
LA CAMPAGNA DI PROFILASSI PER I BIMBI TRA I 5 E GLI 11 ANNI NON È DECOLLATA COME SI POTEVA IMMAGINARE. AL MOMENTO I NUMERI SONO ANCORA IRRISORI: E' STATO SOMMINISTRATO IL 9,23% DI PRIME DOSI A CIRCA 340MILA BAMBINI SU UNA POTENZIALE PLATEA DI 3 MILIONI E MEZZO – E IL VIRUS CONTINUA A CORRERE PROPRIO IN QUELLA FASCIA D’ETÀ E TRA GLI ADOLESCENTI SENZA TERZA DOSE…
Margherita De Bac per il "Corriere della Sera"
Quando tutto cominciò, nel 2020, il Sars-CoV-2 si è mostrato molto benevolo nei confronti dei giovani, soprattutto bambini. Si pensava che la capacità di rispondere all'infezione fosse merito del loro sistema immunitario più stimolato perché reduce da una sfilza di vaccinazioni contro le altre malattie infettive, obbligatorie per entrare a scuola. Oggi la clessidra si è invertita. Circa un contagio su 4, il 24%, nell'ultima settimana ha riguardato soggetti in età scolare.
Aumentati i ricoverati sotto i 19 anni, quasi 800 in più nel giro di un mese, anche in terapia intensiva (da 251 a 263). I dati dell'ultimo rapporto dell'Istituto superiore di sanità preoccupano i pediatri alla vigilia della riapertura dell'attività didattica, tra il 7 e il 10 gennaio. Il fenomeno non è responsabilità di Omicron, nel senso che non è il virus ad aver affilato le sue armi per meglio colpire la popolazione giovanile. Che però è meno vaccinata rispetto alle altre fasce anagrafiche e dunque è maggiormente esposta a contrarre l'infezione.
La campagna di profilassi per 5-11 anni non è decollata come si sperava. I richiami per gli ultra 16enni sono sulla rampa di lancio. Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di pediatria (Sip), però è ottimista. Ha fiducia che, dopo un avvio lento, l'affluenza ai centri vaccinali prenda quota. I numeri sono ancora piccoli: somministrate il 9,23% di prime dosi a circa 340mila bambini su una potenziale platea di 3 milioni e mezzo.
«Sono pochi - è un po' delusa la pediatra napoletana - con varie differenze tra le Regioni. Si va dalla Puglia, col 13% dei vaccinati alla Campania, sotto il 5%». I dati non vanno letti come un rifiuto. La maggior parte dei genitori ha preferito «di aspettare per essere più tranquilli sulla sicurezza». Sulla base dei dati raccolti negli Stati Uniti, dove il preparato anti Covid di Pfizer è stato somministrato a circa 10 milioni di bimbi, gli effetti collaterali sono lievi o inesistenti, paragonabili alle tradizionali vaccinazioni.
Preoccupa di più l'impennata di contagi tra 16 e 19 anni. Come mai? Potrebbe essere dovuta al ritardo della terza dose che solo dieci giorni fa è stata autorizzata per questa fascia: «È un'ipotesi - dice Staiano -. Il dilagare della variante Omicron porta con se un aumento dei casi anche nei giovani protetti da due dosi». Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Speranza per la gestione della pandemia, osserva : «È normale che ora il virus sia passato sui giovani che, specie gli adolescenti, oltre ad essere meno immunizzati socializzano di più, si baciano e abbracciano. La Omicron è più contagiosa, ma dal punto di vista clinico è poco differente dalla variante Delta».
Non è dimostrato che sappia farsi largo nella popolazione sotto i 20 anni grazie a caratteristiche particolari. Il nuovo ceppo è capace di attaccarsi subito alle cellule delle vie respiratorie superiori (gola e bronchi) e tende a non colpire i polmoni. Ecco perché darebbe origine a forme di malattia meno severe, da curare seguendo in ogni caso le indicazioni dei pediatri.
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