1. PERCHE’ VERONICA PANARELLO TORNA A CASA PER SOLI TRE MINUTI, PRIMA DI ANDARE AL CORSO DI CUCINA? E PERCHE’ HA NASCOSTO QUESTO DETTAGLIO AGLI INVESTIGATORI? 2. CHI ANALIZZA IL VIDEO CERCA DI CAPIRE SE LA DONNA AVEVA DIMENTICATO QUALCOSA OPPURE SE AVEVA QUALCOSA FRA LE MANI QUANDO ESCE DI CASA, COME IL SACCO DELLA SPAZZATURA, QUELLO CHE LEI DICE DI AVER BUTTATO MENTRE ANDAVA AL CORSO DI CUCINA 3. PER GLI INVESTIGATORI C'E' UNA SOLA CERTEZZA: IL RACCONTO DI VERONICA È UN GROVIGLIO DI BUGIE. ANCHE SE IL SUO NOME NON È ANCORA STATO ACCOSTATO ALL’ESPRESSIONE “OMICIDIO VOLONTARIO”. NON E' INDAGATA MA QUESTO PUNTO È PIÙ CHE UNA SOSPETTATA 4. LA PANARELLO NON SEMBRA AVERE ALCUNA VOGLIA DI PARLARE CON LE FORZE DELL'ORDINE, DI “RICOSTRUIRE” NIENTE. NON MANGIA, STA SEMPRE A LETTO, CHIUSA NEL SUO MUTISMO
1 - PERCHÉ È TORNATA A CASA TRE SOLI MINUTI? TUTTI I BUCHI NELLA MATTINA DI VERONICA
DAVIDE E VERONICA STIVAL GENITORI DEL PICCOLO ANDREA LORIS
Giusi Fasano per il “Corriere della Sera”
Tre minuti e mezzo che non sono raccontati in nessun verbale e che non compaiono mai nelle ricostruzioni contraddittorie di Veronica. La mattina in cui Loris sparisce sua madre rientra a casa una volta di troppo rispetto a quanto lei stessa dichiara nei verbali. E «quella» volta sale in casa, appunto, soltanto per tre minuti e mezzo prima di infilarsi di nuovo in macchina e raggiungere il castello di Donnafugata, dove deve seguire un corso di cucina.
veronica panarello stival con uno dei figli
Perché? Che senso ha quel breve ritorno nell’appartamento di via Garibaldi? E, soprattutto, perché tacerlo agli investigatori? Loro — gli inquirenti — si dicono praticamente sicuri di quel passaggio perché la telecamera piazzata dall’altra parte della strada inquadra il portone di casa Stival e, per quanto sgranate e poco nitide possano essere, le immagini mostrerebbero comunque la sagoma di una persona che scende dalla macchina e si infila nella porta d’ingresso per uscirne 210 secondi più tardi. L’auto è una Polo nera come quella di Veronica, che nessun altro ha in quella palazzina. La sagoma, deducono quindi gli investigatori, dovrebbe essere la sua.
veronica panarello mamma di loris stival
La domanda è: cosa c’è di tanto urgente da fare a casa per essere costretta a tornarci prima di correre a lezione di cucina? Cos’ha dimenticato? Chi sta visionando i frame di quei secondi è concentrato anche su un altro particolare: capire se la persona che si muove nel filmato ha qualcosa fra le mani quando esce di casa. Per esempio il sacco della spazzatura, quello che lei dice di aver buttato via mentre andava al corso, dove tra l’altro arriva in gran ritardo giustificandosi: «Scusate, ho avuto dei problemi».
santa croce di camerina loris stival
Immagini e ancora immagini. La Polo nera inquadrata mentre passa a 50 metri dalla strada che porta al mulino vicino al quale è stato ritrovato Loris, vista mentre si infila nel garage di casa, ripresa mentre fa un percorso diverso rispetto a quello raccontato da lei... E alla fine eccola, ferma sotto casa per quei tre minuti e mezzo. Subito dopo essere transitata a pochi passi dal canneto accanto al mulino vecchio. «Aveva molta fretta perché era in ritardo ma nonostante questo è ripassata dall’appartamento. Come se avesse la necessità assoluta di prendere qualcosa».
la scientifica entra a casa di andrea loris stival
Dopo una settimana l’inchiesta ha ricostruito minuto per minuto gli spostamenti di Veronica. Eccoli: esce di casa una prima volta alle 8.32 con i due bambini. Loris non sale in macchina e torna a casa, lei parte per accompagnare l’altro bimbo alla ludoteca e rientra alle 8.49 mettendo la macchina nel garage (non lo fa mai, spiegano i vicini) che ha un accesso interno alla palazzina.
