CODE AI BANCOMAT E PROTESTE, IN RUSSIA CRESCE IL DISSENSO VERSO PUTIN - I CITTADINI NON VOGLIONO TORNARE AL PASSATO SOVIETICO NE' PERDERE LE COMODITA' OCCIDENTALI - ZAR VLAD E' ANCORA SOSTENUTO DALLA MAGGIORANZA DEL SUO POPOLO, PERO' IL SENTIMENTO POPOLARE POTREBBE CAMBIARE VELOCEMENTE SE LA GUERRA UCRAINA AVESSE UN EFFETTO BOOMERANG SULLE TASCHE DEI CITTADINI...
Alessandro Gonzato per "Libero quotidiano"
Lo spettro, tra la gente, è la deoccidentalizzazione. Il ritorno al passato per chi ha vissuto la cortina di ferro. La negazione del futuro per i giovani. L'isolamento. Oggi lo zar è ancora sostenuto dalla maggioranza del suo popolo, e d'altronde 4 anni fa Putin è stato proclamato presidente, col 77% dei voti, per la quarta volta. E però il sentimento popolare, lo testimoniano le manifestazioni di piazza - quasi 3mila gli arresti degli ultimi giorni potrebbe cambiare velocemente, soprattutto a Mosca e San Pietroburgo, nelle grandi città diventate occidentali per stile di vita e che non sono disposte a tornare ai tempi del muro.
Il terrore è di venire tagliati fuori come la Crimea. Nel 2014, con un plebiscito non riconosciuto dalla comunità internazionale, Putin l'ha riportata sotto Mosca. La Crimea era ucraina anche se è sempre stata russa, e la popolazione - basta aver parlato coi cittadini di Yalta, Sebastopoli, o Sinferopoli - voleva tornare tale. Anche allora, prima del voto, nella penisola del Mar Nero entrarono i soldati, ma fu un intervento senza morti o quasi, due, ucraini.
CRIMEA ISOLATA Il 95% degli abitanti - non è mai stato dimostrato alcun broglio - aveva scelto di affrancarsi da Kiev, eppure l'Unione Europea ha imposto alla Russia pesanti sanzioni economiche, che in Crimea, nonostante l'imperioso sviluppo di questi otto anni finanziato da Mosca - infrastrutture, aziende, agricoltura - hanno significato emarginazione dall'Ovest del mondo.
In Crimea le carte di credito occidentali non funzionano. Il telefono va solo con una scheda locale, neppure russa. Dal 2014 ci si può arrivare solo facendo scalo in altri aeroporti della madrepatria. Andare all'estero, per i ragazzi, è complicato. Nelle metropoli russe l'impatto della deoccidentalizzazione sarebbe ancora più pesante.
Diana ha 20 anni, vive a Kitaj-gorod - a pochi passi da Piazza Rossa - e frequenta la facoltà di psicologia all'Università statale di Mosca. A fine marzo dovrebbe andare a Londra per proseguire gli studi ma ha paura di non poter partire, e andrà così. Mikhail di anni ne ha 40, vive a San Pietroburgo dov' è proprietario di un ristorante, e ci dice che è disperato, ché con le nuove sanzioni, gli ulteriori rincari, non potrà che chiudere.
L'Europa ha interdetto alla Russia gli spazi aerei: ieri è stato il turno di Italia e Germania. Mosca ha bloccato alcune funzioni di Facebook, questo perché accusa il colosso americano di censurare i mass media locali. La strategia di Bruxelles è duplice, legata a doppio filo: fiaccare l'economia della Russia e demolirne l'umore in chiave anti-Putin.
Anche lo sport è già stato colpito: la finale di Champions è stata tolta a San Pietroburgo e consegnata a Parigi; la nazionale di calcio rischia l'esclusione d'ufficio dal mondiale del prossimo inverno in Qatar dopo che la Polonia contro cui la Russia avrebbe dovuto giocarsi l'accesso alla competizione il 24 marzo - ha deciso di non scendere in campo, una mossa che mette la Fifa con le spalle al muro; le grandi squadre russe di club saranno obbligate a giocare fuori dal Paese, in campo neutro, le partite di coppa; il Gp di Formula1 in programma a settembre a Soci è stato cancellato dalla federazione internazionale.
«GUERRAFONDAI» Intanto la protesta anti-Putin nelle ultime ore ha coinvolto anche la Bielorussia, il popolo anti-Lukashenko. I serpentoni di ucraini davanti ai bancomat dei primi giorni di crisi hanno cominciato a replicarsi in Russia, nella capitale e nei centri minori. In mattinata la Banca centrale aveva rassicurato i cittadini spiegando che i soldi erano al sicuro e sarebbero stati disponibili in ogni momento.
Ma la gente ha paura, non si fida. Alcuni influenti personaggi dello spettacolo stanno prendendo posizioni dure contro lo zar. In parte della popolazione inizia a farsi largo la preoccupazione di venire etichettati negli anni a venire come guerrafondai. Teme una sorta di razzismo. Gli accordi commerciali con la Cina salveranno la Russia dal tracollo economico, ma potranno poco, sul sentimento popolare, se la Russia verrà ghettizzata dall'occidente.