ PARIGI CON LE ARMI IN SIRIA ED IRAQ POTRÀ ANCHE OTTENERE AMPIE FORME DI FLESSIBILITÀ SUI CONTI

Fabrizio Ravoni per “il Giornale”

 

FRANCOIS HOLLANDEFRANCOIS HOLLANDE

Il rigore europeo è morto al Bataclan. «In queste circostanze - ha sottolineato Françoise Hollande - ritengo che il Patto di Sicurezza abbia la meglio sul Patto di Stabilità». E pensare che la Commissione Ue (con il tempismo dei burocrati) proprio ieri aveva accettato, storcendo un po' la bocca, che il debito francese aumentasse, anzichè scendere; ed il deficit restasse per altri due anni sopra il 3%.

 

Carta straccia dopo i morti di Parigi. Ed Hollande non ha nessun problema a dirlo. Con 130 morti sulle spalle, nessun euroburocrate gli contesterà se aumenta la spesa. Ed a sostegno dell' Eliseo scende in campo il commissario francese della Commissione Juncker, Pierre Moscovici: «La sicurezza è prioritaria. Le finanze pubbliche in ordine sono complementari».

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Forse è stata proprio la spallata di Hollande al Patto di Stabilità la molla (sotterranea) che ha fatto scattare il sostegno unanime dei ministri della Difesa europei alla richiesta di Parigi di invocare la clausola di solidarietà, contenuta nell' articolo 42.7 del Trattato di Lisbona. Al momento si tratta di una «solidarietà» che i 28 possono declinare in modo diverso: il Trattato prevede forme di «solidarietà» bilaterali. Quindi, può essere sia politica sia militare. Ma è implicito che chi affiancherà Parigi con le armi in Siria ed Irak potrà anche ottenere ampie forme di flessibilità sui conti.

 

E non è un caso che i mercati stanno reagendo positivamente. Un aumento della spesa, militare e non, diffuso a livello europeo fa aumentare i listini. Soprattutto se i mercati hanno la consapevolezza che le banche centrali - questa volta - si schiereranno al fianco dei governi nella lotta al terrorismo. Una qualità indispensabile per i banchieri centrali è la freddezza nell' analisi. Mario Draghi è stato soprannominato l' atermico dal sito Dagospia.

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E non solo perchè non indossa mai il cappotto, pur vivendo a Francoforte. Ma perchè sa controllare meglio di tutti le emozioni. Si trovò a gestire l'«11 settembre» da direttore generale del Tesoro. E l' unico commento che si fece scappare fu: «Nulla sarà più come prima». Il suo karma attuale è «whatever it takes to save euro», ogni cosa pur di salvare l' euro. Ed è nato il Quantitative Easing (QE), l' acquisto di titoli pubblici che sta contribuendo non poco a tenere sotto controllo lo spread.

 

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Gira voce che nei corridoi di Antalya, a margine del G-20 in Turchia, si accennasse alla possibilità che la Bce stesse studiando un Super QE che avesse il fine di aumentare la liquidità in circolazione e tamponasse gli effetti finanziari di un accantonamento del rigore nei conti pubblici da parte dell' Eurozona. In tal modo, i Paesi europei coinvolti nella lotta al terrorismo potrebbero destinare risorse pubbliche per conservare il tenore di vita dei rispettivi cittadini (sottoforma di una riduzione del prelievo fiscale), senza subire ripercussioni negative da parte dei mercati se i conti pubblici non rispettano il Patto di Stabilità. In più, gli investimenti in tecnologia della sicurezza - già oggi parzialmente stralciati dal calcolo del deficit e solo da quello del debito - possono creare nuovi posti di lavoro.

 

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È anche con queste armi che si combatte il Califfato. Whatever it take to save the European way of life: potrebbe essere il nuovo motto della Bce. Per il momento lo è di Hollande e della Francia. In attesa che qualcun altro segua l' esempio.

 

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