UNA BARA A 2 CARATI - “CARA, TI HO PORTATO UN DIAMANTE CON DENTRO LE CENERI DI NOSTRO FIGLIO”
Alessandro Gonzato per "Libero"
Ha fatto realizzare un diamante con le ceneri del figlio, morto in un incidente stradale a soli 20 anni. Il padre, un 55 enne di Conegliano - comune della provincia di Treviso - ha deciso di regalare alla moglie una pietra preziosa per rendere eterna la presenza del loro ragazzo. Prima ha chiesto che la salma venisse riesumata dal cimitero cittadino. Poi che venisse cremata, e infine che le ceneri fossero spedite in Svizzera. Dove, in otto mesi, l'azienda Algordanza, ha realizzato il diamante.
Ora, le ceneri del figlio, potranno essere portate per sempre al dito dalla mamma, incastonate in un anello, o al collo, magari in un pendente, vicino al cuore. Dall'urna, al diamante. Dopo l'inumazione del corpo e quella delle ceneri, ecco un terzo modo per conservare i resti delle spoglie umane.
Si chiamano «diamanti della memoria». Il processo di produzione consiste nell'estrazione del carbonio dalle ceneri o dai capelli, nel caso i resti del corpo siano troppo pochi. Il carbonio, pressato e sottoposto a temperature elevate, si trasforma in grafite. Che a sua volta, col calore, diventa un diamante grezzo. Una volta tagliato e pulito, il processo di «diamantificazione» è ultimato. Ogni diamante ha una diversa tonalità di blu che deriva dalle caratteristiche chimiche di ciascun corpo. L'intero processo si svolge a Coira.
L'azienda è nata nel 2004 da un'intuizione del ricercatore russo, Vladimir Blank, del professore tedesco VeltBrimer e di un suo allievo, Rinaldo Willy. Dal 2009 Algordanza ha deciso di aprire una filiale a Roma, anche se la produzione - circa 1.000 pezzi all'anno - si svolge esclusivamente Oltralpe. Il costo varia dai 2.600 euro per una pietra grezza da un terzo di carato, ai 20mila per uno da due carati.
Sei mesi, in media, i tempi di realizzazione. «La nostra azienda» spie Christina Sponza, responsabile marketing, «è l'unica al mondo che lavora esclusivamente con ceneri di cremazione. Altre società , come viene specificato ai loro clienti, aggiungono anche carbonio minerale». In Italia, per ora, di gioielli realizzati con le ceneri del caro estinto ne vengono richiesti una decina all'anno.
Dal Giappone, invece, la domanda è molto forte. «Al contrario di quanto si può pensare» continua la Sponza, «i clienti nella maggior parte dei casi non sono ricchi». Discorso diverso, invece, per i gioielli prodotti dai resti delle spoglie degli animali: «à un mercato che nel nostro Paese ancora è fermo. In questo caso i clienti sono soprattutto arabi».
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