La Polo nera esce dal garage dopo 36 minuti. Viene individuata da più telecamere mentre si avvia verso la zona del mulino vecchio e fino a quando passa a 50 metri da lì. Poi la si vede puntare di nuovo verso casa e comparire davanti al portone dove rimarrà parcheggiata per quei tre minuti e mezzo prima di partire in direzione della scuola di cucina.
andrea loris stival e la mamma
Il racconto di Veronica è un groviglio di bugie, questo è ormai una certezza. Ma il suo nome non è ancora stato accostato all’espressione «omicidio volontario». A questo punto è più che sospettata anche se non indagata. «Se si ipotizzasse un suo ruolo nell’omicidio di Loris» ragiona uno degli inquirenti che sta lavorando al caso, «si potrebbe anche immaginare il panico del momento e la fretta di disfarsi del corpo e si potrebbe pensare che il passaggio di quei pochi minuti a casa sia servito a recuperare lo zainetto introvabile del bambino, magari per buttarlo via lungo il percorso casa-lezione».
Solo un ragionamento, parole che potrebbero non valere nulla se Veronica chiarisse i tanti punti oscuri di quella mattina. È arrivato il tempo di farlo.
2 - “TUTTI CONTRO DI ME MA HO DETTO LA VERITÀ” LE URLA DI VERONICA SOTTO ASSEDIO
Alessandra Ziniti per “la Repubblica”
«Basta, non ne posso più. Cosa vogliono da me? Io ho detto la verità. Io voglio solo il mio bambino. Perché non me lo danno? Voglio toccarlo, voglio abbracciarlo». Sembra non curarsi del cerchio che si stringe attorno a lei, dei tanti indizi che uno dopo l’altro la inchiodano alle sue bugie, delle richieste sempre più pressanti degli investigatori che continuamente bussano alla sua porta, la convocano in questura, la conducono per sopralluoghi, le “invadono” la casa.
È una mamma sotto assedio Veronica Panarello a una settimana dall’omicidio di suo figlio. La sua casa è presidiata giorno e notte da troupe televisive, fotografi e giornalisti ai quali non sfugge neanche il più minimo movimento, fuori da quelle serrande sempre abbassate al terzo piano c’è un paese in attesa. Che non si schiera né con lei né contro di lei e attende, con malcelata insofferenza verso la pressione del circo mediatico che ha ormai piazzato le tende, la soluzione del “giallo”.
Ma lei, Veronica, all’avvocato Francesco Velardita che anche ieri è andata a trovarla a casa nel tentativo non facile di mettere a punto non una strategia difensiva (perché Veronica non è indagata) ma quantomeno una linea di comportamento, chiede solo di fare pressione per riavere indietro il corpo di Loris che ancora non può riposare in pace.
Per il legale nominato dai genitori di Loris tre giorni fa è un compito arduo quello di cercare di trovare una risposta ai tanti interrogativi che giorno dopo giorno le indagini sollevano sulla versione di Veronica. Lei non sembra avere alcuna voglia di “ricostruire” niente. Non mangia da una settimana, sta sempre a letto, in penombra, chiusa nel suo mutismo. Ogni tanto si alza, si affaccia improvvisamente al balcone di casa e comincia ad urlare ai cronisti in attesa: «Viaaaaa, dovete andare via».
LO SLIP TROVATO A SANTA CROCE DI CAMERINA E COMPATIBILE CON QUELLO DI LORIS STIVAL
Non sono poi tante le persone del paese che in questi giorni hanno osato varcare il portoncino al numero 82 di via Garibaldi per porgere le condoglianze a Veronica e Davide. Chi lo ha fatto parla di un padre dallo sguardo assente che sembra stare accanto alla moglie, pronto ad assecondare le sue richieste, da quelle più strane, come la “riconsegna” alle maestre di Loris di quella confezione aperta di fascette elettriche, a quelle obbligate come il sostegno fisico di Veronica quando è costretta, come è accaduto sempre in questi ultimi giorni, ad alzarsi dal letto e andare in questura a redigere verbali o a fare sopralluoghi.
IL CACCIATORE CHE HA TROVATO LORIS STIVAL
Anche l’altroieri, nel sedile posteriore della macchina della polizia che la portava in giro per il paese per rifare il percorso che lei dice di aver fatto sabato scorso, Veronica non riusciva neanche a stare seduta. Un foulard in testa a ripararle il volto, quasi abbandonata sulla spalla del poliziotto che le stava accanto. «Qui c’è un funerale continuo che dura da una settimana», dice suo padre Francesco Panarello, arrivato insieme ad uno dei fratelli di Veronica a cercare di tenere su la figlia.
il ritrovamento di andrea loris stival foto lapresse 6
Una figlia da sempre difficile e problematica che nella sua famiglia d’origine non si è mai sentita troppo amata, convinta di essere nata indesiderata da una madre che ha avuto quattro figli da quattro uomini diversi. Forse anche per quello, ancora ragazzina, Veronica deve avere pensato che il suo amore giovanile con Davide fosse la via d’uscita verso una vita tutta sua, verso una famiglia vera, verso un futuro che probabilmente sognava diverso da quello che poi la vita le ha riservato: una gravidanza troppo precoce, a 16 anni, probabilmente indesiderata, una vita da casalinga con un marito sempre lontano. E colpisce che sul suo profilo Facebook Vero Nica (come aveva scritto il suo nome) avesse tante foto, di lei, di Davide, del bimbo piccolo, persino del suo gatto. Di tutti tranne che di Loris.
il ritrovamento di andrea loris stival foto lapresse 5
il ritrovamento di andrea loris stival foto lapresse 4