IL CARCERE MINORILE BECCARIA DI MILANO È UN COLABRODO - UNO DEI TRE RAGAZZINI EVASI L'ALTRO GIORNO È STATO ACCIUFFATO MA, DOPO POCHE ORE, È RIUSCITO A SCAPPARE DI NUOVO, SPARENDO NEL NULLA - ANCHE UN ALTRO DEL GRUPPO SE L'ERA GIA' DATA A GAMBE A META' GIUGNO: AVEVA USATO UN PALO A MO’ DI SCALA PER SUPERARE MURI E CANCELLI - CHI SONO I TRE EVASI: DUE FRATELLI MAROCCHINI (16-17 ANNI), FINITI DENTRO PER RAPINA, E UN ITALIANO DI PAVIA (17ENNE)

Estratto dell'articolo di Elisabetta Andreis, Pierpaolo Lio per il “Corriere della Sera”

 

rivolta al carcere minorile cesare beccaria 21

Il giorno e la notte. Irrequieto ed «elettrico», il piccolo. Più tranquillo, il grande. Nonostante il passato turbolento che li accomuna. E quella violenta rapina che li ha spediti entrambi nel carcere minorile milanese Beccaria, da dove domenica sono fuggiti. Insieme, di nuovo. Perché, come spesso accade ai fratelli, tra A.F. e W.F., 16 e 17 anni, ci possono essere discussioni e litigi, dovuti a visioni e caratteri opposti, ma si sono trovati di nuovo insieme.

 

A seguirli l’altro giorno nella loro evasione c’è anche un terzo ragazzo. È L.G., italiano 17enne, pavese, arrestato per tentato omicidio e rapina. In quell’occasione, a lui va male. Mentre la coppia di fratelli sparisce sotto la pioggia che nel pomeriggio spazza la città, lui viene subito acciuffato e riportato dentro. Ma per poco. Qualche ora, e in serata ci riproverà, questa volta con successo.

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Nel frattempo, A.F. e W.F. sembrano per ora scomparsi. Dopo essere usciti dalla portineria, sfruttando quel po’ di libertà in più garantita a chi rientra nel cosidetto «gruppo avanzato», composto da quei detenuti che partecipano ai corsi di formazione, hanno scavalcato insieme il muro di cinta e hanno corso a perdifiato, evitando di incrociare lo sguardo delle telecamere della vicina stazione del metrò.

 

Come ad A.F. — due arresti, accuse per varie rapine e quasi un anno e mezzo da scontare — ha «insegnato» la sua prima fuga. A metà giugno s’era infatti dileguato con un compare, sfruttando un’occasione. Vista la poca sorveglianza, avevano usato un palo a mo’ di scala per superare inosservati muri e cancelli. [...]

 

Il più giovane dei due fratelli nati e cresciuti in un paese della provincia comasca da una famiglia marocchina era arrivato da soli tre giorni nell’istituto all’estrema periferia ovest di Milano. E gli era bastato per mettersi subito in mostra. Carattere adrenalinico. Un muro contro ogni tentativo degli educatori e psicologi di coinvolgerlo. Insofferente con gli agenti della Penitenziaria. Un trascinatore con i compagni di detenzione (e con il fratello maggiore), come dimostrano le ultime rivolte estive che l’hanno visto tra i protagonisti.

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A.F. era stato l’ultimo a cadere dei cinque che a dicembre scorso avevano assaltato, armi alla mano, una sala slot a Mozzate (Como). L’avevano beccato i carabinieri l’11 giugno in una stanza d’hotel di Desenzano del Garda, nel Bresciano. W.F., era stato invece il primo della giovanissima «gang» (tre minori e due poco più che maggiorenni, tutti arrestati) a essere preso. Perché c’era anche lui il giorno della rapina, quando era stato malmenato il titolare del locale e la banda s’era portata via i quattromila euro d’incasso. [...]

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